Giovani al cuore della democrazia: un incontro sulla strada della Laudato Si’

“Cuori Pensanti. Giovani al cuore della democrazia” è l'evento promosso da molte realtà culturali e sociali di ispirazione cattolica che si è svolto oggi presso l'Università Pontificia Urbaniana a Roma, con il fine di preparare e promuovere una nuova generazione di leader per il futuro

(Foto archivio)

Si chiama “Cuori Pensanti. Giovani al cuore della democrazia” l’evento promosso da molte realtà culturali e sociali di ispirazione cattolica che si è svolto oggi presso l’Università Pontificia Urbaniana a Roma, con il fine di preparare e promuovere una nuova generazione di leader per il futuro. Tra i promotori dell’evento Salvatore Martinez, ex presidente del Rinnovamento nello Spirito, e oggi presidente dell’Associazione Laudato si’. Martinez stesso spiega come questo sia “il primo incontro dedicato ai giovani all’indomani della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona e in vista della prossima Settimana Sociale dei cattolici in Italia a Trieste, che mira al protagonismo di nuovi giovani leader e a rimettere in azione le tante anime del nostro Paese, le proficue esperienze e conoscenze che possano assicurare un vero cambiamento”.

Duecento giovani da nord a sud si sono riuniti per ascoltare diversi interventi e testimonianze volte rimettere in moto un impegno politico culturale di ispirazione cristiana alla luce delle acquisizioni dell’enciclica della Laudato si’ e di una idea di sviluppo sostenibile che sia orientato alle nuove generazioni, alla possibilità di cambiare la società e l’economia in vista di quella transizione ormai sempre più invocata e sempre meno agita nelle istituzioni.

I nomi più citati sono quelli della grande tradizione popolare e democristiana, da De Gasperi a Toniolo, da Sturzo a La Pira: l’idea di un grande ritorno del personalismo cristiano permea questa giornata che ha come punto di caduta la presentazione del Cantiere LAB.ORA da parte dei giovani che hanno iniziato questo percorso lo scorso 17 giugno e un think tank chiamato “Osservatorio”. Martinez ha ricordato che “per un credente è un guaio dimenticare che lo Spirito che fa, che è lui il promotore di una buona politica, a fare e progettare”. Secondo i promotori della giornata manca una presenza cristiana nella politica italiana, ma manca non nei termini di spazi da occupare e potere da conservare ma come riflessione cristianamente ispirata della società, dell’economia, delle istituzioni. Manca il pensiero cristiano in politica perché mancano i luoghi di confronto e i percorsi di sviluppo dove ci si occupi della dimensione spirituale dell’uomo. Si potrebbe sintetizzare così lo sforzo profuso in questa iniziativa che coinvolge moltissimi soggetti tra cui: l’Università Europea di Roma, l’Istituto Sturzo, la Fondazione De Gasperi, Mcl. Proprio il presidente di Mcl, Antonio Di Matteo, ha spiegato come “sono cambiati i tempi, le grandi organizzazioni dal sindacato ai partiti sono figli della seconda metà del ‘900, dobbiamo ridisegnare un senso di appartenenza e protagonismo dei cattolici all’altezza dei tempi di oggi”.

Dello stesso avviso il rettore della Lumsa, Francesco Bonini, che ha posto la questione in termini culturali: “Prendere la parola da cattolici, per dire cose sensate e comprensibili da tutti. Dare forma ad un pensiero cattolico che sia coerente, ma per poter avere delle ‘prese di parole’ utili, è necessario coltivare un campo culturale. Poi ognuno agirà dove può”.

L’accademia, la cultura, il sindacato, i partiti, le professioni, sono tutti ambiti dove è necessario essere presenti e dare una testimonianza coerente e credibile, frutto anche di una elaborazione del pensiero. “Gli 80 anni del Codice di Camaldoli che abbiamo celebrato ci dicono dove eravamo”, ha aggiunto Bonini: “Si tratta di capire dove si vuole andare e che proposta fare ai giovani per preparare una classe dirigente cristiana”.

La giornata di oggi riecheggia con i temi della prossima Settimana Sociale dei Cattolici, che si terrà nel luglio del 2024 e che ha un tema simile: “Al cuore della democrazia”. Un invito a una sinergia che viene accolto dal segretario del Comitato scientifico e organizzatore, Sebastiano Nerozzi: “Abbiamo di fronte un anno importante, il cammino che conduce alle Settimane è parte dello stesso cammino del Sinodo. Un anno per immaginare un nuovo metodo di lavoro da portare a Trieste e poi ripartire verso il Giubileo del 2025”. C’è molto da fare, questo è il senso, ma c’è un percorso ecclesiale che riguarda tutti e che ha un punto di arrivo che è il momento giubilare, e quindi spirituale, ma che non è altro che la “benzina” con cui far ripartire le tante realtà cattoliche che vogliono dare un segnale e soprattutto un contributo alla vita democratica del Paese.

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