Guerra in Ucraina. Draghi: “Sbloccare il grano in Ucraina perché la crisi alimentare avrà proporzioni gigantesche”

Nella conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri, il premier ha parlato non solo del Pnrr ma anche della telefonata con Putin

(Foto ANSA/SIR)

“La gravità della situazione ci impone di rischiare e di provare cose che possono anche non riuscire”. Il Consiglio dei ministri ha fatto il punto sull’attuazione del Pnrr, ma nella conferenza stampa di Mario Draghi dopo la riunione a Palazzo Chigi a tenere banco è stato il colloquio telefonico che il premier ha avuto con Mosca.

“Ho cercato il presidente Putin – ha raccontato Draghi – e lo scopo era chiedere se si potesse far qualcosa per sbloccare il grano che oggi è nei depositi in Ucraina perché la crisi alimentare che si sta avvicinando e in alcuni Paesi africani è già presente avrà proporzioni gigantesche e conseguenze umanitarie terribili”.

“Una prima iniziativa che si potrebbe esplorare – ha aggiunto, spiegando che ovviamente dovrà parlarne anche con il leader ucraino Zelensky – è se si possa costruire una cooperazione sullo sblocco dei porti sul mar Nero”. La posizione espressa da Putin è che la Russia è disposta ad aiutare a superare la crisi alimentare in cambio della revoca delle sanzioni. Sulla questione del grano bloccato sembra tuttavia che qualche residuo margine di approfondimento – tutto da verificare – possa ancora esserci, mentre a un giornalista che gli domandava se nel colloquio con Putin avesse visto degli spiragli di pace la risposta del premier è stata purtroppo un secco “no”. La Russia nel frattempo ha fatto sapere che continuerà a fornire ininterrottamente gas all’Italia, come peraltro sta avvenendo con tutti gli altri Paesi – ha osservato Draghi – fatta eccezione per la Finlandia e, per un momento, con la Bulgaria. Dell’iniziativa sul grano, in ogni caso, il premier intende riferire al prossimo vertice europeo straordinario in programma il 30 e 31 maggio prossimi.

Di tutt’altro tenore le comunicazioni del presidente del Consiglio sull’attuazione del Pnrr. Qui Draghi si è mostrato decisamente ottimista. In ballo ci sono gli obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno perché l’Italia possa ricevere, previa verifica europea, altri 21 miliardi di euro. Con i 46 già incassati, l’importo si avvicina a quasi un terzo del totale dei fondi destinati al nostro Paese fino al 2026.

“Il programma del governo va avanti e va avanti bene”, ha affermato il premier, rilevando che molti degli obiettivi previsti saranno raggiunti anche prima della scadenza. “Fermi i 18 obiettivi già conseguiti, entro la prossima settimana saranno raggiunti 5 obiettivi del ministero della Salute, 4 del ministero della Cultura, 2 del ministero dello Sviluppo economico e 1 del ministero dell’Istruzione”, si legge nella relazione sul Pnrr presentata in Consiglio dei ministri dal sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli. “Sono molto più tranquillo dei giorni scorsi”, ha sottolineato Draghi, e il motivo di questa tranquillità risiede nel fatto che sembrano definitivamente superati i due principali scogli su cui si erano incagliati i rapporti all’interno della maggioranza: all’accordo sul nodo degli stabilimenti balneari, che teneva al palo la riforma della concorrenza, ha fatto seguito in serata anche quello sulla delega fiscale. Entrambi i provvedimenti dovranno passare al vaglio del Parlamento e in quella sede sarà possibile accertare la solidità delle intese raggiunte tra i partiti. Anche se, non bisogna mai dimenticarlo, su tutto incombe l’immane sciagura della guerra e la sua follia distruttrice.

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