Israele: il presidente Rivlin ai capi cristiani, “libertà di religione e di culto valori da difendere”. Patton, “Natale banco di prova per Covid”

Lo scorso 18 novembre il presidente israeliano Reuven Rivlin ha incontrato, a Gerusalemme, i capi delle denominazioni cristiane, tra cui il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III e il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa. Si è parlato di Covid, del Natale in arrivo e di libertà di religione e di culto. Il commento al Sir del Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, presente all'incontro

“La sicurezza delle comunità cristiane e dei Luoghi Santi è molto importante per noi. È necessario che i cristiani di Terra Santa rispettino le restrizioni durante le prossime festività natalizie”: è la raccomandazione del presidente israeliano Reuven Rivlin che il 18 novembre scorso ha incontrato presso la sua residenza, a Gerusalemme, i capi delle denominazioni cristiane, il patriarca greco-ortodosso di Gerusalemme, Teofilo III, il patriarca latino di Gerusalemme, Pierbattista Pizzaballa, Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, il patriarca melkita Youssef Matta, e il vice patriarca armeno di Gerusalemme Sevan Gharibian. Si è trattato, secondo quanto riferito dal portavoce della Presidenza israeliana, di un incontro preparatorio prima del Natale al quale hanno preso parte anche membri del Cogat, il Coordinamento delle attività governative nei Territori, e il Capo di stato maggiore dell’amministrazione civile, colonnello Eyal Ze’evi.

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“Valori chiave”. Aprendo il suo intervento Rivlin ha voluto salutare il nuovo patriarca latino, mons. Pizzaballa, ringraziandolo “per i tanti anni di servizio trascorsi a costruire ponti con le denominazioni cristiane in Israele”. Riferendosi alle restrizioni causate dal Coronavirus, Rivlin ha sottolineato che

“la libertà di religione e di culto sono valori chiave nello Stato di Israele.

Devono essere protetti e difesi in ogni momento. Molto presto celebreremo le festività natalizie cristiane. È molto importante, in questo tempo, che i cristiani di Terra Santa rispettino le restrizioni”.

“La sicurezza delle comunità cristiane e dei Luoghi Santi in Israele e nell’Autorità Palestinese, in particolare a Betlemme, sono molto importanti per noi”.

Dal presidente israeliano è giunto anche un plauso per l’iniziativa “Terra dei monasteri” all’interno della quale si muove il progetto di riapertura del sito del battesimo di Gesù. Lo scorso ottobre la Custodia di Terra Santa ha preso ufficialmente possesso, dalle autorità israeliane, della chiesa di San Giovanni Battista, situata proprio nella zona di Qasr Al-Yahud sulle rive del fiume Giordano. Il sito sarà accessibile e fruibile dopo un lavoro approfondito di recupero e valorizzazione dell’intera proprietà attraverso la creazione di spazi di preghiera per i pellegrini. “Questo progetto è una buona opportunità per promuovere il dialogo tra israeliani e palestinesi”, ha detto Rivlin che ha auspicato, a riguardo, l’impegno del mondo cristiano e dei Paesi della regione.

Il metodo di san Francesco. Un auspicio fatto proprio dal Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, che al Sir commenta l’incontro con il presidente di Israele: “Abbiamo convenuto che il progetto di riapertura del sito del Battesimo, in accordo con la Giordania e i palestinesi, possa diventare un simbolo di cooperazione e di pace. Il presidente Rivlin ci tiene molto che le chiese possano tornare in pieno possesso dei luoghi e che i pellegrini cristiani possano tornarvi in pellegrinaggio”. Tra gli altri temi trattati durante il meeting anche quello della gestione delle prossime festività natalizie: “La speranza – dice Patton – è che possano essere celebrate nel pieno rispetto delle regole e delle restrizioni anti Covid.

Da parte nostra, abbiamo chiesto che il numero dei fedeli ammessi alle liturgie sia commisurato, proporzionato allo spazio celebrativo e non rigido. Ci sono spazi ampi che consentono di avere più fedeli senza, per questo, derogare alle regole.

A tale riguardo – rimarca il Custode – è importante il dialogo tra Israele e Palestina che pare sia ripreso almeno sul piano della sicurezza e sanitario. Questo dovrebbe facilitare lo spostamento delle persone, anche di quelle che vivono in Cisgiordania, sia per motivi di lavoro in Israele che per le feste natalizie”. Per quanto riguarda Betlemme e la tradizionale messa di Mezzanotte, rimarca padre Patton, “bisogna dire che in Palestina non ci sono restrizioni sui numeri come in Israele dove sono vigenti limiti per chiese, moschee e sinagoghe. In Palestina tocca a noi attuare restrizioni per evitare contagi”. L’ingresso solenne del Custode, il 28 novembre, a Betlemme e quello, a Gerusalemme il 4 e 5 dicembre, del nuovo Patriarca, mons. Pizzaballa, saranno veri banchi di prova prima della messa di Mezzanotte”. Evitare affollamenti sarà quindi importante anche alla luce del rilascio, da parte di Israele, dei permessi natalizi ai cristiani palestinesi necessari per raggiungere i luoghi santi come Gerusalemme e Betlemme. “Negli ultimi anni Israele ha sempre concesso i permessi richiesti, attraverso il Cogat, permettendo in alcuni casi la partenza di persone con passaporto palestinese dall’aeroporto ‘Ben Gurion’ a Tel Aviv.

È fondamentale però mantenere un atteggiamento e uno spirito di dialogo.

Quando si dialoga le possibilità aumentano, diversamente, se si chiudono le porte, queste si azzerano. Il metodo di san Francesco d’Assisi, che dialogò con il Sultano d’Egitto Al-Kamil nel 1219, mostra di funzionare sempre”.

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