Pace: card. Zuppi (Cei), “no a globalizzazione impotenza, non restiamo indifferenti dinanzi a sofferenze e grido di tanti”

Di fronte ai conflitti che continuano in Ucraina, Medio Oriente, Siria e Africa, “si inizia a costruire la pace nel cuore, liberandolo dagli egoismi, dall’individualismo che ci impedisce di vedere l’altro come un fratello, dalla tentazione di potersi salvare da soli, da quella violenza subdola che avvelena le relazioni”. Lo sostiene il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, in un’intervista al Sir. Il porporato evidenzia la necessità di “disarmare l’Io da ciò che lo rovina: l’egoismo che ne fa un’idolatria. Solo con il Tu di Dio e il Noi della Chiesa troviamo l’Io”. “Possiamo costruire ponti lì dove si alzano muri e alimentare il dialogo dove si parla sopra gli altri o senza cuore”, prosegue il card. Zuppi, richiamando l’impegno a “diversi livelli: personale, comunitario, istituzionale, nazionale e sovranazionale”. “Papa Leone ha chiesto che ogni comunità diventi una casa della pace e della nonviolenza: è l’impegno che la Chiesa in Italia ha assunto in questo tempo della forza, dalla penosa esibizione di sé alla tragica forza delle armi”, sottolinea il presidente della Cei. “Diciamo no alla globalizzazione dell’impotenza e non restiamo indifferenti dinanzi alle sofferenze e al grido di tanti”, conclude: “È una sfida, è responsabilità che ci chiama in causa, adesso e senza deleghe”.

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