Povertà a Roma. Caritas, aumenta disagio psichico, solitudine e sfiducia. Una falsa ripartenza?

A fronte di povertà e difficoltà crescenti la Caritas di Roma ha attivi 184 Centri di ascolto parrocchiali, con oltre 25 mila persone prese in carico nell'arco di 18 mesi. 11.223 persone si sono presentate per la prima volta. Nelle tre mense Caritas sono stati distribuiti 553.074 pasti, per un totale di 41.577 persone mentre nei centri di accoglienza state ospitate 2.070 persone

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Roma si risveglia dalla pandemia più povera e sola, con senso di sfiducia e smarrimento diffusi, disuguaglianze sociali e un forte aumento del disagio psichico. E’ una “falsa ripartenza” quella che sembra emergere dalla quinta edizione del Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista” realizzato dalla Caritas diocesana di Roma, che documenta anche le numerose iniziative promosse dalle parrocchie di Roma negli ultimi due anni. Dati sugli aiuti alimentari, la distribuzione dei buoni spesa, le mense sociali, iniziative di solidarietà e proposte negli ambiti del lavoro, dell’abitare e dell’ecologia integrale. Il volume (154 pagine), centrato sull’interrogativo “False ripartenze?” è stato presentato oggi al Vicariato di Roma. Presenti il cardinale vicario Angelo De Donatis, Roberto Gualtieri, sindaco di Roma Capitale e Giustino Trincia, direttore della Caritas di Roma.

Una città in bilico. “Una città in bilico tra la tentazione di ripiegarsi sulle profonde ferite inferte dalla pandemia e la volontà di cogliere le notevoli opportunità offerte dal Pnrr, dal prossimo Giubileo del 2025 e dalla possibile assegnazione a Roma Capitale dell’Expo 2030”, questa la fotografia che emerge dal rapporto.

Tra i romani è diffusa la sfiducia. Nel 2021, anno della mancata rinascita a causa di una pandemia non ancora debellata, nei vissuti dei romani prevale la “sfiducia”, specie tra chi vive in condizioni di precarietà e marginalità. Al posto della paura è subentrato lo “smarrimento, il permanere di un senso di insicurezza rispetto al futuro e alla possibilità di recuperare certi standard di vivibilità sociale ed economica”.

Quasi il 45% della popolazione romana vive sola. Aumenta invece ”la solitudine di troppe persone e non solo per ragioni di carattere economico”. Spicca una cifra: quasi il 45% della popolazione romana vive sola, contro il 44,6% nell’anno precedente. Riguardo l’andamento demografico l’indice di vecchiaia è pari a 179,8: un dato in forte accelerazione (nel 2019 era di 174,6).

Nipoti molto più poveri dei nonni. Il paradosso è che nelle famiglie con almeno un over 65 si registra un minore rischio povertà. Esaminando, ad esempio, i dati reddituali dei romani risulta che la fascia di età con maggiore reddito complessivo è quella 60-74 anni, confermando il dato nazionale, con una media di 31.781 euro annui. Rispetto alla fascia 30-44 anni la differenza è di più di 10.000 euro a vantaggio degli over 60; tra i giovani fino a 29 anni il reddito medio disponibile è sotto i 10.000 euro, con uno scarto rispetto agli over 60 di oltre 21.000 euro annui, ad indicare l’alta cifra di lavoratori poveri.

Redditi, 15.000 euro l’anno per il 41% dei romani. Il 41,1% dei cittadini presenta un reddito individuale pari o inferiore a 15.000 euro mentre il 2,4% può contare su redditi individuali superiori a 100.000 euro. I cittadini italiani dichiarano in media 27.633 euro l’anno, gli stranieri 14.458 euro.

Il 14,1% a rischio povertà. A Roma nel 2020, secondo il rapporto Bes (Benessere equo sostenibile) le persone a rischio povertà erano pari al 14,1% dell’intera popolazione cittadina, percentuale superiore a Torino, Firenze, Milano e Genova. Il 6% dei romani dichiarava di faticare ad arrivare alla fine del mese. La soddisfazione per il lavoro riguarda solo il 7,5% dei lavoratori romani mentre la percentuale degli occupati sovraistruiti interessa quasi 1/3 del campione (27,2%) a fronte del 24,6% della media dei Grandi  Comuni.  Anche  a Roma aumenta l’incidenza dei giovani Neet (19,9%) e di coloro che abbandonano i percorsi di studio/formazione (9,6%).

Rinuncia alle cure per il 9,6% dei romani. Durante il 2020 il 9,6% della popolazione romana ha dichiarato di avere rinunciato a una o più prestazioni sanitarie pur avendone bisogno, in particolare nella fascia di 65-74 anni.

Aumentano i pazienti psichiatrici: +30%. Nella capitale è drammatico il dato sulla salute mentale, effetto collaterale della pandemia: aumentano del 30% i pazienti con patologie psichiatriche e peggiora la condizione delle persone over 75 e delle persone di 55-64 anni che vivono da sole. Rilevante anche il peggioramento della salute mentale delle donne tra 20-24 anni. In 87 centri di ascolto parrocchiali della “Rete diocesana delle parrocchie per la salute” il 18% delle parrocchie ha predisposto un apposito servizio sanitario già nel 2020.

184 centri di ascolto parrocchiali, 25 mila persone prese in carico. Un focus sui servizi della Caritas di Roma è stato realizzato nell’arco di 18 mesi, fino al 30 giugno 2021. Attivi 184 Centri di ascolto parrocchiali, con 11.223 persone che si sono presentate per la prima volta. Oltre 25 mila le persone prese in carico in questo periodo. A luglio 2021, sono risultate iscritte 52.755 persone nei registri parrocchiali, una banca dati istituita nel 2013. Il 64% delle persone seguite sono donne. I  tre Centri di ascolto diocesani (Via Marsala, Via delle Zoccolette e Ostia) hanno accolto invece 4.898 persone di cui il 40,4% donne e il 63,8% uomini. Il Nucleo assistenza legale della Caritas (Nalc) di Roma ha seguito molte persone sovraindebitate, con problemi economici ed abitativi. In aumento le consulenze riguardanti separazioni e divorzi e significativa la presenza di situazioni con maltrattamenti e violenza domestica.

Distribuiti 553.074 pasti nelle tre mense Caritas. Nelle tre mense Caritas sono stati distribuiti 553.074 pasti, per un totale di 41.577 persone. Nei 18 mesi presi in esame sono state ospitate nei centri di accoglienza 2.070 persone. Nei cinque Empori della solidarietà romani sono state autorizzate 3.075 tessere, 2.262 parrocchiali e 813 diocesane.

Il Pnrr e il Fondo nazionale complementare. Nel Lazio arriveranno 8,2 miliardi di euro di investimenti, di cui 4,6 destinati a Roma e provincia. “L’interrogativo di fondo – si chiede la Caritas di Roma – è quali potranno realmente essere le conseguenze positive delle ingenti risorse disponibili per gli ultimi, per gli scartati che vivono a Roma Capitale e nel Lazio”. La richiesta è di “fare leva su alte competenze tecniche e visione politica di lungo termine”. A questo proposito si colgono, a livello politico,  “segnali incoraggianti”.

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