Kobe Bryant, c’è una lezione anche per noi

Una ragazza, l'altro giorno, parlava di Kobe Bryant con commozione, quasi le fosse venuto a mancare un parente o un amico. Conoscendola, prima del tragico schianto che il 20 gennaio ha spento la vita del campione Usa di basket e di sua figlia Gianna, quella ragazza veneziana sapeva a malapena le regole fondamentali della pallacanestro. Tutto colpa del clamore mediatico, allora? Commozioni che montano come un incendio di paglia e e si basano sul nulla? Forse c'è da riflettere e da cercare una via per estrarre ciò che c'è di buono anche da una vicenda simile.

Una ragazza, l’altro giorno, parlava di Kobe Bryant con commozione, quasi le fosse venuto a mancare un parente o un amico. Conoscendola, prima del tragico schianto che il 20 gennaio ha spento la vita del campione Usa di basket e di sua figlia Gianna, quella ragazza veneziana sapeva a malapena le regole fondamentali della pallacanestro.
Tutto colpa del clamore mediatico, allora? Commozioni che montano come un incendio di paglia e e si basano sul nulla? Forse c’è da riflettere e da cercare una via per estrarre ciò che c’è di buono anche da una vicenda simile.
Da che mondo è mondo, l’eroe accende il cuore degli uomini. Kobe Bryant lo è stato, grazie allo sport che lo ha reso famoso e ricco. La sua morte repentina aggiunge la tragedia alla sua figura. Il fatto che con lui sia mancata la figlia tredicenne fa montare ancor di più la commozione. Ci sono tutti gli ingredienti – amplificati dai media – perché si accenda l’eterno desiderio dell’uomo di immedesimarsi nell’eroe.
Ma è tutto effimero, tutto schiuma che si scioglierà in un baleno? Tutto poco utile, diciamocelo, dal punto di vista di una logica cristiana? Forse no, se ci sforziamo a pensare ai valori positivi e condivisibili che l’eroe Kobe ha incarnato e che accendono così tanta gente.
Lasciando stare le macchie e le zone grigie che la sua biografia pure ricomprende, la sua vita e il suo successo sono stati costruiti con determinazione, impegno, sacrificio. Fuori dal basket, ha impegnato milioni di dollari per l’educazione scolastica e sportiva di ragazzi poveri. Alla figlia Gianna e alle altre tre figlie ha dedicato tempo e risorse. Altruismo e attenzione ai deboli non sono mancati.
Fare intersezione fra ciò che viene dalla vita degli eroi con la nostra vita: può essere un buon esercizio di manutenzione continua della nostra propensione al bene.

(*) direttore “Gente Veneta”

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