Ispi/Ipsos: politica internazionale secondo gli Italiani. Russia grande minaccia. Usa partner ambiguo. Pace prima aspirazione

Per gli italiani il mondo è diventato un luogo più ostile. È la fotografia che emerge dai dati del sondaggio “gli italiani e la politica internazionale”, edizione 2025, condotto dall’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi) in collaborazione con Ipsos Doxa. È cresciuta ulteriormente la fiducia nell’Unione europea (+48%, rispetto al +37% del 2020); resta elevata la fiducia nella Nato seppur in calo (da +53% nel 2022 a +41% oggi), mentre la percezione degli Stati Uniti è radicalmente cambiata e, durante la presidenza Trump, gli Usa da solido alleato sono diventati partner ambiguo (dal +47% al +19%). L’America di Trump appare appena più affidabile della Cina (in risalita da -25% del 2022 al +8% di oggi), e suscita un livello di fiducia paragonabile a quello riservato alla Russia nel 2020, prima dell’invasione dell’Ucraina. Il 54% degli italiani ritiene che, a un anno dall’elezione di Trump, le cose per il mondo vadano peggio, mentre solo il 13% pensa che il contesto internazionale sia migliorato. Secondo il 46% degli italiani le cose vanno peggio anche negli Usa, il 21% ritiene vadano meglio. Tuttavia, nella classifica dei leader più influenti della politica internazionale, il presidente statunitense resta nettamente al primo posto, anche se rispetto allo scorso anno ha perso qualche punto (dal 39% al 34%), come anche Vladimir Putin (dal 17% al 10%), il Papa (dal 13% al 4%) e Ursula von der Leyen (dal 5% al 2%). L’unico personaggio in crescita è Xi Jinping, che passa dal 6% all’11%.
La Russia continua a essere percepita come la principale minaccia per la sicurezza globale (32%), seguita da Usa e Israele (entrambe al 12%), Corea del Nord (10%), Cina (8%) e Iran (4%).
Le aspirazioni degli italiani guardano innanzitutto alla pace: in Ucraina (34%), in Medio Oriente (24%), in Sudan (6%). Al secondo posto è l’auspicio di una maggiore crescita economica in Europa (32%), mentre al terzo ci sono desideri di “non guerra” e di “miglioramento delle relazioni tra le grandi potenze del mondo” (25%). Rispetto alla guerra in Ucraina, il 49% desidera la fine delle ostilità nel più breve tempo possibile: per il 36% è auspicabile che Kiev accetti un accordo con Mosca anche a costo di rilevanti concessioni territoriali, il 13% vorrebbe l’interruzione del sostegno militare occidentale, il 15% sostiene la prosecuzione del sostegno militare a Kiev da parte di Ue e Usa fino al pieno ripristino dei confini ucraini. Per quanto riguarda il conflitto in Medio Oriente, il 33% indica l’Onu o una coalizione internazionale come scenario per soluzioni multilaterali; il 14% affiderebbe questo ruolo a una coalizione di Paesi arabi o alla Lega araba. Solo il 4% vede possibile una soluzione guidata da Ue e il 9% da Usa.

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