“Tante volte, le fragilità e gli errori dei cristiani, insieme a tanti luoghi comuni e pregiudizi, ci impediscono di cogliere la ricchezza del mistero della Chiesa”. Lo ha detto il Papa, durante l’Angelus di ieri, in cui ha ricordato i 1.700 dalla dedicazione della basilica di S. Giovanni in Laterano, dove nella stessa mattina ha presieduto la celebrazione eucaristica. La santità della Chiesa, ha ricordato Leone XIV citando Joseph Ratzinger, “non risiede nei nostri meriti, ma nel dono del Signore, mai ritrattato, che continua a scegliere come contenitore della sua presenza, con amore paradossale, anche e proprio le sporche mani degli uomini”. “Cogliere nel mistero della Chiesa ben più di un semplice luogo, di uno spazio fisico, di una costruzione fatta di pietre”, l’invito del Papa: “Il vero santuario di Dio è il Cristo morto e risorto. Egli è l’unico mediatore della salvezza, l’unico redentore, Colui che legandosi alla nostra umanità e trasformandoci col suo amore, rappresenta la porta che si spalanca per noi e ci conduce al Padre. E, uniti a Lui, anche noi siamo pietre vive di questo edificio spirituale Noi siamo la Chiesa di Cristo, il Suo corpo, le sue membra chiamate a diffondere nel mondo il Suo Vangelo di misericordia, di consolazione e di pace, attraverso quel culto spirituale che deve risplendere anzitutto nella nostra testimonianza di vita”.