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Elezioni in Russia. Kanevsky (Università di Mosca): “Dubbi sul fatto che siano state del tutto democratiche, ma è difficile provarlo”

Come succede da diversi anni ormai, le elezioni russe passano lasciando il partito legato a Vladimir Putin, Russia unita, a dominare nella Duma, e trascinandosi dietro numerose proteste. A qualche giorno dal voto il Sir ha chiesto a Pavel Kanevsky, professore associato presso il dipartimento di politica e sociologia dei processi politici (Università statale di Mosca) di commentare l’esito del voto

Russia: campagna elettorale per il rinnovo della Duma (foto ANSA/SIR)

Come succede da diversi anni ormai, le elezioni russe passano lasciando il partito legato a Vladimir Putin, Russia unita, a dominare nella Duma, e trascinandosi dietro numerose proteste. Non sono solo i sostenitori di Aleksey Navalny a lamentarsi perché dopo il loro leader, le loro reti e uffici regionali, è stata bloccata anche la loro app “smart vote” che voleva indicare ai votanti nelle diverse circoscrizioni quale candidato dell’opposizione avesse maggiori probabilità di essere eletto. A sollevare critiche sono anche i leader del Partito comunista che in alcune regioni hanno sorpassato Russia Unita e ritengono l’avrebbero sorpassata anche a Mosca se non avessero manomesso il voto on line a cui ha fatto ricorso la stragrande maggioranza degli elettori della capitale. Nei giorni successivi al voto, testate come l’indipendente Meduza ma anche The Moscow times, hanno spiegato dove e come si sarebbero consumati i brogli, a un livello ben superiore alle precedenti tornate elettorali. Invece secondo Ella Pamfilova, presidente della Commissione elettorale centrale, queste sono state tra le elezioni più trasparenti e le contestazioni ricevute il numero più basso degli ultimi anni. A qualche giorno dal voto il Sir ha chiesto a Pavel Kanevsky, professore associato presso il dipartimento di politica e sociologia dei processi politici (Università statale di Mosca) di commentare l’esito del voto.

Ci può descrivere come si comporrà quindi la Duma, alla luce delle elezioni del 17-19 settembre?
Anche se molti partiti e candidati non sono contenti del risultato, in parlamento avremo una super maggioranza del partito al governo. Hanno in effetti perso alcuni seggi rispetto alle precedenti elezioni, ma il quadro generale non cambierà [324 rispetto a 343, ndr].

Una novità è che dopo molti anni di composizione quadripartitica (Russia unita, Comunisti, Liberali e Russia giusta), c’è un nuovo partito che ha superato la barriera del 5%, Gente nuova, forza liberale centrista; è ancora difficile dire se sarà all’opposizione.

La mia ipotesi è che si concederanno un pensiero indipendente su alcune questioni precise, ma che di fondo non si opporranno alla “linea generale” del partito al governo. I comunisti continueranno ad essere il partito d’opposizione più attivo, ma sono ancora una minoranza e non rappresenteranno un grosso problema per il partito di governo.

Ci sono elementi nuovi che emergono da queste elezioni rispetto al dibattito politico russo?
Direi che è diventato più vivace nonostante il fatto che a molti candidati non sia stato permesso di partecipare alle elezioni. Le persone sono fortemente coinvolte nelle discussioni politiche, penso che assistiamo allo sviluppo di una cultura civica, che purtroppo si sviluppa in un sistema politico molto restrittivo. La speranza è che queste discussioni non scompaiano nel nulla, ma piuttosto diventino un motore per una partecipazione della società civile più attiva e razionale.

Ci sono state forti critiche all’interno della Russia non solo dai sostenitori di Navalny ma anche dai sostenitori del partito comunista: le elezioni sono state pienamente democratiche?

Ci sono dubbi sul fatto che le elezioni siano state del tutto democratiche, naturalmente, ma è molto difficile provare qualcosa soprattutto quando si tratta del voto online.

Russia Unita avrebbe comunque raggiunto la maggioranza in ogni caso, ma forse non sarebbe stata una super-maggioranza come lo è ora.

Ma la maggioranza dei russi sono soddisfatti di come vanno le cose, se no non reagirebbero?
Le persone ovviamente non sono contente per una serie di motivi: la crescita economica è molto lenta, i salari reali stanno diminuendo, il tenore di vita sta calando, la pandemia ha accelerato molti processi negativi, le persone non possono pianificare il loro futuro. Il problema è che le persone non hanno la possibilità di risolvere questi problemi, ampi segmenti della società sono piuttosto passivi e fanno affidamento sul governo. Quindi la domanda di fondo è di quali meccanismi abbiamo bisogno per cambiare ciò; non è solo una questione istituzionale, ma anche culturale.

Il 21 settembre la Corte europea dei diritti umani ha emesso la sentenza che, secondo quanto emerso dalle indagini britanniche, Aleksander Litvinenko sarebbe stato avvelenato con il concorso della Russia: come commenta?
È una decisione della Corte europea e non penso sia una coincidenza che tale decisione arrivi in un momento in cui le relazioni Russia-Ue e in generale Russia-Occidente sono a un livello molto basso.

 

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