Migranti: Ismu, in Italia una presenza straniera stabile, eterogenea e radicata sul territorio

In occasione della Giornata Internazionale dei Migranti, che si celebra domani, la Fondazione Ismu evidenzia che sono oltre 5 milioni i cittadini stranieri residenti in Italia, pari al 9% della popolazione: un universo estremamente diversificato per provenienze, percorsi migratori e caratteristiche socio-demografiche. Il panorama delle presenze straniere regolari nel nostro Paese evidenzia un contesto di stabilità e radicamento: il gruppo più numeroso è costituito dai cittadini rumeni, dunque cittadini dell’Unione europea, con oltre 1 milione e 73mila residenti.  Considerando i migranti provenienti da Paesi extra UE (il 73% dei presenti) l’Ismu, sulla base dei dati Istat, evidenzia che tra gli oltre 3 milioni e 800mila cittadini non comunitari presenti in Italia con regolare permesso di soggiorno al 1° gennaio 2025, più di 2 milioni (il 53%) sono titolari di permesso europeo per lungo soggiorno (cioè quello che non ha scadenza), dal quale deriva la condizione di maggiore stabilità. Da oltre quattordici anni – fa notare la Fondazione – la componente regolare stabile è maggioritaria: dal 2012 i cittadini non comunitari con permesso a tempo indeterminato sono aumentati costantemente e il picco è stato raggiunto nel 2021, quando i lungosoggiornanti costituivano i due terzi dei presenti. Dal 2022 l’incidenza sul totale dei presenti è diminuita, soprattutto a causa delle numerose acquisizioni di cittadinanza italiana – poco meno di 200mila all’anno – e dell’aumento dei permessi rilasciati per motivi di protezione internazionale, in particolare nel 2022 a cittadini ucraini in fuga dalla guerra, sottolineano i ricercatori Ismu. La maggiore presenza si registra nel Nord Ovest che ospita il 35,7% dei cittadini non comunitari presenti a livello nazionale. La Lombardia, con 958mila residenti stranieri, accoglie da sola un quarto dei titolari; seguono Lazio (420mila, l’11,0%) ed Emilia Romagna (413mila, il 10,8%).
Le donne sono il 48%, anche se si riscontrano differenze sensibili tra le singole collettività: nelle comunità pakistana, bangladese, senegalese ed egiziana le donne sono meno del 30% (poco più del 20% tra i pakistani), mentre superano la metà tra ucraini (75%), filippini e peruviani (58%). Le comunità più numerose sono quelle composte da persone provenienti da Ucraina (392mila presenti), Marocco (377mila) e Albania (361mila). La collettività cinese è quarta con poco meno di 290mila presenti. Complessivamente quasi un terzo dei migranti che soggiornano regolarmente in Italia ha origine asiatica. Per Ismu un ulteriore indicatore del radicamento è rappresentato dalle acquisizioni di cittadinanza italiana, che negli ultimi dieci anni hanno riguardato oltre 1,6 milioni di migranti non comunitari. In particolare, nel 2024 oltre 217mila persone con background migratorio hanno ottenuto lo status di cittadini italiani, tra cui circa 200mila originari di Paesi non UE. Gli incrementi maggiori riguardano acquisizioni per residenza continuativa, trasmissione del diritto ai figli minorenni di genitori divenuti italiani, neo-maggiorenni nati e cresciuti in Italia, riconoscimenti per ius sanguinis. I nuovi cittadini provengono soprattutto da Albania e Marocco.

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