Giuseppe Lazzati: spiritualità e politica del venerabile milanese nella testimonianza dell’amico Dossetti

(Foto Università Cattolica)

Una conversazione con don Giuseppe Dossetti conservata “in un cassetto da circa quarant’anni”: è la base di un volume fresco di stampa, che porta la firma dello stesso Giuseppe Dossetti, intitolato “Giuseppe Lazzati. Tra spiritualità e politica”, curato da Franco Monaco e Luciano Pazzaglia, pubblicato con marchio Scholé (Editrice Morcelliana).
Si tratta di una lunga e fitta intervista che occupa la maggior parte del libro (144 pagine), arricchito in appendice dalla “deposizione inedita di Dossetti sull’amico nel processo di canonizzazione precocemente aperto dal cardinale Carlo Maria Martini e che ha già condotto a decretare Giuseppe Lazzati venerabile”, come spiegano i curatori.
La conversazione fu raccolta, precisano ancora i due curatori, “il 20 dicembre 1986 a Crespellano, ove alloggiava provvisoriamente il carismatico monaco-politico in attesa che fosse costruito il monastero sede della sua comunità religiosa – la Piccola Famiglia dell’Annunziata – a Monteveglio, dove è morto nel 1996”. Tale intervista, “allora registrata su supporti artigianali, riascoltata mostrava tutta la sua freschezza e intensità. L’oggetto era ed è l’affettuoso ricordo di un fraterno amico, Giuseppe Lazzati, che, con Dossetti, aveva condiviso cruciali esperienze spirituali e politiche”.
“Quel personale ricordo si intreccia con passaggi di rilievo storico per la vita religiosa e politica del nostro Paese e non solo di esso”, affermano Monaco e Pazzaglia. “Dall’Assemblea costituente al Concilio Vaticano II. Basti rammentare che Dossetti fu leader della sinistra Dc in un rapporto di collaborazione dialettica con De Gasperi; fu tra i più attivi e influenti costituenti di parte cattolica nella stesura della nostra Carta fondamentale e, una volta lasciata la politica attiva, attore protagonista al Concilio al fianco del cardinale Giacomo Lercaro, arcivescovo di Bologna. A sua volta Lazzati fu maestro di più generazioni del laicato cattolico. Tenente degli alpini, all’indomani dell’8 settembre del ’43, essendosi rifiutato di aderire alle formazioni fasciste, fu deportato nei lager tedeschi e, rientrato in Italia dopo circa due anni di prigionia, fu anch’egli membro dell’Assemblea costituente e, più avanti, rettore dell’Università Cattolica”.
Proclamato “venerabile” dalla Chiesa cattolica, Giuseppe Lazzati (1909-1986) “fu una figura importante del movimento cattolico italiano nel Novecento. Dopo l’8 settembre 1943 rifiutò di aderire al fascismo e per questo fu deportato nei lager nazisti. Tornato in Italia – osserva una nota dell’editrice – partecipò all’Assemblea Costituente e fu parlamentare fino al 1953. Accademico di rilievo, divenne rettore dell’Università Cattolica di Milano. La sua esperienza umana, politica e religiosa viene ripercorsa – in una conversazione con i curatori – dall’amico e compagno di impegno Giuseppe Dossetti, anch’egli costituente e leader della sinistra democristiana, che li vedeva, a fianco di Giorgio La Pira e Amintore Fanfani, animati da forti ideali etici e spirituali. Dopo la sconfitta nel confronto con la linea degasperiana, Lazzati e Dossetti abbandonarono la politica attiva, ma continuarono a lavorare, nei rispettivi ambiti, per la riforma della Chiesa e per la promozione della cultura e del laicato cattolico, restando sempre coerenti con i valori che li avevano guidati”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa