Colombia: guerrriglia dell’Eln paralizza il Paese con uno “sciopero armato”. Mons. Henao (Cec), “Natale tempo per vivere principi umanitari”. Regione del Cauca sotto il fuoco dei droni di opposti gruppi armati

La Chiesa colombiana ha espresso profonda preoccupazione per la proclamazione del nuovo “sciopero armato” di 72 ore (una sorta di coprifuoco imposto con la forza) da parte dell’Esercito di liberazione nazionale (Eel), che sta paralizzando in queste regioni diverse regioni del Paese. Contemporaneamente, la guerriglia sta mettendo in campo attentati terroristici e azioni militari, anche contro effettivi della Polizia e dell’Esercito, soprattutto nei dipartimenti sudoccidentali di Valle del Cauca e Cauca. Attraverso la voce di monsignor Héctor Fabio Henao, delegato per i rapporti tra Chiesa e Stato della Conferenza episcopale (Cec), l’episcopato ha lanciato un appello urgente ai guerriglieri affinché sia garantita l’incolumità dei civili e il diritto alla libera circolazione. Mons. Henao ha sottolineato la necessità di una tregua reale e del ritorno al dialogo, ribadendo che la popolazione non deve essere vittima di pressioni o minacce.
“Il Natale è un tempo per vivere i principi umanitari”, ha dichiarato mons. Henao, invitando i gruppi armati a desistere dalle ostilità proprio in concomitanza con le festività”. Lo sciopero armato è stato duramente condannato dal presidente della Colombia, Gustavo Petro
Il dipartimento del Cauca, in particolare, si trova sotto il fuoco incrociato di Eln e dei dissidenti delle disciolte Farc, guidati da Iván Mordisco, rispetto al quale, messo di recente in stato d’accusa dalla procuratrice generale, Luz Adriana Camargo, per genocidio dei popoli indigeni Nasa nel Cauca (sud colombia). La leader del Consiglio indigeno del Cauca (Cric), Yamileth Bolaños, denuncia: “Ex Farc ed Eln hanno ripreso i bombardamenti con droni e attacchi guerriglieri nelle montagne di Jambalo, nel Cauca, vicino a Toribio, famosa per la storica presenza dei missionari della Consolata. Il Cric ha denunciato il reclutamento forzato di 800 bambini e adolescenti baby soldato, negli ultimi cinque anni. Nel tempo, Mordisco ha trasformato il suo gruppo in una struttura con ambizioni non solo militari, ma anche economiche e territoriali. Il suo gruppo, l’Estado mayor central, controlla vaste aree tra Guaviare, Caquetá e il sud del Paese, dove il confine tra attività criminali e amministrazione di fatto è sempre più labile”.

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