Stati del Sud al collasso. Dom Jaime Spengler (Porto Alegre): “C’è una ‘tensione’ tra la difesa dell’economia e quella della salute”

È di nuovo gravissima la situazione dei contagi da Covid-19 in tutto il Brasile, nel pieno di una nuova ondata che sta provocando negli ultimi giorni numeri record, superiori alla prima ondata, quando mai erano stati superati i 2.000 morti giornalieri: ora i morti sono circa 2.200-2.300 ogni 24 ore, giovedì 11 marzo si sono registrati oltre 75mila nuovi contagi, i numeri totali sono arrivati a oltre 11 milioni e 300mila casi e a circa 273mila decessi. La diffusione della pandemia è trascinata dalla famosa “variante brasiliana”, che dopo essere partita dal Nord amazzonico, ha ora interessato tutto l’enorme Paese, particolarmente le grandi città dell’Est e del Sud, e soprattutto i tre Stati meridionali, Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul. Tra le recenti vittime anche dom Mauro Aparecido dos Santos, arcivescovo di Cascavel (Paraná). L’allarme giunge al Sir da dom Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sul (lo Stato brasiliano più meridionale) e primo vicepresidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile

(Foto ANSA/SIR)

“Nelle ultime due settimane c’è stato un aumento significativo delle persone infettate dal coronavirus, portando le unità sanitarie al limite della possibilità di assistenza. Le unità di terapia intensiva degli ospedali stanno operando al di sopra della loro capacità. Gli operatori sanitari, insieme ai team di supporto, sono al limite. Ci si sta sforzando di aumentare il numero di letti in terapia intensiva; tuttavia, mancano i professionisti”. L’allarme giunge al Sir da dom Jaime Spengler, arcivescovo di Porto Alegre, capitale del Rio Grande do Sul (lo Stato brasiliano più meridionale) e primo vicepresidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile.

dom Jaime Spengler

Il tono non è ancora quello usato, un mese e mezzo fa, dall’arcivescovo di Manaus, quando la città amazzonica si trovò senza ossigeno, ma certamente sono molto allarmati. E con giustificati motivi.

Numeri record e Stati del Sud al collasso. È di nuovo gravissima, infatti, la situazione dei contagi da Covid-19 in tutto il Paese, nel pieno di una nuova ondata che sta provocando negli ultimi giorni numeri record, superiori alla prima ondata, quando mai erano stati superati i 2.000 morti giornalieri: ora i morti sono circa 2.200-2.300 ogni 24 ore, giovedì 11 marzo si sono registrati oltre 75mila nuovi contagi, i numeri totali sono arrivati a oltre 11 milioni e 300mila casi e a circa 273mila decessi.

La diffusione della pandemia è trascinata dalla famosa “variante brasiliana”, che dopo essere partita dal Nord amazzonico, ha ora interessato tutto l’enorme Paese, particolarmente le grandi città dell’Est e del Sud, e soprattutto i tre Stati meridionali, Paraná, Santa Catarina e Rio Grande do Sul. Tra le recenti vittime anche dom Mauro Aparecido dos Santos, arcivescovo di Cascavel (Paraná).

“Praticamente non ci sono più ospedali disponibili negli stati del Sud. In particolare, Santa Catarina si è fatta soccorrere dallo stato dello Spirito Santo. Il sistema è già entrato in collasso quasi totale”,ci racconta da Curitiba, capitale del Paraná, Desiderio Peron, giornalista italo-brasiliano, direttore della rivista “Insieme”, edita in italiano e portoghese e destinata soprattutto ai tantissimi cittadini di origine italiana. “L’incidenza del virus si è fatta più forte dopo il periodo estivo e del carnevale. La gente (e le autorità, senza dubbio) ha trascurato un po’ troppo le misure di cautela e prevenzione. Attualmente, i sindaci e governatori cercano di bloccare totalmente le attività anche davanti alla mancanza di mezzi per soccorrere gli ammalati”.

Anche secondo dom Spengler, al di là dell’espandersi del contagio in tutto il Paese, ci sono delle cause specifiche che riguardano la realtà di Porto Alegre: “Fino a poche settimane fa c’era un certo controllo sulla diffusione del coronavirus in tutta Rio Grande do Sul. Tuttavia, a causa del periodo estivo e delle vacanze, vi è stata una grande mobilità delle persone; molti hanno colto l’occasione andare in vacanza o visitare i famigliari. Molte persone provenienti da altri Stati hanno visitato la propria famiglia nel Rio Grande do Sul, così come, viceversa, molti gauchos (cioè abitanti del Sud) sono andati a trovare familiari e amici in altri Stati. L’estate, poi, ha favorito l’assembramento di persone sul litorale. Non sono mancate feste clandestine, anche se le autorità sanitarie hanno sempre offerto precise informazioni”.

Non bisogna, poi, dimenticare il ruolo dei “negazionisti”, “tra cui anche alcune autorità pubbliche, che diffondono messaggi falsi destinati a confondere le persone”.

Un sistema da rivedere. “La pandemia – prosegue l’arcivescovo di Porto Alegre – ci indica l’urgente necessità di rivedere il modo in cui ci prendiamo cura dell’ambiente e l’uno dell’altro. Dimostra anche che il sistema economico che governa le relazioni della società (internazionale e nazionale) è perverso; non promuove la vita, ma uccide; uccide e uccide i più poveri. È quello che stiamo vedendo anche qui. Se da un lato il virus non distingue le persone, dall’altro vediamo le code di persone, soprattutto nelle periferie, in attesa di un letto d’ospedale, di un posto in terapia intensiva”.

Prosegue dom Spengler:

“C’è una ‘tensione’ tra la difesa dell’economia e quella della salute.

Purtroppo, non c’è mai stato uno sforzo convinto per promuovere il distanziamento fisico tra le persone. Ora, dopo un anno di pandemia, anche la popolazione è stanca. Bambini senza scuola in presenza; genitori che hanno bisogno di lavorare; disoccupazione in crescita preoccupante; il costo di generi alimentari e carburanti che aumenta sempre di più”.

In questa situazione, “l’arcidiocesi di Porto Alegre cerca di essere una presenza solida e caritativa con ospedali, comunità, famiglie, senzatetto, poveri. In questo senso, la dimensione della carità merita di essere evidenziata. In questo quasi anno di pandemia, le comunità hanno raccolto tonnellate di cibo, che sono state distribuite sotto forma di cestini di base per le famiglie bisognose. C’è un enorme sforzo per servire i senzatetto. Abbiamo anche vari imprenditori e aziende che hanno collaborato in questa direzione, aiutandoci a portare aiuto. La nostra missione è essere segno di speranza in mezzo alla tragedia, promuovere la carità, alimentare la fede”.

La pandemia tra gli emigranti. Gli Stati del Sud, come si accennava, sono quelli a più alta densità di cittadini di origine europea, soprattutto italiana e tedesca. “Tutte le attività dei circoli italo-brasiliani è sospesa. Anche i corsi di lingua italiana sono chiusi o tenuti in modalità virtuale – afferma Desiderio Peron -. E abbiamo perso tanta gente di ceppo italiano negli ultimi tempi. Fra questi, possiamo citare il professore e giurista di fama René Dotti, il presidente del Circolo Italiano di Blumenau Udolino Camprestini, sindaci, come quello di Campo Largo, Marcelo Puppi, ex-sindaci come Algaci Ormario Tulio, di Curitiba, imprenditori come Julio Tedesco, di Balneario Camboriu, e tanti altri”.

Quello che non sembra interrompersi, almeno al Sud, è l’alto consenso per il presidente Jair Bolsonaro, che da queste parti nel 2018 ha preso percentuali bulgare. Conferma Peron: “Sicuramente la popolarità di Bolsonaro, a livello nazionale, è diminuita dopo essersi insediato a Brasilia. La sua conosciuta ‘guerra’ permanente con la stampa lo mette nel mirino della critica ogni giorno. Secondo la media degli istituti d’indagine, il consenso di Bolsonaro sarebbe situato attorno 44%, contro il 51% lo rigetta. Questa sarebbe la media nazionale. Ma negli stati del Sud Bolsonaro è sempre molto apprezzato, ancora oggi”.

*giornalista de “La vita del popolo”

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