Venezia80. Ultimo giorno di gara con Michel Franco, Stéphane Brizé e il duo Szumowska-Englert

Siamo arrivati alla fine di Venezia80, ultimo giorno di proiezioni dei film in Concorso. Al Lido arriva il messicano Michel Franco, più volte invitato competizione, che quest’anno sorprende con un film intimo: è “Memory”, una storia sentimentale nella New York di oggi, che mette a tema le ferite dell’anima e una malattia sfidante. È sempre un passo a due nel terreno dei sentimenti l’ultimo film del regista francese Stéphane Brizé “Hors-Saison” (“Out of Season”): due ex innamorati si ritrovano quasi all’età dei cinquant’anni tra incertezze lavorative e turbolenze familiari. Poi, il dramma polacco “Kobieta Z…” (“Woman Of”) firmato da Małgorzata Szumowska e Michał Englert. Infine, al Lido è il giorno di Tv2000 che presenta tre nuovi documentari per la prossima stagione televisiva

Siamo arrivati alla fine di Venezia80, ultimo giorno di proiezioni dei film in Concorso. Al Lido arriva il messicano Michel Franco, più volte invitato competizione, che quest’anno sorprende con un film intimo: è “Memory”, una storia sentimentale nella New York di oggi, che mette a tema le ferite dell’anima e una malattia sfidante in una coppia formata dalle star Jessica Chastain e Peter Sarsgaard. È sempre un passo a due nel terreno dei sentimenti l’ultimo film del regista francese Stéphane Brizé “Hors-Saison” (“Out of Season”): due ex innamorati si ritrovano quasi all’età dei cinquant’anni tra incertezze lavorative e turbolenze familiari. Protagonisti gli intensi Alba Rohrwacher e Guillaume Canet. C’è anche il dramma polacco “Kobieta Z…” (“Woman Of”) firmato da Małgorzata Szumowska e Michał Englert, il racconto di quattro decenni della storia della Polonia, dal comunismo ai nostri giorni, seguendo il sofferto percorso di Adam che non si accetta nel proprio corpo e desidera diventare donna, Aniela. Uno sguardo dolente in chiave introspettiva e familiare. Infine, al Lido è il giorno di Tv2000 che presenta tre nuovi documentari per la prossima stagione televisiva. Il punto Cnvf-Sir.

“Memory” – In Concorso
Il regista messicano Michel Franco nelle ultime edizioni della Mostra del Cinema ci ha rapito e turbato con sguardi indagatori sulla società, marcati da violenza e cinismo: parliamo di “Nuevo Orden” (2020, Leone d’argento – Gran premio della giuria) e di “Sundown” (2021). A Venezia80 arriva con “Memory”, una storia totalmente diversa, uno sguardo intimo su due feriti dalla vita in cerca di un momento di serenità e tenerezza. A interpretarli gli affiatati Jessica Chastain e Peter Sarsgaard.

La storia. New York, oggi. Sylvia è una quarantenne single, madre di una preadolescente. Sylvia festeggia un lungo periodo lontano dalla bottiglia, grazie al sostegno degli Alcolisti Anonimi. Una sera ha uno scontro-incontro con Saul, un uomo sulla cinquantina che manifesta i primi segni di una demenza precoce. Entrambi soli e feriti dalla vita – Sylvia è stata vittima di abusi sin dall’infanzia –, i due si avvicineranno in cerca di protezione, tenerezza e sentimenti sopiti da tempo. Insieme riparano le reciproche fratture dell’anima e provano a godere del poco tempo che gli viene concesso…

Michel Franco sorprende e un poco incanta con il film “Memory”. Percorre un binario narrativo e uno stile distante dai suoi titoli di maggior richiamo, cimentandosi con una storia a stelle e strisce che ruota attorno a due figure. Sylvia e Saul sono due dispersi, due “mutilati” dalla vita, che incedono per inerzia verso il domani. Quando le loro strade collidono, si accorgono di essere ancora vivi e capaci di amare. Il tempo a disposizione è poco, perché Saul è incalzato da una malattia che mangia i ricordi e da familiari che lo custodiscono forzatamente in casa. Quella che si gli si dipana davanti è una primavera della vita, da cogliere con slancio perché se ne avverte già la caducità. A ben vedere non tutto gira perfettamente, perché il racconto firmato dallo stesso Franco risulta a volte sovraccarico o dispersivo, ma la coppia artistica formata da Chastain e Sarsgaard assicura dolci e vibranti emozioni. Complesso, problematico, per dibattiti.

“Hors-Saison” (“Out of Season”) – In Concorso
Negli ultimi anni il regista francese Stéphane Brizé ci ha conquistato con incisivi e struggenti ritratti di operai e disoccupati in lotta per i propri diritti in una Francia (Europa) dove il lavoro sembra perdere centralità. La sua trilogia è: “La legge del mercato” (2015), “In guerra” (2018) e “Un altro mondo” (2021). Torna in gara alla Mostra con un film totalmente diverso, che si gioca sulle relazioni e i sentimenti. Una storia d’amore che affiora dal passato e rischia di travolgere le vite protagonisti. Con Alba Rohrwacher e Guillaume Canet.

La storia. Costa francese oggi, Mathieu è un noto attore che si ritira in un centro benessere per lavorare al suo debutto teatrale ed elaborare il suo imminente compleanno, cinquant’anni. Lì ritrova Alice, musicista quarantenne con cui aveva avuto un’intensa storia d’amore quindici anni prima. Tra loro affiora con facilità dialogo, complicità e un nuovo ritrovato sentimento, che li metterà però alla prova…

(Guillaume Canet and Alba Rohrwacher -Credits Michael Crotto)

“Volevo soffermarmi – racconta il regista – sul momento in cui si rimugina sulle scelte mai fatte, o fatte in modo sbagliato, sugli incontri mancati o sprecati, sulle porte mai aperte, sugli appuntamenti mancati, sui momenti della vita in cui abbiamo deciso di imboccare una strada invece di un’altra”. Brizé, nonostante si muova su un terreno narrativo “nuovo”, dimostra di avere sempre grande controllo della macchina da presa e delle emozioni in campo. Compone un quadro visivo di grande suggestione ed emozione, dove gli interpreti si muovono in armonia con le intenzioni dell’autore. “Hors-Saison” esplora la possibilità di legami archiviati, custoditi nella memoria del passato. È il viaggio sentimentale di due adulti non del tutto risolti nelle proprie esistenze e rimasti per una serie di motivi legati l’uno all’altro. Il racconto non sempre è agile e sorvegliato, scricchiolando qua e là, ma la delicatezza con cui l’autore tratteggia l’incontro tra i due amanti è degno di grande attenzione. Una storia sussurrata segnata da eleganza. Film complesso, problematico, per dibattiti.

“Kobieta Z…” (“Woman Of”) – In Concorso
I registi polacchi Małgorzata Szumowska e Michał Englert si presentano in gara a Venezia80 con un’opera di forte intensità e problematicità: il racconto del cammino di accettazione di una donna trans, Aniela Wesoły, in quattro decenni della Polonia, dalla caduta del comunismo al nostro presente. Protagonisti Małgorzata Hajewska, Joanna Kulig e Mateusz Więcławek.

La storia. Polonia, anni ’80. Adam è un giovane che si sente diverso, avverte di essere imprigionato nel corpo sbagliato. Vorrebbe vestirsi da donna, ma non trova il coraggio. Così cerca di condurre una vita come tutti: si sposa con un’infermiera, con cui ha un figlio. Gli anni passano, il Paese cambia sotto i colpi della rivoluzione politica e sociale, ma Adam non riesce a reprimere il suo sentire, il desiderio di essere accettato in famiglia e nella società come donna. Avvia così una battaglia legale per essere finalmente chiamato Aniela…

(Credits No-Mad Films)

Małgorzata Szumowska e Michał Englert scrivono e dirigono un film che ha come obiettivo quello di raccontare la difficile e sofferta esistenza delle persone transessuali nella Polonia degli ultimi quattro decenni. Gli autori mostrano il tormento di un giovane che non si riconosce e prova a reprimere se stesso, sottoponendo lui e i propri cari a un’infelicità latente, segnata da imbarazzi e non detti. “Kobieta Z…” (“Woman Of”) non segue solo la traiettoria del protagonista, il suo faticoso percorso di accettazione, ma allarga il campo anche ai suoi famigliari: in testa la moglie di Adam, che sulle prime si dimostra indignata e ferita, poi capace di perdonare ed essere solidale nella battaglia di Aniela. Un film di certo complesso e spinoso, che richiede una visione attenta e accorta. L’opera insiste sul senso d’amore e solidarietà che non deve mancare tanto in famiglia quanto nella società. A ben vedere, l’andamento del racconto non sempre risulta bilanciato, a fuoco o pienamente condivisibile, ma di certo se ne coglie lo sforzo per costruire un’opera che favorisca dialogo e comprensione. Film complesso, problematico, per dibattiti.

La nota critica di Massimo Giraldi. Tv2000 è di scena a Venezia80
“Tv2000 porta tre documentari di impegno civile alla Mostra – indica Massimo Giraldi, presidente Cnvf – L’emittente della Conferenza episcopale italiana è al Lido per presentare tre produzioni in palinsesto nella nuova stagione: “Dipinto di blu” di Gianni Vukaj e Beatrice Bernacchi, “Ninne nanne ai tempi della guerra” di Giuseppe Carrieri e “Testimone di speranza: l’audacia tenera di don Pino Puglisi” di Fausto Della Ceca e Valeria Castrucci. Sono tutti racconti che mettono a tema la persona con disabilità, l’infanzia, la guerra, la legalità e i cambiamenti climatici. Una proposta che si distingue sempre per l’alto valore sociale dai riverberi pastorali ed educativi. Come ha raccontato lo stesso direttore Vincenzo Morgante: ‘Dietro ogni nostra scelta c’è un pensiero, dietro ogni pensiero ci sono i valori che ci guidano e che fanno di Tv2000 una televisione unica, autentica per vocazione’”. Presente alla Mostra, oltre al direttore Morgante, anche l’Ad Massimo Porfiri.

Altri articoli in Italia

Italia