Don Aldo Giordano, un regalo di Dio

Paolo Bustaffa, già direttore del Sir, ricorda il nunzio vaticano scomparso ieri a Lovanio. “È stato un maestro del dialogo. Non aveva bisogno di cattedra, la sua autorevolezza e la sua credibilità si manifestavano nella capacità di ascolto, nel parlare chiaro e rispettoso e nell’esprimersi anche con il sorriso”. Fu convinto sostenitore della nascita di Sir Europa

(foto archivio)

“Se vuoi costruire una nave non chiamare a raccolta gli uomini per procurare la legna e distribuire i compiti, ma insegna loro la nostalgia del mare ampio e infinito”. Con questo aforisma di Saint-Exupery, che amava e citava spesso, don Aldo Giordano comunicava l’idea d’Europa che aveva nel cuore: “un mare da solcare e da evangelizzare”. Anche attraverso un’immagine sapeva trasmettere il significato e la bellezza di un’esperienza che abbracciava i popoli, andava oltre i confini nazionali, diventava testimonianza di fraternità. Questa idea lo ha accompagnato dal 1995 al 2008, gli anni del servizio di Segretario generale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee
Il percorso è continuato dal 2008 con la nomina di Osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. Raccontava con entusiasmo la prima “Messa per l’Europa” che celebrò a Strasburgo nel 2009 e che vide la partecipazione di numerosi rappresentanti dei Paesi membri del CdE. “Non credevo ai miei occhi – mi disse – ma in quel momento compresi come Dio è capace di unire attorno a sé tanta diversità e a farne uno stupendo spettacolo di unità. Compresi in quella occasione come la ricerca di Dio fosse viva in donne e uomini impegnati nella promozione e nella tutela dei diritti dell’uomo”. Da pochi mesi Nunzio apostolico presso l’Unione europea, aveva ripreso il percorso europeo: era rientrato dal Venezuela dove dal 2013, anno in cui fu consacrato vescovo, al 2021 era stato Nunzio apostolico.
Don Aldo è stato un maestro del dialogo, lo accompagnavano una solida preparazione teologica e filosofica, una grande sensibilità, una dignitosa umiltà, la gioia di essere prete. Negli incontri con le altre Chiese cristiane, con le diverse religioni e culture questi suoi talenti apparivano immediatamente. Non aveva bisogno di cattedra, la sua autorevolezza e la sua credibilità si manifestavano nella capacità di ascolto, nel parlare chiaro e rispettoso e nell’esprimersi anche con il sorriso. Indimenticabile la sua esultanza dopo la firma della Charta Oecumenica (2001).
Un pensiero che lo accompagnava era sulla necessità di portare la vita e il pensiero del Ccee oltre gli spazi degli addetti ai lavori: qui si inserì la nascita di Sir Europa. Fu la seconda Assemblea speciale per l’Europa (1999) a portare a maturazione un progetto che trovò l’agenzia giornalistica Sir e la Conferenza episcopale italiana pronti all’avventura che pochi anni dopo venne stimolata dalla esortazione post-sinodale “Ecclesia in Europa” (2003). Vedeva in questo percorso un’esperienza professionale unica che progressivamente si accreditava nelle Chiese d’Europa e nelle istituzioni europee.Don Aldo Giordano era un amante della natura, della montagna, dello sci. Amava anche l’umorismo: una volta a tavola si parlava di questo sport e qualcuno gli chiese: “Qual è il tuo stile preferito?”. Rispose: “Il mio è lo stile evangelico… la gamba destra non deve sapere quello che fa la gamba sinistra”.
È infine bello riportare un episodio che lui stesso racconta nel libro intervista a cura di Alberto Campoleoni che consente di leggere la sua storia e il suo pensiero. Si riferisce a due giovani africane che in San Pietro lo seguono per riuscire a pregare accanto alla salma di Giovanni Paolo II. Ci riescono grazie a lui che poi così le saluta: “Quasi sicuramente non ci incontreremo più su questa terra ma possiamo darci un appuntamento in Paradiso”. Le due ragazze rispondono: “Allora arrivederci in Paradiso: lei in Paradiso ci va certamente per il regalo che oggi ci ha fatto!”. Don Aldo Giordano, un regalo di Dio.

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