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Biden-Putin: “sì al dialogo, ma non siamo amici”. Fredde le relazioni tra Washington e Mosca

Il faccia a faccia di Ginevra si conclude con due conferenza stampa separate, dopo colloqui franchi ma tesi. Né pranzo né cena insieme. I due leader hanno espresso volontà di collaborare, ma sono emerse tutte le distanze già note su geopolitica, cybersicurezza, diritti. Gli "interessi" prevalgono sulla "fiducia"

(Foto ANSA/SIR)

Vladimir Putin (Foto ANSA/SIR)

“Non c’è stata ostilità. Molte posizioni sono diverse, ma entrambe abbiamo mostrato volontà di comprendere e i dialoghi sono stati costruttivi”. Queste le parole usate da Vladimir Putin per descrivere in conferenza stampa il clima dei colloqui con il presidente americano Joe Biden nel pomeriggio di ieri a Ginevra. Un risultato tangibile è che “gli ambasciatori torneranno al loro posto di lavoro”, a Mosca e a Washington. Nei 53 minuti di conferenza stampa Putin ha anche affermato, sul punto dell’Ucraina che “prenderemo la strada degli accordi di Minsk” per la regione, e che sul tema della cybersicurezza ci saranno consultazioni e negoziati, così come sulla stabilità strategica e il controllo delle armi e lo scambio di prigionieri.

Navalny e Guantanamo. Nelle risposte fiume il presidente russo ha alternato parole di apertura verso il presidente Usa – “abbiamo usato la stessa lingua” – ma anche ha riferito che “non ci sono illusioni” sul rapporto. Nessun invito reciproco a farsi visita, ma anche “l’impressione che possiamo trovare un accordo quasi su tutto”. “Dovevamo rappresentare i nostri Paesi, non diventare buoni amici”, ancora Putin, che ha apprezzato il “valore morale” del presidente Biden.

Alle domande dei giornalisti su diritti umani e opposizione ha di fatto rispedito al mittente le critiche:

Navalny “sapeva di violare una legge russa”, ma ha “compiuto due volte lo stesso reato”, ha spiegato rispondendo a una domanda sull’oppositore russo, per poi ribaltare la questione scivolando su “Guantanamo” che “non corrisponde agli standard internazionali dei diritti umani o alle leggi degli Stati Uniti”. Rispetto al punto della “stabilità strategica” dall’incontro è uscita una dichiarazione comune che impegna i due leader in “un dialogo bilaterale integrato sulla stabilità strategica, nel breve periodo”.

(Foto ANSA/SIR)

Clima buono, ma disaccordi. “Nulla può sostituire il dialogo”, ha esordito il presidente americano Joe Biden parlando alla stampa dopo il pomeriggio di incontri con Putin a villa La Grange. “Tutti e due, leader di due grandi nazioni, abbiamo la stessa responsabilità”, ma “la relazione deve essere stabile e prevedibile”, ha ripetuto. Il clima secondo Biden è stato “buono, positivo”, anche se sono emersi “disaccordi, ma senza un’atmosfera iperbolica”. La portata dell’incontro per il presidente Usa però emergerà solo nei prossimi tre-sei mesi, quando si capirà in concreto la volontà di agire. “Non è detto che tutto funzionerà, ma ci sono prospettive”. Nessuna guerra fredda (“penso sia l’ultima cosa che vuole”), nessuna agenda contro la Russia, “ma per il popolo americano”. “Valori democratici e libertà universali sono nel Dna del nostro Paese”, ancora Biden, e “noi siamo il prodotto di quell’idea, per cui solleveremo sempre questioni legate ai diritti i qualsiasi parte del mondo”.

Aree di collaborazione. “Collaborare è fondamentale per i nostri popoli – ha aggiunto Biden – e per il mondo intero, a partire dalla stabilità. I punti dell’agenda sono stati tutti affrontati, alcuni anche nel dettaglio: la stabilità strategica e il controllo delle armi per evitare conflitti non intenzionali e la cybersicurezza, con la lista di 16 obiettivi sensibili americano che devono essere rispettati. Poi il clima, la salute, ma anche i corridoi umanitari in Siria per il popolo che sta morendo di fame, l’Iran, l’Artico che resti una regione di cooperazione e non di conflitto o ancora l’Afghanistan. “Ho fatto quello che sono venuto a fare. Sono state identificate aree di collaborazione per il comune interesse e a beneficio del mondo”:

non è “una questione di fiducia ma di interessi e di verifica degli interessi”.

Vladimir Putin e Joe Biden, affiancati rispettivamente dal ministro degli esteri russo Sergey Lavrov e dal segretario di stato americano Antony Blinken, hanno avuto due tornate di confronto. Nessun pranzo né cena di lavoro insieme; conferenze stampa e alberghi separati.

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