“La migrazione non può essere relegata a un tema di serie B. È una realtà strutturale del nostro tempo, segnata da conflitti, crisi climatiche e disuguaglianze, ma anche una grande opportunità se governata con visione e responsabilità”. È quanto dichiarato da Agostino Sella, presidente di Don Bosco 2000, in occasione della Giornata internazionale dei migranti, che si celebra il 18 dicembre. Per l’associazione di ispirazione salesiana, con base a Piazza Armerina, la migrazione deve essere considerata “una priorità strategica” nelle politiche nazionali e internazionali, centrale per lo sviluppo sostenibile, la coesione sociale e la tutela della dignità umana. I dati, spiega in un comunicato Sell, “confermano la portata del fenomeno: oltre 280 milioni di migranti nel mondo e più di 50.000 morti lungo le rotte migratorie dal 2014. Eppure, i migranti rappresentano una risorsa fondamentale. Solo in Italia, nel 2023, hanno dichiarato 72,5 miliardi di euro di redditi, versato 10,1 miliardi di Irpef e contribuito in modo decisivo a settori chiave come agricoltura, costruzioni e servizi alla persona”. Don Bosco 2000 ha recentemente sperimentato un nuovo modello: “La cooperazione circolare, sintesi di due concetti – migrazione circolare e cooperazione allo sviluppo. Un processo che coniuga accoglienza, formazione e cooperazione internazionale, consentendo ai giovani migranti di acquisire competenze in Italia e di rientrare nei Paesi d’origine, in particolare Senegal, Gambia e Mali, come promotori di sviluppo locale, start-up e iniziative di microcredito”. “Accogliere significa investire nelle persone e nei territori – conclude Sella –. La migrazione, se accompagnata e governata, genera valore per i Paesi di origine e per quelli di accoglienza”. La cooperazione circolare è anche questo: scambio costante, condivisioni, dialogo e integrazione. Sella ricorda come celebrare questa giornata sia necessario “per promuovere un reale cambio di paradigma: Il cambio di paradigma delle politiche migratorie è necessario per affrontare le sfide poste dalla rivoluzione demografica nei Paesi africani”.