Giubileo 2025: mons. Soddu (Terni), “piantare i semi di speranza nei giorni della nostra vita, nelle famiglie, nelle comunità”

“Chiudendo l’Anno giubilare siamo invitati a cogliere i bei semi di speranza che da esso sovrabbondano, per piantarli nei giorni della nostra vita, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità”. Lo ha sottolineato ieri il vescovo di Terni-Narni-Amelia, mons. Francesco Soddu, nella celebrazione di chiusura del Giubileo della speranza in diocesi.
Nell’omelia, in una cattedrale gremita, il presule ha ricordato i momenti comuni vissuti in questo Anno Santo nei pellegrinaggi vicariali alle chiese giubilari di Terni, di Narni e di Amelia, negli incontri di riconciliazione e momenti di preghiera che hanno coinvolto numerose parrocchie, realtà associative e che hanno avuto il culmine nel grande pellegrinaggio delle diocesi umbre a Roma il 13 settembre scorso, con il passaggio della Porta Santa e l’incontro con Papa Leone XIV in San Pietro. “Tutto ciò che abbiamo vissuto in questo anno giubilare – ha evidenziato il vescovo – oggi ci viene riconsegnato per le mani della Santa Famiglia, affinché in lei possiamo sempre proseguire sulla strada della speranza, che abbiamo imparato a riconoscere nella presenza della persona di Gesù. Egli è la nostra speranza, senza di lui niente ha valore e tutto è privo di senso. Questo è il clima proprio che si respira nella santa famiglia. Un clima fatto di presenza di pace, accoglienza silenzio, riflessione e ascolto di Dio, della sua parola”. Mons. Soddu ha indicato la casa di Nazareth come ispirazione e forza continua per vivere ed alimentare la speranza: “Ogni nostra famiglia – ha aggiunto il vescovo – ha l’opportunità di trovare nella famiglia di Nazareth una serie di motivazioni per condurre una vita sana, bella, buona. Può comprendere ed apprezzare la bellezza del dialogo e dell’incontro. Può lasciarsi educare al lavoro impegnativo o anche difficile da trovare ed ottenere. Può imparare ad accogliere i propri limiti e le sofferenze. Nella casa di Nazareth possiamo trovare tutte le famiglie del nostro tempo provate dalle più varie vicende dolorose: dell’esule, di chi deve andare lontano per trovare dignità e lavoro, sicurezza e rispetto. Possiamo trovare tutte le famiglie che quotidianamente si edificano in maniera dignitosa ed amano la vita. Nella casa di Nazareth può trovare risposte anche ogni famiglia che si trova ad essere avvelenata dall’incomprensione e dalla violenza. In quella casa deve trovare ispirazione anche la nostra comunità di fede, la nostra famiglia diocesana, nel sapersi edificare mettendosi a disposizione della Parola di Dio e dei suoi progetti per il bene di tutti e per l’edificazione della Chiesa”.

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