Nowakowski (Eparca Regno Unito): “Putin andava fermato prima. Questa guerra è iniziata in Crimea nel 2014”

“Quando ho acceso la radio, giovedì scorso, mi si è spezzato il cuore, come è capitato a tutti. Non riuscivo a credere che Putin avesse davvero attaccato la mia gente”. Il vescovo Kenneth Nowakowski è l’eparca della comunità greco-cattolica ucraina del Regno Unito e responsabile della cattedrale della Sacra Famiglia a Londra. “Sono profondamente grato a Papa Francesco per tutto quello che sta facendo per il popolo ucraino. Il suo esempio è stato fonte di ispirazione per noi”, dice l’eparca al Sir, “Vladimir Putin andava fermato prima. Questa guerra è cominciata nel 2014, con l’annessione della Crimea, ma, nello spazio di poco tempo, l’Occidente si è abituato al conflitto ed ha addirittura dimenticato che fosse in corso”.

(Foto Gregorio Semenkov)

“Quando ho acceso la radio, giovedì scorso, mi si è spezzato il cuore, come è capitato a tutti. Non riuscivo a credere che Putin avesse davvero attaccato la mia gente”. Il vescovo Kenneth Nowakowski è l’eparca della comunità greco-cattolica ucraina del Regno Unito e responsabile della cattedrale della Sacra Famiglia a Londra, un bell’edificio di stile bizantino costruito alla fine dell’ottocento e non lontano dalla cattedrale cattolica di Westminster. Insediato nel 2020, il vescovo ha vissuto per oltre dieci anni in Ucraina.

(Foto Vatican Media)

“Sono profondamente grato a Papa Francesco per tutto quello che sta facendo per il popolo ucraino. Il suo esempio è stato fonte di ispirazione per noi”, dice l’eparca, “Ci siamo uniti all’appello del Santo Padre, che ha chiesto digiuno e preghiera per il popolo ucraino, durante il Mercoledì delle Ceneri, e continueremo a pregare per la pace nel nostro Paese, insieme ai nostri fratelli cattolici. Per noi cristiani soltanto la preghiera consente di arrivare a Dio. È un’arma potente anche per i miei amici ucraini cosi in difficoltà in questo momento. Da quando la Russia ha invaso la Crimea, otto anni fa, preghiamo per la pace ogni volta che celebriamo una funzione”.

“Vladimir Putin andava fermato prima. Questa guerra è cominciata nel 2014, con l’annessione della Crimea, ma, nello spazio di poco tempo, l’Occidente si è abituato al conflitto ed ha addirittura dimenticato che fosse in corso”, spiega l’eparca al Sir. “È capitato cosi anche alla fine di febbraio, quando Putin ha ammassato truppe al confine con l’Ucraina. Era chiaro che avrebbe attaccato. Bisognava intervenire subito, otto anni fa, con sanzioni e azioni diplomatiche. Anche io, però, facevo fatica a credere che la Russia avrebbe davvero cominciato una guerra”.

Il vescovo è in contatto costante con i suoi amici e colleghi che si trovano in Ucraina e parla spesso anche con Sua Beatitudine Sviatoslav Shevchuk, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. “Comunichiamo col telefonino o via Zoom e cerco di dare loro coraggio e di trasmettere il mio affetto. È importante che gli ucraini, in questo momento, non si sentano isolati e ci tengo a sapere come stanno. Spesso ai miei amici non viene consentito di uscire di casa, neppure per andare a comprare da mangiare. Anche l’acqua scarseggia. Molti malati sono stati spostati in rifugi sotterranei. Provo tanta tristezza al pensiero delle decine di migliaia di persone che hanno dovuto lasciare la loro casa e hanno perso tutto e sono diventati rifugiati che, certo, dobbiamo prepararci ad accogliere”.

“I miei amici ucraini ci sono molto grati per tutti gli aiuti che stiamo mandando loro”, dice ancora il vescovo, “ma sono anche terrorizzati. Si trovano a fare i conti con un esercito enorme. È come se Davide combattesse Golia, una situazione disperata. Gli dico che preghiamo per loro e che il governo britannico sta facendo il possibile per garantire la pace in Ucraina e che facciamo azione di lobby perché i rifugiati vengano accolti. Abbiamo anche avviato una raccolta di fondi e abbiamo raggiunto, fino ad oggi, più di un milione di sterline, circa 1.200.000 euro da investire in aiuti umanitari da inviare in Ucraina”.

La guida dei fedeli ucraini greco-cattolici del Regno Unito spiega che Cafod, l’agenzia per gli aiuti ai Paesi in via di sviluppo della Conferenza episcopale cattolica di Inghilterra e Galles, sta raccogliendo donazioni, in un appello per l’Ucraina lanciato qualche giorno fa. Anche le parrocchie anglicane stanno raccogliendo cibo, medicine e anche materassi da inviare a Caritas e alla Croce Rossa, cosi che possano arrivare al popolo ucraino. La chiesa della Sacra Famiglia, della quale l’eparca è responsabile, è diventata una base di coordinamento per gli aiuti da inviare in Ucraina.

E il futuro? “Tutto dipende da Vladimir Putin che può fermare questa guerra, se vuole, o continuare, mentre l’Europa assiste inorridita e incredula”, dice ancora il vescovo Kenneth Nowakowski, “Dobbiamo chiederci perché Putin vuole distruggere l’Ucraina e la risposta è molto semplice. Perché questo Paese, che è stato libero e indipendente per trent’anni, da quando si è staccato dall’Unione Sovietica nel 1991, e ha avuto due elezioni libere e trasparenti, di due presidenti democraticamente eletti, rappresenta per lui una minaccia. Putin sa che i cittadini russi, guardando oltre il confine, a un’Ucraina libera e indipendente, direbbero: ‘Perché non possiamo essere come il popolo ucraino?’. La distruzione dell’Ucraina è indispensabile perché Putin possa continuare a rimanere al potere e illudendoci che la guerra non sarebbe cominciata l’Europa si è fatta trovare impreparata. Dobbiamo chiederci dove sarà il prossimo attacco russo. A Varsavia?”.

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