Europa: non lasciar cadere il “nessun dorma” di Mattarella

Il Capo dello Stato è tornato, nel giro di pochi giorni, a sottolineare la vocazione europea dell'Italia e a sollecitare, su scala Ue, riforme e impegno comune per stare al passo dei tempi. Evitando "i rischi dell'immobilismo" quando il tempo corre veloce

Il Presidente Sergio Mattarella a Bruxelles con Ursula von der Leyen (Foto Commissione Ue)

“Nessun dorma”. I media hanno dato rilievo all’intervento che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha tenuto a Coimbra il 14 maggio. Le sfide che l’Europa – così come il mondo intero – ha di fronte richiedono di agire. Ogni ritardo rischia di essere pagato a caro prezzo. La sveglia suonata da Mattarella nella città portoghese, in occasione del XVIII Simposio Cotec Europa, è ritornata a squillare, per bocca dello stesso Presidente, in due successive occasioni: durante la visita alle istituzioni di Bruxelles, nei giorni 20 e 21 maggio, e poi ricevendo il 22 maggio, al Quirinale, i responsabili dell’Istituto affari internazionali in occasione del 60° di fondazione.
Nel rilanciare la necessità, anzi l’urgenza, di rafforzare il processo di integrazione comunitaria, Mattarella ha anche confermato – a scanso d’equivoci – la collocazione europea, e la vocazione europeista, dell’Italia.
A Coimbra il Capo dello Stato aveva anche richiamato il contenuto dei due importanti rapporti sul futuro dell’Europa affidati da Consiglio europeo e Commissione Ue agli italiani Enrico Letta e Mario Draghi. Quasi a dire: l’Europa ha massima stima e si affida, nel cercare strade da percorrere, a due autorevoli connazionali. “I rischi dell’immobilismo sono ben identificati nel Rapporto Draghi come in quello Letta”, il primo sulla competitività, il secondo sul futuro del mercato interno. “Le conseguenze ipotetiche per l’Europa, ad esempio in termini di arretramento nelle condizioni materiali di benessere diffuso o di un allontanamento irreversibile dalla frontiera tecnologica, ne accrescerebbero anche la vulnerabilità sui piani strategico e geopolitico, riducendone la capacità di contrastare le attuali perturbazioni, così allarmanti, dell’ordine internazionale. Scongiurare tali rischi è fondamentale. A questo fine – si osserva nei due rapporti – che occorre introdurre misure efficaci e allo stesso tempo ambiziose”.
Dopo aver portato alcuni esempi di ritardi, e aver sottolineato la questione della difesa comune, Sergio Mattarella aveva dichiarato: “Non è difficile immaginare quale sarebbe oggi la condizione dell’Unione, di fronte al mutato contesto geopolitico, se avessimo scelto a suo tempo di compiere quel salto di qualità politico nel processo di integrazione. Oggi siamo in ritardo, in rincorsa rispetto agli eventi e dobbiamo, di conseguenza, avvertirne l’urgenza”. Dunque: fare le riforme per attrezzare l’Ue a stare al passo coi tempi, considerando il turbolento contesto attuale: guerre, dazi trumpiani, cambiamento climatico, demografia e migrazioni…
Il 22 maggio Mattarella ha precisato: “L’Europa rimane il nostro primo orizzonte di riferimento. E rappresenta, per tutto il mondo, l’esperimento di integrazione più imitato. Non perfetto, ma di maggiore successo”.Eppure, “viviamo una congiuntura internazionale in cui i valori e il ruolo dell’Unione sembrano bersaglio di ostilità e di tentativi di arretramento” (monito a populisti e nazionalisti).
Mattarella resta convinto che “in ogni fase di transizione, tra le difficoltà, vi sono opportunità che vanno colte”. Specificando: “La riapparsa minaccia russa e una nuova e imprevista dialettica con gli Stati Uniti hanno conferito centralità al tema dell’autonomia strategica, intesa non soltanto come aumento delle risorse per la difesa, ma particolarmente come visione del ruolo che l’Europa è chiamata a svolgere. Per garantire la sicurezza dei suoi cittadini e per orientare, come sua tradizione da tanti decenni, verso pace e collaborazione la vita internazionale”. Giungendo infine a lanciare un messaggio “interno”: “L’Italia ha costruito la sua prosperità sull’integrazione europea, sull’Alleanza atlantica, sul convinto sostegno alle Nazioni Unite”.
I richiami del Presidente della Repubblica arrivano con costanza, chiarezza e sguardo sempre rivolto al futuro. È la prospettiva in cui Mattarella inserisce il cammino dell’Italia nell’Ue e dell’Ue nell’orizzonte internazionale. In una fase in cui gli scenari sono in rapido movimento ecco l’appello pressante e costruttivo: “Nessun dorma”.

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