Perdono d’Assisi. Gigante: “Dire sì al progetto di felicità cui Dio chiama”

“Infinitamente buono” è stato il tema della 40ª Marcia francescana organizzata, come ogni anno, dai Frati minori d’Italia. Centinaia di giovani, provenienti da tutta Italia ed Europa, si sono dati appuntamento il 2 agosto scorso, sul sagrato della basilica di Santa Maria degli Angeli per la Festa del Perdono d’Assisi, dono grande chiesto dal Poverello d’Assisi, desideroso di mandare tutti in Paradiso

(Foto: Sacro Convento Assisi)

“Infinitamente buono” è stato il tema della 40ª Marcia francescana organizzata, come ogni anno, dai Frati minori d’Italia. Centinaia di giovani, provenienti da tutta Italia ed Europa, si sono dati appuntamento, come è consuetudine sul sagrato della basilica di Santa Maria degli Angeli per la Festa del Perdono d’Assisi, dono grande chiesto dal Poverello d’Assisi, desideroso di mandare tutti in Paradiso. La celebrazione conclusiva è stata presieduta il 4 agosto mattina da mons. Rodolfo Cetoloni, frate minore e vescovo emerito di Grosseto, ideatore della Marcia francescana. Con fra Milko Gigante, responsabile nazionale della marcia francescana, nonché vicario della Provincia religiosa dei Frati minori di Lecce e coordinatore nazionale degli animatori vocazionali Compi (Conferenza dei ministri provinciali d’Italia e Albania) cui è stato invece affidato il compito di accogliere e ringraziare tutti i marciatori e quanti hanno permesso la realizzazione della marcia, facciamo il punto sull’iniziativa con un occhio al futuro.

Fra Milko, “Infinitamente buono” è stato il tema della Marcia francescana appena conclusa: quale significato assume alla luce dell’esperienza vissuta?
Mi piace collegare la parola infinitamente con le parole per sempre; un per sempre che tocca la nostra esistenza e le ridona vita. È questa nostra vita ad aver sperimentato nei giorni appena trascorsi, quelli intensi e vivaci della marcia francescana, la fedeltà di Dio, che non tiene conto del nostro peccato, ma guarda il cuore, guarda al nostro essere figli. Figli accolti, quindi, dall’abbraccio di un Padre che è infinitamente buono.

Da tutt’Italia e dall’Europa ad Assisi, tanti sono stati i giovani marciatori in cammino: quale esperienza hanno vissuto?
Accompagnati da frati, suore e sacerdoti, con uno zaino in spalla carico di domande, attese, sogni, in tanti hanno percorso chilometri e chilometri. E non solo di strada. Lungo e profondo è stato, infatti, pure il viaggio dentro sé stessi, nella propria storia, tra le proprie relazioni; un cammino compiuto grazie alle catechesi proposte loro a partire da alcuni brani evangelici e che ha portato ognuno a guardare faccia a faccia quei nodi da sbrogliare, da consegnare alla misericordia di Dio, ma anche a scorgere tutti i doni, tutta la bellezza seminata da sempre dal Padre. C’è chi, allora, ha scoperto l’esistenza del Padre attraverso gli sguardi di cura, la passione, la tenerezza, la provvidenza di chi ha incontrato nel cammino. C’è chi ha trovato il coraggio di cambiare sguardo verso sé stesso, iniziando a considerare tutta la propria esistenza per ciò che realmente è: terra benedetta dal Signore, luogo santo perché casa del Padre. C’è chi ha ricevuto in dono la perdita d’equilibrio necessaria a compiere un passo nell’accoglienza della propria vocazione, nel dire sì al progetto di felicità cui Dio chiama. C’è chi, insomma, a cuore scalzo, si è arreso all’amore di Dio, davvero infinitamente buono. Davvero infinitamente buono per sempre.

Durante il cammino, c’è chi ha fatto tappa anche in alcuni luoghi cari a Francesco d’Assisi, quindi in conventi, monasteri, incontrando fraternità e comunità: che esperienza è stata?
È stato bello scorgere negli occhi e nelle mani di frati, monache e suore, di chi insomma ci ha generosamente accolto, la Provvidenza di Dio. È stato bello sapere di fratelli e sorelle pronti ad allargare lo spazio della propria tenda, a condividere spazi e tempi, sino a lasciarsi letteralmente invadere da cucine da campo, scodelle, sacchi a pelo, e dalla freschezza e dall’allegria dei marciatori. Luoghi, grazie alle fraternità e comunità presenti, in cui si è stati dissetati e curati nello spirito prima ancora che i piedi trovassero sollievo, prima ancora di essere rifocillati e confortati dal caldo con un bicchiere d’acqua fresca.

Si chiude così, allora, la 40a marcia francescana, con tanti giovani marciatori testimoni del Vangelo, impegnati ad evangelizzare con i propri passi, con la propria audacia, e a ricordare che la Buona Notizia “è giovane” e conduce verso l’altro, e provoca ad essere discepoli della Parola infinitamente buoni e vivi.

 

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