“Cantare in coro è ‘un camminare insieme’, espressione e strumento di autentica sinodalità”. Lo ha detto, ieri pomeriggio, nella cattedrale di Treviso, il vescovo Michele Tomasi in occasione del Giubileo diocesano dei cori e delle corali, ricordando le parole di Papa Benedetto XVI a Lorenzago di Cadore, nel 2007. “Nell’attenzione all’altro e agli altri – ha aggiunto – sperimentiamo un’autentica educazione alla pace, di cui tanto il nostro mondo frammentato e conflittuale ha bisogno. Seguendo fedeli una partitura che tratteggia il ruolo di ogni differente parte, di ogni particolare voce, ci dimostriamo anche disponibili a eseguire nella vita di ogni giorno quella partitura comune a tutti i membri della Chiesa che è il Vangelo di Cristo, nella varietà dei doni, dei compiti, delle responsabilità”, ha aggiunto. La celebrazione di ieri ha voluto valorizzare anche la prima giornata diocesana “per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri santi, beati, venerabili e servi di Dio”, istituita a fine 2024 da Papa Francesco, per il 9 novembre di ogni anno: quindici i santi, sette i beati, sette i venerabili, cinque i servi di Dio che sono stati ricordati con la recita delle Litanie e con la processione iniziale che ha deposto una lampada sugli altari dedicati ad alcune di queste figure. “La prova che le nostre celebrazioni – ha detto mons. Tomasi – sono incontro vivo con il Signore e verrà dalla fecondità della nostra presenza, dalla testimonianza di amore che sapremo diffondere del mondo, dalla vita di cui saremo gioiosi portatori. La celebrazione eucaristica, che è anche celebrazione assieme ai santi, divenga scuola e sorgente di santità anche per noi”. Il presule ha poi ricordato la figura di san Parisio, le cui spoglie sono conservate in cattedrale, e che ora sono esposte permanentemente. Parisio, di origine bolognese, visse dal 1151 al 1267, fu monaco camaldolese e sacerdote, e resse per circa 80 anni il monastero femminile di S. Cristina, situato fuori dalle mura della città di Treviso.