Che cosa posso fare anch’io?

“I senzatetto mangiano gratis”. Era scritto così su un cartello affisso alla porta di una kebabberia di una città della nostra diocesi. Visto il tipo di cibo, il kebab, immagino che i gestori siano mussulmani, presso i quali l’elemosina è considerata uno dei principali pilastri della vita di fede del vero credente. Ora, al di là, delle considerazioni circa l’appartenenza ad una religione o all’altra, questo cartello dà da pensare, anzi dà da fare. Sì, perché è vero che i problemi del mondo sono grandi, immensi: gli sbarchi, la pandemia, il lavoro… Ma io posso sempre fare qualcosa, magari piccola, e allora comincio da quella: do da mangiare a chi davvero è nel bisogno, a chi è al verde… Importante è decidere, agire, cominciare qualcosa.

(Foto ANSA/SIR)

“I senzatetto mangiano gratis”. Era scritto così su un cartello affisso alla porta di una kebabberia di una città della nostra diocesi. Visto il tipo di cibo, il kebab, immagino che i gestori siano mussulmani, presso i quali l’elemosina è considerata uno dei principali pilastri della vita di fede del vero credente. Ora, al di là, delle considerazioni circa l’appartenenza ad una religione o all’altra, questo cartello dà da pensare, anzi dà da fare. Sì, perché è vero che i problemi del mondo sono grandi, immensi: gli sbarchi, la pandemia, il lavoro… Ma io posso sempre fare qualcosa, magari piccola, e allora comincio da quella: do da mangiare a chi davvero è nel bisogno, a chi è al verde… Importante è decidere, agire, cominciare qualcosa. A volte ci fermiamo molto prima, nonostante abbiamo la consapevolezza di avere una buona intuizione o una luminosa ispirazione. Anziché assecondarla, prendere l’iniziativa ed agire, lasciamo che si consumi e si estenui nel mondo delle ipotesi irrealizzabili. L’estate è tempo di riposo, certo, ma è anche tempo opportuno per riflettere su “che cosa posso fare anch’io”. Potrà essere una piccola cosa, un piccolo gesto di carità e di attenzione nei confronti del mio prossimo. Comincio anch’io da lì. Forse non potrò dar da mangiare ai senzatetto del mio quartiere, cercherò allora qualcosa d’altro, di più semplice e alla mia portata. L’importante è non far spallucce e non decidere niente perché – ci giustifichiamo – ci vuole senza dubbio “ben altro”. Proprio questa è la strada migliore verso l’indifferenza, che lentamente conduce alla morte interiore, alla morte dell’anima. E papa Francesco non manca mai di condannare l’indifferenza, perché è l’esatto contrario della compassione e della misericordia, virtù – tra l’altro – che sono care sia ai cristiani sia ai mussulmani.

(*) direttore “L’Azione” (Vittorio Veneto)

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