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Papa vuole incontrare Putin a Mosca. Mons. Pezzi: “Per Francesco l’altro è sempre un fratello mai un nemico”

Mons. Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi russi, commenta al Sir il desiderio confidato da Papa Francesco oggi in una intervista al Corriere della Sera di andare a Mosca ad incontrare il presidente Putin: “Sappiamo benissimo che in tutti questi anni si è sempre detto che non c’erano le condizioni. Ma la situazione che si è venuta a creare in Ucraina scompagina radicalmente le carte in tavola”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Ho visto la notizia e devo dire che ha sorpreso anche me. Sorpreso in senso buono e anche come ci ha sempre abituato a sorprenderci e stupirci Papa Francesco”. Esordisce così mons. Paolo Pezzi, arcivescovo di Mosca e presidente dei vescovi cattolici della Federazione Russa, alla notizia che è desiderio di Papa Francesco andare a Mosca, per incontrare Putin. “Io sono un prete, che cosa posso fare?”, ha detto il Papa in un’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera. “Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta”.

(Foto Siciliani-Gennari/SIR)

Eccellenza, lei crede possibile un viaggio del Papa a Mosca? Pensa che il presidente Putin accetti di incontrare il Santo Padre?

Devo dire che in linea di principio questa possibilità, cioè che il Papa venga a Mosca, è possibile. Noi sappiamo benissimo che in tutti questi anni si è sempre detto che non c’erano le condizioni. Ma la situazione che si è venuta a creare in Ucraina e tra Russia e Ucraina, scompagina radicalmente le carte in tavola. Difficile poter dire invece se il presidente accetterà questa proposta. Penso che l’idea di incontrarsi sia vista positivamente dal presidente. Non so però ed è difficile dire se sia il presidente ad andare a Roma. Potrebbe invece essere disposto a incontrare il Papa qui, in Russia.

Nell’intervista, il Papa dice di aver avuto un colloquio via zoom di 40 minuti con il Patriarca di Mosca ed ha parlato di uno scambio molto franco con lui sul tema della pace. Che segnale è? Il Papa non ha smesso di credere in Kirill?

Non penso che ci sia stata una rottura nei rapporti tra il Papa e il Patriarca. È una mia impressione. Ci possono essere punti di vista su cui si è distanti. Però penso che i diversi tentativi fatti – non solo il colloquio zoom ma anche le lettere che si sono scambiati – vadano nella direzione di un rapporto che continua. Non dobbiamo dimenticare che per il Papa c’è un fattore importante ed è la convinzione profonda che l’altro non è mai un nemico, non è mai un antagonista ma sempre un fratello e questo anche nel caso in cui il fratello non volesse incontrarsi o abbia opinione diverse. Per il Papa l’altro resta sempre un bene.

Sarebbe possibile quindi un’azione comune per la pace?

Penso che un’azione comune per la pace innanzitutto è quello che ha esplicitamente detto Papa Francesco. Oltre a questo, penso che sia importante riandare alle parole di Gesù nella Pasqua. È Cristo quello che dona la pace. Noi non potremmo essere costruttori di pace se non riconosciamo innanzitutto la pace che dona e può donare solo Cristo.

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