Di fronte alle “strategie armate, ammantate di discorsi ipocriti, di proclami ideologici, di falsi motivi religiosi”, lo sguardo della Madre di Dio è disarmante, perché vede le cose con lo sguardo del Figlio. È il filo rosso delle parole di Leone XIV durante il tradizionale “Te Deum” di ringraziamento al termine dell’anno civile, presieduto nella basilica di San Pietro, quasi al termine dell’anno giubilare. A Roma, “città del Giubileo”, davanti al sindaco, Roberto Gualtieri, il Papa ha augurato di “essere all’altezza dei suoi piccoli: dei bambini, degli anziani soli e fragili, delle famiglie che fanno più fatica ad andare avanti, di uomini e donne venuti da lontano sperando in una vita dignitosa”. Al termine del “Te Deum”, il Santo Padre ha raggiunto il presepe allestito al centro di piazza San Pietro.
I due disegni. “In questo nostro tempo sentiamo il bisogno di un disegno sapiente, benevolo, misericordioso”, la prima immagine evocata da Leone: “Che sia un progetto libero e liberante, pacifico, fedele, come quello che la Vergine Maria proclamò nel suo cantico di lode: ‘Di generazione in generazione la sua misericordia / si stende su quelli che lo temono’”.
“Altri disegni, però, oggi come ieri, avvolgono il mondo”,
la denuncia del Papa: “Sono piuttosto strategie, che mirano a conquistare mercati, territori, zone di influenza.
Strategie armate, ammantate di discorsi ipocriti, di proclami ideologici, di falsi motivi religiosi”.
“Ma la Santa Madre di Dio, la più piccola e la più alta tra le creature, vede le cose con lo sguardo di Dio”, ha spiegato il Pontefice: “vede che con la potenza del suo braccio l’Altissimo disperde le trame dei superbi, rovescia i potenti dai troni e innalza gli umili, riempie di beni le mani degli affamati e svuota quelle dei ricchi. La Madre di Gesù è la donna con la quale Dio, nella pienezza del tempo, ha scritto la Parola che rivela il mistero. Non l’ha imposta: l’ha proposta prima al suo cuore e, ricevuto il suo ‘sì’, l’ha scritta con ineffabile amore nella sua carne. Così la speranza di Dio si è intrecciata con la speranza di Maria, discendente di Abramo secondo la carne e soprattutto secondo la fede”.
La speranza dei piccoli salva il mondo. “Dio ama sperare con il cuore dei piccoli, e lo fa coinvolgendoli nel suo disegno di salvezza. Quanto più bello è il disegno, tanto più grande è la speranza”, ha osservato il Papa:
“E in effetti il mondo va avanti così, spinto dalla speranza di tante persone semplici,
sconosciute ma non a Dio, che malgrado tutto credono in un domani migliore, perché sanno che il futuro è nelle mani di Colui che gli offre la speranza più grande”, ha proseguito: “Una di queste persone era Simone, un pescatore di Galilea, che Gesù ha chiamato Pietro. Dio Padre gli ha donato una fede così schietta e generosa che il Signore ha potuto costruirci sopra la sua comunità. E noi siamo ancora oggi qui a pregare presso la sua tomba, dove pellegrini di ogni parte del mondo vengono a rinnovare la loro fede in Gesù Cristo Figlio di Dio. Ciò è accaduto in modo speciale durante l’Anno Santo che sta per concludersi”.
Gli auguri a Roma. “Roma è la città del Giubileo”, e deve “essere all’altezza dei suoi piccoli. Dei bambini, degli anziani soli e fragili, delle famiglie che fanno più fatica ad andare avanti, di uomini e donne venuti da lontano sperando in una vita dignitosa”. E’ l’augurio del Papa alla Capitale. “Il Giubileo è un grande segno di un mondo nuovo, rinnovato e riconciliato secondo il disegno di Dio”, ha ricordato Leone XIV: “E in questo disegno la Provvidenza ha riservato un posto particolare a questa città di Roma. Non per le sue glorie, non per la sua potenza, ma perché qui hanno versato il loro sangue per Cristo Pietro e Paolo e tanti altri martiri. Per questo Roma è la città del Giubileo”. “Oggi ringraziamo Dio per il dono del Giubileo, che è stato un grande segno del suo disegno di speranza sull’uomo e sul mondo”, l’omaggio di Papa Prevost: “E ringraziamo tutti coloro che nei mesi e nei giorni del 2025 hanno lavorato al servizio dei pellegrini e per rendere Roma più accogliente”. “Questo era stato, un anno fa, l’auspicio dell’amato Papa Francesco”, ha sottolineato Leone XIV: “Vorrei che lo fosse ancora, e direi ancora di più dopo questo tempo di grazia.
Che questa città, animata dalla speranza cristiana, possa essere al servizio del disegno d’amore di Dio sulla famiglia umana.
Ce l’ottenga l’intercessione della Santa Madre di Dio, Salus Populi Romani”.

