Il carcere non può essere la soluzione del reato

I protestatari francesi che nonostante l’esplodere della pandemia in Francia (e un po’ in tutto il mondo) rivendicavano la libertà di assembramento e scandivano il ritmico slogan «Macron, Macron en prison» ci hanno evidenziato l’ennesimo ossimoro (contraddizione in termini) della i- deologia populista: in nome del- la libertà, mandare in galera gli avversari.

I protestatari francesi che nonostante l’esplodere della pandemia in Francia (e un po’ in tutto il mondo) rivendicavano la libertà di assembramento e scandivano il ritmico slogan «Macron, Macron en prison» ci hanno evidenziato l’ennesimo ossimoro (contraddizione in termini) della i- deologia populista: in nome del- la libertà, mandare in galera gli avversari.
Gli slogan fanno effetto. Ricordate a Reggio Calabria “Boia chi molla”, e il sessantottino “Lotta dura senza paura”, per non accennare al più espressivo “Come mai, come mai, sempre in **** agli operai”?
Ma gli slogan non risolvono. Adesso in Italia bisogna finalmente pensare alla riforma del- la Giustizia e anche qui gli slogan non mancano, ma il problema è ben grave, urgente e complesso. In antico c’era la vendetta, esercitata dall’offeso o dal suo clan. Poi le religioni invitarono a lasciare che ci pensassero le divinità. Un passo avanti è la simmetria della legge del taglione: “occhio per occhio, dente per dente, vi- ta per vita”. Cesare Beccaria nel 1764 imprime una svolta di riflessione con il famoso “Dei delitti e delle pene”. Una ipotesi deviante è l’antropologia criminale espressa nel 1876 da Cesare Lombroso che sentenzia che si nasce delinquenti. In verità da un millennio non si sono fatti passi avanti.
La pena deve essere vendicativa e medicinale: punire la colpa e reinserire il reo nella società. Quando si punisce solo la colpa con la galera, ma non si pongono strategie per il riscatto, la segregazione più abietta come la con- danna a morte, manifestano la paura e la resa della società.
Il carcere non può essere, salvo rarissime eccezioni, la soluzione di una società civile e democratica che deve saper offrire anche ai più deviati il reinserimento e il riscatto.

(*) direttore “La Vita Casalese” (Casale Monferrato)

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