“Quando la pietà popolare riesce a comunicare la fede cristiana e i valori culturali di un popolo, unendo i cuori e amalgamando una comunità, allora ne nasce un frutto importante che ricade sull’intera società, e anche sulle relazioni tra le istituzioni civili e politiche e la Chiesa”. Nel suo primo discorso in Corsica, pronunciato ad Ajaccio, il Papa ha descritto in questi termini la portata della pietà popolare. “La fede non rimane un fatto privato, che si esaurisce nel sacrario della coscienza, ma – se intende essere pienamente fedele a sé stessa – comporta un impegno e una testimonianza verso tutti, per la crescita umana, il progresso sociale e la cura del creato, nel segno della carità”, ha ricordato Francesco nel suo primo discorso ad Ajaccio, a conclusione del congresso sulla religiosità popolare nel Mediterraneo. “Proprio per questo – ha proseguito – dalla professione della fede cristiana e dalla vita comunitaria animata dal Vangelo e dai sacramenti, lungo i secoli sono nate innumerevoli opere di solidarietà e istituzioni come ospedali, scuole, centri di assistenza – in Francia sono molte! –, in cui i credenti si sono impegnati a favore dei bisognosi e hanno contribuito alla crescita del bene comune”. “La pietà popolare, le processioni e le rogazioni, le attività caritative delle confraternite, la preghiera comunitaria del santo Rosario e altre forme di devozione possono alimentare questa cittadinanza costruttiva dei cristiani”, l’omaggio del Papa: “Allo stesso tempo, sul terreno comune di questa audacia nel fare il bene, i credenti possono ritrovarsi in un cammino condiviso anche con le istituzioni laiche, civili e politiche, per lavorare insieme al servizio di ogni persona, a partire dagli ultimi, per una crescita umana integrale e la custodia di questa ‘Île de beauté’”. “Tante volte qualche intellettuale, qualche teologo non capisce questo”, ha detto Francesco a braccio, citando l’esperienza di un iportante santuario del’Argentina, “dove si confessano tutti”. “Io andavo sempre a confessare”, ha rivelato raccontando della richiesta di una signora a un teologo di far benedire i suoi santini. Lui ha rifiutato, ma un altro sacerdote sa è detto invece disponibile. “C’è una sana complicità che cerca la benedizione del Signore e non accetta generalizzazioni”, il commento a braccio del Papa.