Il valore di una “promozione”

Non siamo certo un "giornale sportivo", ma allo sport, e in particolare al calcio, indubbiamente il più popolare e il più praticato anche nel nostro territorio, abbiamo sempre dedicato (nonostante le obiezioni di qualcuno...; ma anche il papa è un tifoso, e allo stadio va pure qualche sacerdote!) da oltre quarant'anni almeno una pagina, e almeno un articolo praticamente fin dalla fondazione.

Non siamo certo un “giornale sportivo”, ma allo sport, e in particolare al calcio, indubbiamente il più popolare e il più praticato anche nel nostro territorio, abbiamo sempre dedicato (nonostante le obiezioni di qualcuno…; ma anche il papa è un tifoso, e allo stadio va pure qualche sacerdote!) da oltre quarant’anni almeno una pagina, e almeno un articolo praticamente fin dalla fondazione. Il riferimento è soprattutto al calcio chioggiotto, dalle origini ultracentenarie, e poi anche al calcio polesano e cavarzerano… Del “Clodia” (anzi, la “Clodia”) e poi del Sottomarina e dell’Union Clodia Sottomarina, fino all’odierna Union Clodiense abbiamo narrato le vicende seguendo gli atleti di settimana in settimana con le firme che qualcuno ancora ricorda, fino all’attuale fedele Daniele Zennaro: Caesar (o P. F., Pino Furlan), Giulio Doria, Doreli (don Lino Rebellato), Pierluigi Salvagno, O.V. o Carso (don Oscar Voltolina) e altri ancora. Tra i circa 130 titoli pubblicati dalla nostra editrice compare anche un dettagliato volume proprio sul calcio chioggiotto, edito nel 2010, nel 90° della fondazione della prima squadra locale, “Quel leggendario Clodia…e gli anni ruggenti del Sottomarina. Storia del calcio chioggiotto dalla nascita alla fusione”, scritto a più mani: addirittura sei collaboratori che hanno approfondito le ricerche, raccolto le foto e redatto il testo: Angelo Padoan, Gabriele Crocco, Davide Bovolenta, Adolfo Pagan, Nicoletta Perini, Marco Lanza. Non possiamo dunque ignorare un evento così significativo per il calcio locale e per la nostra stessa città lagunare: l’impresa che gli atleti chioggiotti, guidati dall’abile tecnico Antonio Andreucci nella società presieduta dal noto imprenditore Ivano Boscolo Bielo, hanno compiuto con il passaggio tra i professionisti della Serie C – si può dire, nel calcio che conta – già domenica scorsa, con tre giornate di anticipo, a Feltre sul campo della Dolomiti Bellunesi. In questa domenica allo stadio comunale, intitolato ai famosi fratelli chioggiotti Aldo e Dino Ballarin, emblema del calcio nostrano, l’apoteosi attesa e scontata con il pubblico di casa. Il sindaco ha annunciato con orgoglio il successo, domenica scorsa, subito dopo il fischio dell’arbitro, confermando anche l’impegno, già preso con la società sportiva e con la città, ad adeguare quanto prima lo stadio lagunare alle esigenze della serie superiore. Come con orgoglio, unito alla consapevolezza dell’impegno profuso in questi ultimi anni, il presidente Bielo ha parlato alla città e ai più eminenti imprenditori chiedendo, giustamente, collaborazione per proseguire nel cammino ormai a livello nazionale. Non c’è dubbio, infatti, che insieme ad altri elementi che hanno fatto crescere – per così dire – le “azioni” del marchio “Chioggia”, questa promozione sportiva ha il suo peso da far valere nel modo migliore ad ogni livello. Conosciamo tutti i pregi, ma anche – è inutile nasconderlo – i difetti del mondo calcistico. I primi – dalle potenzialità atletiche ed educative, anche per le giovani generazioni, alle capacità di aggregazione sociale e anche culturale; dall’incentivo economico alla promozione d’immagine e tanto altro – saranno tutti da abbracciare e da incrementare; da individuare, invece, e da evitare i secondi: a partire dagli eccessi che talora si verificano negli stadi (e dai quali ci auguriamo siano esenti i nostri tifosi, ultras compresi, per creare un ambiente amichevole in cui anche i più giovani e le famiglie possano trovarsi a loro agio) fino alle irregolarità di vario genere di cui sentiamo non di rado parlare le cronache anche in riferimento a società molto quotate, che sviliscono la bellezza e anche il fascino di uno sport così amato, in particolare in Italia, tanto da diventare praticamente l’unica occasione per far sventolare spontaneamente da parte di tutti il tricolore!… Mentre si avvicina la memoria del 75° anniversario della tragedia di Superga (4 maggio 1949) che si portò via, con il grande Torino, i nostri due fratelli Ballarin, vogliamo augurare ai granata clodiensi – atleti, dirigenti, tecnici, tifosi e cittadini tutti – di saper portare avanti con serietà insieme e con gioia una tradizione di impegno, di fatiche e di soddisfazioni che possono insaporire ancor di più la vita di una comunità fraterna e solidale.

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