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Diritti umani. Amnesty: “Slogan vuoti, false promesse e nuove norme contro dissenso”

È stato presentato a livello mondiale a Johannesburg, in Sudafrica, il Rapporto 2021-2022 di Amnesty international sulla situazione dei diritti umani nel mondo. Nel 2021 in almeno 67 Stati su 154 sono state introdotte nuove norme che hanno inciso negativamente sulla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica. Il dissenso è stato spesso represso strumentalizzando la pandemia

(Foto ANSA/SIR)

“Gli Stati ad alto reddito hanno colluso coi giganti aziendali ingannando le persone con slogan vuoti e false promesse su un’equa ripresa dalla pandemia da Covid-19, in quello che è risultato uno dei più grandi tradimenti dei nostri tempi”. Le cause sono individuate nella “nociva avidità aziendale” e nel “brutale egoismo nazionale”. così come “nell’abbandono della sanità e di altre strutture pubbliche da parte dei governi”. Tutto ciò ha fatto precipitare il mondo in una “più profonda disuguaglianza e una maggiore instabilità”.   E’ un pesante j’accuse quello contenuto nel Rapporto 2021-2022 sulla situazione dei diritti umani nel mondo di Amnesty international (Infinito Edizioni).

Nuove norme contro il dissenso, la libertà di espressione e manifestazione. Nel 2021, secondo il rapporto, in almeno 67 Stati su 154 (43% di quelli esaminati) sono state introdotte nuove norme che hanno inciso negativamente sulla libertà d’espressione, di associazione e di manifestazione pacifica. Almeno 36 Stati degli Usa hanno approvato un’ottantina di provvedimenti per restringere la libertà di manifestazione mentre il governo del Regno Unito ha proposto una legge che penalizzerebbe gravemente la libertà di riunione pacifica, anche attraverso l’ampliamento dei poteri di polizia. Un uso eccessivo o non necessario della forza è stato usato durante le manifestazioni in almeno 85 Stati (55%). In 84 Stati sono stati imprigionati arbitrariamente attivisti e difensori dei diritti umani (54%). In 48 Stati (31%) migranti e rifugiati sono stati respinti attraverso i confini o rimpatriati illegalmente.

 Aumento della povertà, maggiore ingiustizia. “Il fallimento globale nella costruzione di una risposta altrettanto globale alla pandemia ha anche seminato il terreno per più grandi confitti e per una maggiore ingiustizia – ha affermato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International -. Aumento della povertà, insicurezza alimentare e strumentalizzazione della pandemia da parte dei governi per reprimere il dissenso e le proteste: ecco cosa è stato piantato nel 2021, annaffiato dal nazionalismo vaccinale e fertilizzato dall’avidità degli Stati più ricchi”.

Vaccini, “nazionalismo egoista e avidità delle aziende”. I successi delle campagne vaccinali, ad esempio, sono stati “compromessi dal nazionalismo egoista e dall’avidità delle aziende”. Perciò il 2021 si è chiuso con meno del 4% della popolazione degli Stati a basso reddito completamente vaccinata. Stati ricchi come quelli dell’Unione europea, il Regno Unito e gli Usa hanno fatto scorte di vaccini “oltre il necessario – si legge nel report – chiudendo gli occhi su Big Pharma che anteponeva i profitti alle persone attraverso il rifiuto di condividere la tecnologia che avrebbe consentito una maggiore distribuzione dei vaccini”. Nel 2021 Pfizer, BioNTech e Moderna hanno stimato profitti fino a 54 miliardi di dollari mentre fornivano meno del 2% della loro produzione agli Stati a basso reddito. L’Africa, ad esempio, con l’8% della popolazione vaccinata alla fine del 2021, ha  il tasso di vaccinazione più basso al mondo. Amnesty punta il dito anche sulle aziende proprietarie delle piattaforme social come Facebook, Instagram e Twitter, “terreno fertile per la disinformazione”.

I gruppi marginalizzati più colpiti dalla risposta alla pandemia.  Questa collusione  “tra giganti aziendali e governi occidentali” secondo Amnesty è stata preceduta “dal crollo di sistemi sanitari, economici e di assistenza sociale trascurati per decenni”. “Milioni di persone si sono trovate a non sapere come fare ad arrivare alla fine del mese, molte altre sono rimaste senza dimora, le bambine e i bambini hanno perso l’istruzione, la povertà è cresciuta”, ha commentato Callamard.

Conflitti, “spalancata la porta all’invasione dell’Ucraina”. Nel 2021 sono scoppiati o sono proseguiti conflitti in Afghanistan, Burkina Faso, Etiopia, Israele/Territori palestinesi occupati, Libia, Myanmar e Yemen, a fronte di una “vergognosa mancanza d’azione, costante paralisi degli organismi multilaterali e mancata assunzione di responsabilità delle potenze”, che “hanno contribuito a spalancare la porta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia”.

Politiche negative, norme restrittive e violazioni anche in Italia. “Politiche negative, norme restrittive e violazioni nei confronti delle persone più vulnerabili, delle minoranze, della società civile impegnata nella difesa di spazi di libertà e solidarietà” sono accadute anche in Italia nel 2021. Lo ha detto Ilaria Masinara, direttrice delle Campagne di Amnesty international Italia. Tra le categorie più colpite le persone in fuga da conflitti e povertà:  1.553 vittime nel Mediterraneo rispetto alle 999 dell’intero 2020. Il governo italiano ha continuato nella pratica di “esternalizzazione delle frontiere, appaltando la gestione ai guardiacoste libici con lo scopo di riportare i migranti in Libia, esponendoli a gravi violazioni dei diritti: a fine anno sono stati 32.425 i rifugiati e migranti catturati nel Mediterraneo centrale, la cifra più alta mai registrata”.  E’ proseguito inoltre l’accanimento giudiziario nei confronti della solidarietà, con misure amministrative, sanzioni penali e cause giudiziarie contro le Ong di ricerca e soccorso in mare. Preoccupazione viene espressa anche per le persone in carcere, sia per il sovraffollamento in un contesto di pandemia, sia per gli episodi di tortura e maltrattamenti.

Il diritto alla protesta, solidarietà con i movimenti popolari. A fronte della pessima azione di governi e multinazionali nel 2021 tanti popoli sono scesi in strada a protestare e reclamare diritti: in Colombia contro l’aumento delle tasse, in Russia nonostante gli arresti di massa e i procedimenti giudiziari, in India e nelle Americhe i contadini e i nativi:  “La resistenza, palpabile e tenace, dei movimenti popolari del mondo ci dà speranza – ha concluso Callamard -. Imperterriti e senza paura, da loro si leva una forte richiesta di un mondo più equo”. A questo proposito nelle prossime settimane Amnesty lancerà una campagna di solidarietà con i movimenti popolari per pretendere il rispetto del diritto di protesta.

 

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