Politica. Cdm, approvato pacchetto sicurezza con giro di vite su occupazioni abusive, truffe ad anziani, borseggi, baby accattonaggio

Il Governo torna sui problemi della sicurezza con una serie di norme contenute in tre disegni di legge varati dall’ultimo Consiglio dei ministri. Una riunione che tra tanti temi ha toccato anche la materia dell’attuazione della riforma fiscale con una nuova versione del cosiddetto adempimento collaborativo

(Foto ANSA/SIR)

Il Governo torna sui problemi della sicurezza con una serie di norme contenute in tre disegni di legge varati dall’ultimo Consiglio dei ministri. Una riunione che tra tanti temi ha toccato anche la materia dell’attuazione della riforma fiscale con una nuova versione del cosiddetto adempimento collaborativo.

Vediamo alcuni dei punti salienti del “pacchetto sicurezza”, relativi soprattutto a comportamenti che provocano un particolare allarme sociale. Viene introdotto il nuovo reato di “occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui”, perseguibile a querela della persona offesa, che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, mediante violenza o minaccia, occupa un immobile destinato a domicilio altrui o impedisce il rientro nel medesimo immobile da parte del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente. Viene inoltre individuata “una procedura volta a consentire a chi ne ha titolo – spiega la nota di Palazzo Chigi – il rapido rientro in possesso dell’immobile occupato, con provvedimento del giudice nei casi ordinari e, quando l’immobile sia l’unica abitazione del denunciante, con intervento immediato della polizia giudiziaria, successivamente convalidato dall’autorità giudiziaria”.

Sanzioni più severe e l’arresto obbligatorio in flagranza vengono introdotti per i casi di “truffa aggravata” compiuta da chi ha approfittato delle condizioni di fragilità delle vittime. Contro i borseggiatori viene ampliata la possibilità dei questori di disporre il “Daspo urbano”, previsto in origine per le manifestazioni sportive, così da poter “ vietare l’accesso alle aree di infrastrutture e pertinenze del trasporto pubblico ai soggetti denunciati o condannati per reati contro la persona o il patrimonio”. Viene estesa alle ferrovie “la fattispecie di illecito amministrativo che punisce chiunque impedisce la libera circolazione su strada ordinaria e si prevede la trasformazione dell’illecito amministrativo in reato quando il fatto è commesso da più persone riunite”. Un riferimento che fa pensare a certe manifestazioni di matrice ambientalista.

Fanno già discutere le norme che rendono non più obbligatorio ma facoltativo il rinvio dell’esecuzione della pena comminata a donne incinte o madri di bambini fino a un anno di età, così come peraltro è già previsto nel caso di figli da uno a tre anni. La pena sarà eventualmente scontata negli istituti a “custodia attenuata” per detenute madri. Per quanto riguarda lo sfruttamento dell’accattonaggio da parte di minori, si introduce l’induzione tra le condotte penalmente perseguibili, oltre ovviamente alle violenze e alle minacce, e si innalza da 14 a 16 anni il limite di età.

Per una maggiore tutela delle forze dell’ordine vengono aggravate le pene nelle ipotesi in cui “la violenza, minaccia o resistenza a un pubblico ufficiale siano poste in essere nei confronti di un ufficiale o di agenti di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria”. Aumentano anche le sanzioni per chi imbratta o deturpa beni mobili e immobili con funzioni pubbliche “qualora il fatto sia commesso con la finalità di ledere l’onore, il prestigio o il decoro dell’istituzione cui il bene appartiene”. Si autorizzano altresì gli agenti di pubblica sicurezza “a portare senza licenza un’arma diversa da quella di ordinanza quando non sono in servizio”. Il “pacchetto” sicurezza comprende anche pene più severe per chi organizza o partecipa a rivolte nelle carceri e nei Cpr per migranti.

Quanto al fisco, il Consiglio dei ministri sta continuando a emanare i decreti legislativi destinati ad attuare la legge delega per la riforma del settore. I due provvedimenti licenziati nell’ultima riunione riguardano un potenziamento della digitalizzazione e l’allargamento del regime dell’adempimento collaborativo, attualmente riservato alle imprese con un volume d’affari superiore al miliardo e che sarà gradualmente esteso fino al limite dei 100 milioni di euro nel 2028. Per chi aderisce a questa forma di dialogo preventivo con il fisco e al ricorrere di “specifici presupposti” sono previsti “effetti premiali” come “esclusione o riduzione delle sanzioni amministrative tributarie; esclusione della punibilità del delitto di dichiarazione infedele; riduzione dei termini di decadenza per l’attività di accertamento”.

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