“Le luminarie lungo le strade ci ricordino che ognuno di noi può essere una piccola luce, se accoglie Gesù, germoglio di un mondo nuovo. Impariamo a farlo da Maria, nostra Madre, donna dell’attesa fiduciosa e della speranza”: così papa Leone XIV invitava le miglia di fedeli e turisti presenti all’Angelus domenica scorsa in piazza S. Pietro. Proprio nelle sere precedenti, il sabato o il venerdì, o ancora prima, si erano accese un po’ dappertutto le luci che annunciano la vicinanza del Natale. Lungi dal “demonizzarle” solo come espressione del consumismo per attrarre clienti, esse hanno certamente un significato più profondo, per i cristiani ma non solo, appunto quello di annunciare l’arrivo della “luce” che è Gesù.
Il “più piccolo”, Gesù di Nazaret – continuava il papa -, ci guiderà! Lui che si è messo nelle nostre mani, dalla notte della sua nascita all’ora oscura della morte in croce, risplende sulla nostra storia come Sole che sorge. “Un giorno nuovo è iniziato: svegliamoci e camminiamo nella sua luce! Ecco la spiritualità dell’Avvento, tanto luminosa e concreta”. L’impressione – a dire il vero – guardando a tutte le iniziative e allo sfolgorio dei negozi e delle vie di città grandi e piccole e di ogni paese, è quella di una certa esagerazione. Eh, sì, per molti e in molti casi la finalità sembra proprio quella di innescare per bene il meccanismo degli acquisti natalizi in tutti i settori, con sempre maggiore anticipo sull’avvio del grande “mercato” speciale che dovrebbe durare almeno fino all’Epifania. Ne è un segnale evidente il moltiplicarsi dei “mercatini di Natale”, un tempo esclusiva delle zone di montagna – tano che vi si andava appositamente per coglierne lo spirito anche folkloristico -, ma da qualche tempo una vera invasione anche da noi: l’8 dicembre Corso del popolo a Chioggia, dopo il “mercato merceologico” supplementare del giorno precedente, la domenica, si era trasformato, per buona parte della sua lunghezza in un altro mercato con proposte natalizie di ogni genere…; e le tipiche casette del Christmas Village (anch’esse in stile baite di montagna…), arrivate anche qui, accanto alla cattedrale, dopo che da tempo erano comparse altrove nelle vicinanze, la faranno da padrone, per un po’, come punto di ritrovo e di shopping; mentre in altre zone della città e un po’ in tutti i centri principali del territorio si alterneranno bancarelle concorrenti, con ogni ben di Dio. Senza dire che i potenziali acquirenti, dati i tempi, risultano più restii a mettere mano al portafoglio; ma proprio per questo – ragionano e tentano i venditori – bisogna essere più incalzanti e più convincenti… Le luci – dicevamo -, e queste imprimono sicuramente anche un tocco di bellezza e di fascino, esteticamente lodevoli e apprezzabili, con tutta la fantasia creatrice che le rinnova per offrire immagini sempre più accattivanti: segnale originariamente e permanentemente, vorremmo dire, di autentica festa e godimento per gli occhi e anche per lo spirito comunitario, per un lungo mese – da inizio dicembre ai primi giorni del nuovo anno (per molti fratelli ortodossi il Natale sarà i 7 gennaio, mentre comunque il 6 per noi l’Epifania …tutte le feste porterà via). Grazie a quanti le organizzano, le sovvenzionano e le allestiscono materialmente, insieme a tutti gli altri spettacoli, tra cui eccellono i numerosi e coinvolgenti concerti di Natale di cori e orchestre, in molti casi appuntamenti immancabili di elevazione spirituale, ma senza sminuire anche gli altri spettacoli più profani, che alimentano uno spirito genuino di festa e di allegria, proprio come spontanea, per quanto a volte solo sottintesa, gioia legata alle festività connesse alla Natività e alla “manifestazione” della Luce. Molti gli aspetti positivi insiti in tutto questo: gli incontri, la disponibilità di tanti, i pensieri e i pensierini reciproci, i regali non solo d’occasione o in vista di un ritorno…; bello il Concerto per i poveri in Vaticano o il pranzo per e con loro, non solo lì, ma anche in tante nostre comunità: per e con i poveri o gli anziani, più o meno soli. E che dire dei tanti presepi, sempre più numerosi – a parte gli schizzinosi, che mascherano la ritrosia con le scuse di un malinteso rispetto dei “non cristiani” – tante e tutte belle opere che richiamano, queste sì espressamente, alla Natività! Grazie a tutti coloro che vi si dedicano con passione e, siamo certi, anche con fede. Purtroppo resta sullo sfondo, per ora inamovibile, la mestizia di un quarto Natale sotto le bombe e al freddo, perfidamente provocato, per i fratelli dell’Ucraina (e altrove…). Mentre, ancora più purtroppo…, anche da noi c’è chi non se ne cura, anzi sembra nascondere la testa nella sabbia, ignorando o addirittura sostenendo – come fanno i troppi filoputiniani nostrani – la finta volontà di pace di chi continua a bombardare, pretendendo la capitolazione dell’aggredito. Tregua natalizia? Tregua olimpica? Pie illusioni, per ora. Ma, come tenacemente ribadisce il papa, vogliamo ancora e sempre credere che “la pace è possibile!”.
Belle luminarie…
"Le luminarie lungo le strade ci ricordino che ognuno di noi può essere una piccola luce, se accoglie Gesù, germoglio di un mondo nuovo. Impariamo a farlo da Maria, nostra Madre, donna dell’attesa fiduciosa e della speranza": così papa Leone XIV invitava le miglia di fedeli e turisti presenti all'Angelus domenica scorsa in piazza S. Pietro. Proprio nelle sere precedenti, il sabato o il venerdì, o ancora prima, si erano accese un po' dappertutto le luci che annunciano la vicinanza del Natale. Lungi dal "demonizzarle" solo come espressione del consumismo per attrarre clienti, esse hanno certamente un significato più profondo, per i cristiani ma non solo, appunto quello di annunciare l'arrivo della "luce" che è Gesù.