Pakistan. Un giovane cristiano di Faisalabad: “Quando finiranno questi atti di persecuzione e violenza?”

Si respira un clima di paura e apprensione a Faisalabad. Ciò nonostante le chiese rimangono aperte e la solidarietà alle famiglie colpite si è messa in moto. Lo studente universitario si chiede: “Quando verranno garantiti pari diritti e protezione alle minoranze? Quando cesserà finalmente questo trattamento discriminatorio per motivi religiosi?”. E ai giovani europei domanda di “alzare la voce a sostegno dei cristiani pakistani, sostenendo la loro parità di diritti, giustizia e riconoscimento sociale”

(Foto profilo fb catholics in Pakistan)

(Foto profilo fb catholics in Pakistan)

“All’indomani dei tragici eventi di Jaranwala, nel distretto di Faisalabad, si respira un clima di paura e apprensione in diverse parti della città dove risiedono i cristiani. Nonostante queste sfide, le loro chiese rimangono aperte, grazie in parte agli sforzi dei volontari della sicurezza locale e della polizia che lavorano instancabilmente per proteggere le chiese e la comunità cristiana dalle minacce”. Raggiunto dal Sir, è Daniyal Joseph, 22 anni, studente universitario, cristiano di Faisalabad, in Pakistan, a raccontare il clima che si respira in città dopo gli incidenti della scorsa settimana. Il 21 agosto l’arcivescovo di Lahore, mons. Sebastian Francis Shaw, ha visitato Jaranwala, insieme ai leader della comunità musulmana. Nella stessa giornata anche il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwar ul Haq Kakar, si è recato sul posto. Domenica scorsa, mons. Indrias Rehmat, vescovo di Faisalabad, ha celebrato la prima messa sulle ceneri della città cristiana brutalmente bruciata esortando i fedeli ad avere “speranza nell’amore eterno di Dio per il suo popolo”.

Joseph ripercorre quanto è accaduto nell’area, in seguito alle accuse rivolte a un individuo cristiano per presunta mancanza di rispetto del Sacro Corano. “Purtroppo, ciò ha portato alla distruzione e all’incendio di più di 21 chiese, 25 Sacre Bibbie, 40 case cristiane e un cimitero cristiano. Inoltre, le case dei residenti sono state saccheggiate e oggetti di valore come gioielli, dispositivi elettronici, veicoli e oggetti essenziali sono stati rubati prima che le case venissero date alle fiamme. La comunità cristiana di Jaranwala ha dovuto trascorrere la notte nei campi vicini, sopraffatta da sentimenti di tristezza, crepacuore e paura”. In aiuto alla popolazione si è attivata anche la Caritas Pakistan Faisalabad e i missionari degli Oblati di Maria Immacolata (Omi) che hanno distribuito pacchi alimentari, kit igienici e set da cucina alle 150 famiglie colpite della città cristiana. È stato distribuito anche cibo caldo.

(Foto profilo fb catholics in Pakistan)

Joseph parla dei video che hanno ripreso gli incendi delle chiese e delle case così come la profanazione dei cimiteri. “Sono troppo dolorosi da guardare”, dice. “Sfortunatamente, l’incidente di Jaranwala ha provocato eventi simili in altre città come Sahiwal e Sargodha, dove le persone hanno dovuto affrontare violenze fisiche e false accuse di blasfemia. Tali casi evidenziano la continua persecuzione e discriminazione religiosa affrontata dai gruppi minoritari”. “La domanda cruciale che sorge – prosegue – è: quando finiranno questi atti di persecuzione e violenza contro i cristiani? Quando verranno garantiti pari diritti e protezione alle minoranze? Quando cesserà finalmente questo trattamento discriminatorio per motivi religiosi? Nel corso della mia vita mi sono imbattuto in numerosi episodi di questo tipo che si sono ripetuti più e più volte. Ogni anno porta nuovi esempi di persecuzione contro le comunità minoritarie”.

“Come giovane cristiano in Pakistan, desidero rivolgermi ai giovani d’Europa e chiedere le loro preghiere per i cristiani del Pakistan”, dice Joseph.

“Li esorto ad alzare la voce a sostegno dei cristiani pakistani, sostenendo la loro parità di diritti, giustizia e riconoscimento sociale”.

“Imploro il governo del Pakistan di fornire assistenza e risarcimento alle vittime dell’incidente di Jaranwala, nel distretto di Faisalabad, e di garantire che sia fatta giustizia e che i colpevoli siano ritenuti responsabili. Invito inoltre il governo a intraprendere azioni decisive contro gli individui che sfruttano le leggi sulla blasfemia per i loro scopi personali. Inoltre, faccio appello alla comunità internazionale affinché dia una mano alle vittime e alzi la voce a favore dei cristiani pakistani, offrendo sostegno in ogni modo possibile. Questo sostegno è fondamentale per garantire che ricevano l’aiuto e la protezione di cui hanno disperatamente bisogno”.

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