Checco Zalone torna con “Buen camino”, Michieletto debutta con “Primavera” e incontra Vivaldi sul grande schermo

Checco Zalone torna al cinema con “Buen camino”, commedia sul Cammino di Santiago e sul riscatto affettivo tra padre e figlia. Damiano Michieletto debutta con “Primavera”, dramma in costume tratto da “Stabat Mater” di Tiziano Scarpa, ambientato nella Venezia del ’700. Due film italiani sfidano “Avatar” nel box office natalizio 2025

(Foto Ufficio stampa)

A dare filo da torcere ad “Avatar. Fuoco e cenere” nella conquista del box office delle feste due titoli italiani diversissimi tra loro. Il primo è la commedia “Buen camino” con Checco Zalone, ovvero Luca Medici, diretta da Gennaro Nunziante. Racconto brillante e irriverente sulla società opulenta di oggi, vanesia e vuota, che trova riscatto nell’ascolto dei figli e nel ricentrarsi nei valori. Ad aiutare è l’esperienza del Cammino di Santiago. Zalone ritrova smalto con Nunziante e punta a riportare il pubblico in sala. Si presenta come “outsider” il dramma esistenziale “Primavera” di Damiano Michieletto, dal romanzo “Stabat Mater” di Tiziano Scarpa. Nella Venezia del ‘700, il cammino di formazione e ribellione di una giovane orfana che sogna un futuro nella musica, rifiutando un matrimonio combinato e una vita agiata. A liberare il suo talento, l’incontro con don Antonio Vivaldi. Ottimi Tecla Insolia e Michele Riondino.

“Buen camino” (Cinema, dal 25.12)

Luca Medici è tornato. La sua maschera comica, Checco Zalone, ritrova il grande schermo a distanza di cinque anni da “Tolo tolo” (2020). L’uomo dei record al cinema – suoi sono gli incassi italiani più alti di sempre – è nelle sale con un nuovo progetto: “Buen camino”, diretto da Gennaro Nunziante e prodotto da Indiana e Medusa Film con Mzl e Netflix. Protagonista è Zalone in una versione ultra-opulenta e cafona, un super ricco che ha ereditato una fortuna dal padre; un uomo superficiale che avvia una parabola di cambiamento grazie alla figlia adolescente e all’esperienza del Cammino di Santiago. Nel cast anche Beatriz Arjona, Letizia Arnò e Martina Colombari. In sala dal 25 dicembre con Medusa in 900 copie.
La storia. Italia oggi, Checco Zalone è un multimilionario vanesio e festaiolo. “Gestisce” una fortuna economica frutto del sodo lavoro del padre, e il suo unico interesse è l’imminente festa per i suoi 50 anni in una delle sue ville faraoniche. La sua ex moglie Linda lo informa però che la figlia, la diciassettenne Cristal, è scomparsa. L’uomo scopre che la ragazza è andata all’estero per compiere il Cammino di Santiago de Compostela. Checco la raggiunge esibendo tutto il suo benessere, accettando poi la sfida di mettersi in cammino con lei e una misteriosa viaggiatrice spagnola, Alma… “Buen camino” è in linea con i precedenti titoli della coppia Nunziante-Medici, basati sulla maschera di Checco Zalone e la sua comicità pungente e grossolana, che con intelligenza mostra le storture della società contemporanea, tra eccessi e mancanza di valori. Una critica sociale a colpi di umorismo ruvido. Al centro del film due temi: il benessere che abbaglia e svuota, e soprattutto la paternità e il bisogno di recuperare l’ascolto e l’affetto disperso. Zalone interpreta un influencer amorale, convinto di poter comprare tutto con i soldi di famiglia, sudati dal padre imprenditore. A scuoterlo è la figlia Cristal, partita per il Cammino per scoprire qualcosa su di sé, e forse sul senso della vita. L’esperienza cambia entrambi: padre e figlia perdono le loro maschere e imparano a guardarsi con occhi nuovi. La coppia Zalone-Nunziante rende omaggio al Cammino di Santiago, al suo fermento laico ma anche religioso. Diverse figure religiose appaiono nel film, tratteggiate con rispetto. In particolare, una suora – di cui non sveliamo troppo – offre un bel profilo di credente che, affrontando le proprie fragilità, esce rinnovata dal Cammino. “Buen camino” è una commedia dall’umorismo simpatico e grossolano, in linea con la cifra comica di Zalone. Consigliabile, brillante, per dibattiti.

“Primavera” (Cinema, dal 25.12)

Una bella sorpresa, il film che fa la differenza nell’offerta natalizia del 2025. È “Primavera”, opera prima del regista teatrale-lirico Damiano Michieletto, che porta sullo schermo il romanzo Premio Strega “Stabat Mater” di Tiziano Scarpa, sceneggiato da Ludovica Rampoldi. Interpretato con incisività da Tecla Insolia e Michele Riondino, vede nel cast anche Fabrizia Sacchi, Andrea Pennacchi, Valentina Bellè e Stefano Accorsi. La produzione è Indigo Film e Warner Bros.
La storia. Venezia ‘700, Cecilia è un’orfana cresciuta nel Pio Ospedale della Pietà, come lei tante altre destinate alla musica e a finire spose di facoltosi donatori. Cecilia ha un talento nel violino che emerge con luminosità quando incontra don Antonio Vivaldi. Il destino però le rema contro: è già promessa a un nobile, al momento lontano in guerra. La giovane però vorrebbe vivere di musica, sottraendosi alle rigide imposizioni… Molti i pregi del film di Michieletto. “Primavera” brilla per la forza di una storia di riscatto dalla solitudine, nato dalla musica e dall’incontro di due anime fragili, Cecilia e Vivaldi. Un percorso creativo ed esistenziale che i due compiono insieme per un tratto, suonando fianco a fianco, traendo forza dalla reciproca collaborazione. In particolare, Cecilia è una giovane che si ribella alle costrizioni sociali del tempo e a un futuro prestabilito. Oltre alla forza narrativa, l’opera colpisce per l’elegante messa in scena e la regia sicura di Michieletto, all’esordio nel cinema di finzione ma con esperienza teatrale. “Primavera” vanta un’ottima cura formale: scenografie, costumi e musiche (firmate da Fabio Massimo Capogrosso), oltre alle note senza tempo di Vivaldi. Un’opera che volteggia come un valzer, con tonalità dolenti, rafforzate da una scrittura vibrante e interpreti convincenti. Un film che offre molte suggestioni, un viaggio nel tempo e nei territori interiori di una giovane che reclama libertà e futuro. Vita. Consigliabile, problematico-poetico, per dibattiti.

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