Notti magiche

L’ultimo rigore degli inglesi parato da Donnarumma, dopo l’inatteso errore di Jorginho, ha avviato una notte magica, come quella vissuta nell’ormai lontano 1982, lo stesso 11 luglio, quando la Nazionale di Bearzot vinse il Mundial in Spagna

(Foto AFP/Sir)

Un urlo ha attraversato l’Italia intera. È quello uscito da tutti noi domenica sera quando ormai era mezzanotte.

L’ultimo rigore degli inglesi parato da Donnarumma, dopo l’inatteso errore di Jorginho, ha avviato una notte magica, come quella vissuta nell’ormai lontano 1982, lo stesso 11 luglio, quando la Nazionale di Bearzot vinse il Mundial in Spagna.

Abbiamo meritato il titolo continentale. Lo possiamo scrivere e in tanti lo hanno già detto. Dopo un primo tempo da brividi, vissuto da milioni di italiani in silenzio, nella seconda frazione e durante i tempi supplementari i ragazzi guidati da Roberto Mancini hanno ripreso il pallino delle operazioni e hanno messo sotto i giocatori in casacca bianca. Troppo sicuri di sé gli inglesi, anche un po’ troppo presuntuosi. Ci guardavano dall’alto al basso e hanno immaginato di avere già vinto.

Erano lì, a casa loro, a Wembley, nel tempio del calcio, per conquistare un trofeo mai vinto dagli inventori dello sport più bello del mondo. Ma il pallone è rotondo. E quello che in partita pare acquisito non lo è mai fino al fischio finale.

Ci hanno pensato i due vecchi della squadra, Bonucci e Chiellini, a portare il punteggio in parità. Poi gli altri, titolari e riserve, hanno fatto vedere di cosa è capace un gruppo solido che sa lottare e soffrire, tutti per uno, insieme, come può accadere al nostro Paese in questi mesi estivi per ora liberi da lockdown.

La vittoria della Nazionale come metafora della ripresa dell’Italia nel dopo-pandemia forse è un paragone azzardato, ma ci può anche stare. Il presidente Sergio Mattarella, in tribuna con Matteo Berrettini, eroe della settimana a Wimbledon arresosi nello stesso pomeriggio di domenica solo davanti allo strapotere di Djokovic, ha incarnato lo spirito di un intero popolo che durante la notte si è riversato nelle piazze delle città per festeggiare una vittoria che ha il sapore del riscatto possibile.

Dell’impresa degli Azzurri rimane nella memoria collettiva un’immagine emblematica: l’abbraccio tra le lacrime a fine partita tra Roberto Mancini e Gianluca Vialli. I due amici di sempre, in campo e fuori, su quello stesso campo nel 1992 persero la finale di Champions contro il Barcellona. Domenica scorsa hanno trovato la loro notte magica. Insieme è possibile. Messaggio ed esempio sono per noi.

(*) direttore del “Corriere Cesenate”

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