“Abbiamo vissuto un anno di grazia, l’Anno giubilare, che oggi nella nostra realtà diocesana si conclude. Sono stati tanti e diversi i momenti vissuti come comunità diocesana e tanti come comunità parrocchiali, tutto ciò ha dato la possibilità a ciascuno di sperimentare la bellezza della Misericordia e dissetarsi alla sorgente del Perdono affinché fossimo rinnovati a nuova vita”. Lo ha detto l’arcivescovo dell’Aquila, mons. Antonio D’Angelo, nell’omelia per la messa solenne di chiusura del Giubileo nell’arcidiocesi, celebrata ieri nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio. “La verifica che dovremmo fare a conclusione di questo Anno giubilare è proprio questa: quanto sono cresciuto nella carità? Mi sento abitato dalla carità?”, ha proseguito il presule. “L’Anno giubilare non può limitarsi al semplice atto sacramentale, importante per la vita di fede, un punto di forza centrale, ma poi deve irradiarsi, questa grazia, in tutto il nostro cuore e in tutta la nostra persona, perché ‘la pace di Cristo regni nei nostri cuori'”, ha sottolineato mons. D’Angelo. “Per noi la speranza è Cristo, quindi ne siamo certi che non delude, anzi Lui va sempre oltre, ci ama donando la vita per noi”, ha aggiunto l’arcivescovo. “Oggi diciamo che si conclude questo tempo giubilare ma continua il cammino in comunione con Cristo, in lui ritroviamo quella carità che rischiara il cuore, lo illumina e ogni paura scompare”, ha concluso: “Grazie a questo dono si è capaci di attraversare anche le nuvole oscure della vita”.