Elezioni in Romania, Polonia e Portogallo. Con un occhio all’Europa

Domenica di voto per i cittadini romeni (ballottaggio presidenziali), polacchi (primo turno presidenziali) e portoghesi (legislative). Si confrontano forze conservatrici e nazionaliste, con coalizioni europeiste o partiti socialisti. Da Bruxelles si seguono i risultati, che potrebbero avere ripercussioni sul cammino dell'Unione europea

Campagna elettorale in Romania (Foto ANSA/SIR)

Una delicatissima domenica elettorale attende l’Europa. Romania, Polonia e Portogallo vivono infatti, il 18 maggio, tre appuntamenti con le urne che, ciascuno per la sua parte, possono segnare significativi tornanti politici per ciascuno di questi Paesi e per il percorso di integrazione Ue.

Romania. A Bucarest si svolge il ballottaggio per le presidenziali, che vengono ripetute dopo l’annullamento del primo turno tenutosi a novembre 2024 per “ingerenze straniere”, dove aveva prevalso il nazionalista filorusso Călin Georgescu. In corsa ora c’è George Simion, in pole position, avendo raccolto al primo turno ampia parte dei consensi. In testa nei sondaggi, Simion preoccupa Bruxelles per le sue posizioni anti-Europa e pro-Putin. Nazionalista di ultra destra (partito Aur), potrebbe allontanare il Paese dal cuore dell’Ue. A contendergli la presidenza della Repubblica c’è il sindaco di Bucarest Nicusor Dan, centrista, indipendente, di marca europeista. La Romania arriva a questo voto con un presidente ad interim e un premier nella stessa posizione. Il Paese non naviga in ottime acque sul versante economico e sembra venir meno tra i cittadini la fiducia nelle istituzioni. Se Simion dovesse prevalere, rappresenterebbe il Paese in seno al Consiglio europeo, dove sulle principali politiche si decide all’unanimità. Si teme, dunque, che possa aggregarsi alla pattuglia degli euroscettici Viktor Orban (Ungheria), Robert Fico (Repubblica Ceca) e altri leader che stanno mettendo i bastoni tra le ruote al cammino dell’Unione europea. Nei giorni precedenti il voto Simion ha incontrato alcuni leader a livello nazionale fra cui lo stesso Orban, l’ex premier polacco, Mateusz Morawiecki, la premier italiana Giorgia Meloni e ha partecipato a Bruxelles a un evento del partito di estrema destra fiammingo, Vlaams Belang. Nicusor Dan dal canto suo ha ricevuto espressioni di simpatia da parte di altri leader europei, fra cui il presidente francese Macron.

Polonia. Voto incandescente anche in Polonia, dove domani gli elettori sono chiamati al primo turno delle presidenziali. Nel Paese il presidente della Repubblica ha un importante ruolo politico e può contare sul potere di veto rispetto ad alcune decisioni del governo. Andrzej Duda, attuale presidente, non ha potuto ricandidarsi per raggiunti limiti di mandato: è espressione del PiS, il partito Diritto e giustizia fondato dai gemelli Lech e Jarosław Kaczyński, espressione della destra nazionalista. L’attuale premier Donald Tusk, fondatore di Piattaforma civica, già alla guida del governo dal 2007 al 2014 e poi presidente del Consiglio europeo, è un centrista, europeista, aderente al Partito popolare europeo. La “Coalizione civica” che lo sostiene a Varsavia candida alle presidenziali il sindaco della capitale, Rafal Trzaskowski. Secondo i sondaggi, Trzaskowski sarebbe favorito al primo turno rispetto al candidato del PiS, lo storico Karol Nawrocki. Gli esiti del possibile ballottaggio (per essere eletti al primo turno occorre la maggioranza assoluta dei voti) appaiono però incerti, perché al secondo turno Nawrocki potrebbe contare sul sostegno di coloro che domani voteranno per il candidato del partito Confederazione, di estrema destra, Slawomir Jerzy Mentzen.

Portogallo. Portoghesi ai seggi nella giornata di domani per le elezioni legislative anticipate. A marzo il premier Luis Montenegro, chiamato in causa dalla possibile indagine di una commissione parlamentare sulle attività di una società di consulenza intestata ai propri figli, aveva presentato una mozione di fiducia, respinta dal Parlamento. Montenegro, esponente del Partito socialdemocratico, conservatore di centrodestra alleato con il Partito popolare, è dato in vantaggio nei sondaggi, seguito dal Partito socialista guidato da Pedro Nuno Santos. Segue il partito di estrema destra Chega: la campagna elettorale del suo leader, André Venuta, ha avuto una battuta di arresto negli ultimi giorni per un malore del leader che lo ha costretto a un doppio ricovero ospedaliero. L’altra forza in campo ha alla testa Rui Rocha, leader di Iniziativa Liberale, non lontano dall’idea di una convergenza governativa con la coalizione di centrodestra, assicurandole i voti per raggiungere la maggioranza in Parlamento a Lisbona.

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