Da Fatima la preghiera per le tragedie di Afghanistan e Haiti: i fedeli della diocesi di Roma ai piedi di Maria

Diversi i momenti di preghiera nel santuario mariano. Via crucis nel luogo della prima e della terza apparizione dell’Angelo e della Vergine ai tre pastorelli. Card. De Donatis: "La preghiera è più forte dei proiettili, la fede è più potente delle divisioni"

Ai piedi dell’immagine di Maria a Fatima, il pensiero e le parole del vicario del Papa per la diocesi di Roma, il card. Angelo De Donatis, sono rivolti alla tragedia che vivono l’Afghanistan, per la crisi politica, e Haiti per il terremoto che ha raso al suolo abitazioni e vite. Le preghiere e la commozione sono poi continuate lungo la via crucis a Os Valinhos, luogo della prima e della terza apparizione dell’Angelo e della Vergine ai tre pastorelli.
Nel pellegrinaggio della diocesi di Roma, organizzato dall’Opera Romana, quest’anno, lo sguardo è rivolto al mondo e alle sue sofferenze. Uno sguardo nel luogo in cui Maria aveva aperto all’uomo gli occhi su possibili nuovi conflitti, al termine della Prima guerra mondiale. Luogo che custodisce anche un frammento del muro di Berlino. Le parole pronunciate dal cardinale sono decise: “La fede e la preghiera sono potenze che possono influire nella storia”.

“La preghiera è più forte dei proiettili, la fede è più potente delle divisioni”. 

L’attenzione del cardinale, nell’omelia dell’ultima Messa, prima del rientro in Italia, si è soffermata su questo tempo di pandemia, su ciò che succede in Afghanistan, in Libano e in tante parti del mondo, sui morti e sulle rovine dell’ultimo terremoto ad Haiti. “Il cuore si stringe e crediamo che tutto sia sottomesso al Male – ha osservato -. Così succede anche nella vita di ciascuno di noi. A volte siamo tentati di vedere solo le cose che non vanno, di credere che non c’è via di scampo e di salvezza. Eppure, il Cuore immacolato trionferà”. Un trionfo che corrisponde a un “cuore che sa vedere”.

Ad ascoltare le parole del cardinale e a pregare con lui, i circa duecento pellegrini romani. Alcuni di loro hanno percorso il cammino di Santiago di Compostela, partendo dal Monte della Gioia, fino alla cattedrale, attraversando la porta santa e giungendo alla tomba dell’apostolo Giacomo. Altri sono giunti direttamente a Fatima. Ad accoglierli hanno trovato il vescovo di Leiria-Fatima, il card. Antonio Marto, che riconosce tutte le difficoltà vissute nel santuario per i pellegrinaggi a causa della pandemia. “Ho sentito una grande gioia nell’accogliere il gruppo di Roma: è il primo che viene dall’estero così numeroso ed è accompagnato dal cardinale vicario. Sono tutti motivi di una immensa gioia. Anche perché ha portato un saluto personale dal Papa”.

Tra i pellegrini in cammino, giovani e anziani, tra cui Maria. Una vita difficile e una grave malattia che ha colpito la sorella. “Non volevo lasciarla, mi ha detto di andare. I posti erano esauriti, per me ne sono riusciti a trovare un altro. L’ho vista come una chiamata della Madonna. Sono qui per la mia conversione e per pregare per la salute di mia sorella: ho rivisto tutta la mia vita e ho trovato tanta pace e tanta forza nelle parole del cardinale, che mi accompagna da quando ho rotto con il mio passato, oltre 25 anni fa”. Diversi sacerdoti hanno accompagnato il cammino dei pellegrini. Come don Antonio Collicelli, 88 anni e 60 di sacerdozio, negli ultimi 30 è stato a Fatima cica 50 volte, accompagnando migliaia di persone: “Organizzare un pellegrinaggio a Fatima è aiutare il pellegrino a riscoprire come vivere la propria vocazione cristiana”.

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