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Capodanno lunare. Chiaretto Yan (Shanghai): “L’augurio di un mondo nuovo di pace e fraternità”

Si celebra oggi, non solo in Estremo Oriente, ma in tutto il pianeta, il Capodanno lunare. Da Shanghai, Kin Sheung Chiaretto Yan racconta come i cinesi stanno vivendo questa ricorrenza, in un clima di post-pandemia. Nei giorni scorsi anche Papa Francesco ha augurato al popolo cinese e asiatico che “il nuovo anno porti frutti di fraternità e solidarietà”. Chiaretto Yan: “Il Papa sa apprezzare la nostra cultura, ci conosce, ci accompagna, ci ama con tenerezza, e ci ha sempre vicini nel cuore!”. E come augurio, aggiunge: "La speranza è che il cammino intrapreso nel rapporto tra la Cina e la Chiesa prosegua a dare frutti e contribuire così al cammino per un mondo nuovo"

Una Festa che coinvolge milioni di persone in Cina e nel mondo, da New York a Milano, con le sue danze, tradizioni, sfilate e lanterne. È il Capodanno lunare, si celebra oggi, 12 febbraio, e dà nel 2021 il via all’anno del bue. Si tratta di una ricorrenza che ha oltre 4.000 anni di storia. Anche Papa Francesco, al termine dell’udienza del mercoledì, ha rivolto un pensiero speciale a quanti nel mondo celebrano questa ricorrenza formulando l’augurio che “il nuovo anno porti frutti di fraternità e solidarietà”. “Il Capodanno lunare chiamato la Festa di Primavera in Cina è la festa più importante dell’anno per i cinesi. È una festa di gioia, pace, e riunione di famiglia, in questo senso è simile al Natale in Occidente”, spiega da Shanghai Kin Sheung Chiaretto Yan, focolarino, research fellow all’Istituto Universitario Sophia di Loppiano e scrittore di diversi libri, tra cui “Il Vangelo oltre la grande muraglia”.

Come si vive in Cina il Capodanno lunare e che clima si respira quest’anno?

Prima del Capodanno, milioni di persone compiono viaggi anche lunghi per raggiungere casa. Oltre la grande cena in famiglia, la veglia è importante. Si sta insieme la notte per scacciare vie malattie e disastri. Per gli anziani significa abbandonare il vecchio anno e accogliere l’anno nuovo con luce. Per i giovani significa augurare lunga vita ai loro genitori. L’usanza di lanciare petardi e fuochi d’artifizio crea un’atmosfera di festa ed è un augurio di felicità per la famiglia. Ci si scambia frasi benaugurali e si decora la casa con distici di primavera, per esempio con lo scritto capovolto dell’ideogramma “fu” (benedizione), per simbolizzare il desiderio di ricevere benedizione dall’alto. Nonostante la situazione del Covid-19 sia sotto controllo in Cina da parecchi mesi e i casi siano pochi, il governo fa molta cautela e le persone cercano di festeggiare, rimanendo nelle proprie città ed evitando viaggi lunghi.

La Cina è un paese immenso. Nel limite del possibile, può dirci a che punto è la lotta contro il virus?

Direi che la situazione sia sotto controllo. Appena si scopre qualche caso, si fa di tutto per limitarlo e bloccalo. Penso che in Cina e, in genere in questa parte del mondo, siamo riusciti a cavarcela meglio nel superare la pandemia, anche per un fatto culturale in quanto sentiamo di più il valore del collettivo e il senso di sacrificio del singolo per il bene maggiore della comunità.

E’ rimasto sorpreso dell’augurio di Papa Francesco?

Sono commosso e mi sono ricordato che il Papa ci ha mandato un augurio anche l’anno scorso. Sento il suo affetto di cuore. Il Papa sa apprezzare la nostra cultura, ci conosce, ci accompagna, ci ama con tenerezza, e ci ha sempre vicini nel cuore! Ho visto che nell’augurio dell’anno scorso, ha messo in luce i valori della famiglia, dell’educazione, e le virtù dell’accoglienza, della saggezza, del rispetto e dell’armonia. Sono stati questi valori che ci hanno permesso di superare meglio la crisi della pandemia. Quest’anno, invece, il Papa ha messo l’enfasi sulla fraternità, sulle relazioni sociali, e sulla cura preferenziale verso i più poveri e i più deboli. Queste parole ci incoraggiano. Per noi cattolici in Cina, sono luce per il nostro cammino.

Quanto le relazioni tra Cina e Santa Sede e il ruolo di papa Francesco sono importanti per il processo di “dialogo” del mondo con la Cina, in un tempo di rapporti difficili e conflittuali su più fronti?

Pensando anche alle sfide della pandemia, Papa Francesco auspica che il nuovo anno porti i frutti della fraternità. Come ha detto il Papa, non usciremo da questa crisi come prima: sarà meglio o sarà peggio. Siamo pertanto in un cambiamento di epoca. Vediamo sempre più uno spostamento di equilibrio e della sfera d’influenza, sia economica, scientifica che politica, verso l’Asia. Viviamo in un mondo multilaterale. Difronte a molte tensioni e interessi conflittuali, la Cina diventa un partner indispensabile per il dialogo. Anche il presidente Xi Jinping parla spesso della necessità oggi di “costruire una comunità umana con un futuro comune”. Il Santo Padre, e la Chiesa, hanno un ruolo importantissimo da svolgere come catalizzatore di valori e dialogo. Ci sono molti valori asiatici – come per esempio l’armonia, la bellezza, l’unità – che il mondo reclama. E il cristianesimo con il suo messaggio di amore, agape e fraternità, si innesta in questo terreno fertile e illumina questi valori positivi e culturali che l’Asia ha già.

Quale augurio per il nuovo anno?

Nel discorso al Corpo diplomatico di qualche giorno fa, il Papa ha menzionato l’accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Cina e l’ha definito come un’intesa di carattere essenzialmente pastorale. Ha anche menzionato che la pandemia ci ha messo in crisi, mostrandoci che è la conseguenza di un modo di vivere dominato da egoismo e cultura dello scarto. Il Santo Padre auspica che il mondo possa intraprendere un cammino nuovo di pace e fraternità. Come cattolico cinese, desidero di fare la mia parte per dare testimonianza alla vita di Vangelo, all’amore scambievole, all’unità della Chiesa in Cina, essendo buon cristiano e buon cittadino. La speranza è che il cammino intrapreso nel rapporto tra la Cina e la Chiesa prosegua a dare frutti e contribuire così al cammino per un mondo nuovo.

 

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