Notre Dame, la cattedrale che rinasce dopo l’incendio. Il rettore: “Il visitatore diventerà pellegrino”

Continuano i lavori all'interno del duomo, tra impalcature e tubi. La riapertura è prevista per l'8 dicembre 2024. Mons. Olivier Ribadeau Dumas al Sir: "Quando sono arrivato, cinque mesi fa, ho trovato i primi segni di quello che rivedremo tra due anni: pitture chiare, eleganti. Strutture restaurate. E la luminosità, la luce"

(Foto ANSA/SIR)

Luogo dell’incoronazione di Napoleone, nel 1804. Scenario per l’omonimo romanzo che fu il primo grande successo di Victor Hugo. La cattedrale di Parigi, Notre Dame, nella notte continua a brillare con le sue luci accese, in parte coperte dalle impalcature dei lavori di restauro in corso, dopo l’incendio del 15 aprile 2019. Maestranze all’opera e progetti presentati. Il nuovo volto dell’edificio di culto sarà all’insegna della tradizione, con la pietra bionda tipica della tradizione francese e un imprimatur posto in particolare sulla funzione religiosa. La data di riapertura fissata è per l’8 dicembre 2024, solennità dell’immacolata.
Nel cantiere è facile incontrare il rettore, mons. Olivier Ribadeau Dumas, mentre cammina tra le navate o attorno alla cattedrale. Nel capolavoro del gotico c’è un cuore cattolico che batte. Mostrarlo al mondo è la missione affidatagli dall’arcivescovo di Parigi, nei giorni della nomina, 5 mesi fa, dopo essersi impegnato nel santuario di Lourdes nel periodo difficile delle chiusure per la pandemia. “Sono arrivato da Lourdes per cominciare la missione di rettore della cattedrale di Notre Dame. Una missione speciale perché per ora questa cattedrale è chiusa. Sono venuto per coordinare i lavori. Il volere dell’arcivescovo è che il rettore prepari la riapertura della cattedrale, segua i lavori e vi stia nei primi anni della riapertura”.

Ma per lei ha anche un valore particolare, dal punto di vista personale…
Sono stato ordinato prete in questa diocesi. È una scelta carica di senso per me. Questa missione mi invita all’umiltà. Mi trovo di fronte l’opera dei nostri padri che hanno costruito un edificio meraviglioso, di fronte i vigili del fuoco che l’hanno salvata nel 2019, davanti la storia della Francia e di chi lavora ogni giorno per riaprirla. Sono consapevole di cosa significhi la mancanza della cattedrale per la diocesi di Parigi. Vorrei che questi lavori siano un’opera di comunione tra Stato e Chiesa, tra artisti e Chiesa, tra parigini e il mondo.

Che cosa è successo subito dopo il rogo?
Dopo l’incendio, il presidente della Repubblica Macron ha nominato il generale Jean-Louis Georgelin come rappresentante speciale incaricato della ricostruzione della cattedrale. Quindi, sono iniziati i lavori. Loro sono i nostri interlocutori e proprietari della cattedrale, che non appartiene alla Chiesa ma allo Stato. È stata fissata la data della riapertura: 8 dicembre 2024.

In quali condizioni ha trovato la cattedrale?
Sono qui da 5 mesi. La prima fase degli interventi dopo l’incendio è stato la messa in sicurezza della cattedrale. Adesso siamo nella parte della ricostruzione. Quando sono arrivato, ho trovato i primi segni di quello che rivedremo tra due anni: una cattedrale stupenda. Pitture chiare, eleganti. Strutture restaurate. Troveremo la luminosità, la luce. Sarà qualcosa di straordinario e qualcosa di bello da guardare. Avevamo il ricordo di una cattedrale nera, adesso sarà bionda. Perché la pietra di Parigi è bionda. C’è un rispetto per questo edificio da parte di tutti, anche di chi non è cristiano.

Gli interventi non riguardano solo la cattedrale in sé…
Sarà rifatta anche la parte esterna, ma sarà un intervento successivo all’apertura. L’architetto del paesaggio Bas Smets realizzerà una zona verde attorno alla cattedrale restaurata, tra nuovi alberi, prati e uno strato d’acqua.

Quali elementi animano il progetto di restauro?
L’arcivescovo ha chiesto tre condizioni per aprire: che la cattedrale apra e non debba richiudere; la cattedrale aprirà per il culto e per i visitatori insieme; la cattedrale aprirà se l’altare definitivo è nel posto definitivo. L’arcivescovo ha scelto cinque artisti che propongano un progetto per i cinque elementi fondamentali per la liturgia: il battistero, l’altare, la cattedra, la sede del vescovo, l’ambone, il tabernacolo. All’esterno, una area vasta di alberi e di un grande corridoio. Serve una “mediazione culturale” con i visitatori. Vogliamo dare loro un cenno della storia.

Che cosa rappresenterà la riapertura della cattedrale?
Un segno di speranza nella vita della Chiesa nel mondo. Le sensazioni che hanno suscitato l’incendio ci mostrano l’importanza che Notre Dame ha nel mondo. E la riapertura è un segno di speranza per il mondo intero e per la Chiesa che soffre, in questo momento, per la chiusura. Quando la cattedrale sarà aperta, speriamo di avere a Notre Dame 15 milioni di persone ogni anno. Vorremo che tutti coloro che verranno abbiano la testimonianza della fede cristiana. Il visitatore diventi pellegrino. Ogni anno, prima dell’incendio, erano 12 milioni i visitatori. Teniamo che il visitatori faccia questa esperienza, perché lo scopo della cattedrale è quello di rendere gloria a Dio vivente. E vogliamo fare di nuovo di questa cattedrale un segno di presenza di Dio nel mondo, nella nostra storia.

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