Estate in carcere. Fra D’Alessandro: “Al Pagliarelli non si sono fermate le attività religiose e di solidarietà”

Nella bella stagione la vita dei detenuti è più difficile per il caldo, quest’anno aggravato dagli incendi, come a Palermo, ma “è stato permesso a chi aveva i soldi di comprare dei piccoli ventilatori”, dice al Sir il cappellano

(Foto: ANSA/SIR)

Ancora una volta si è registrato un caldo torrido a luglio e siamo in attesa di una nuova ondata di calore a partire da questo fine settimana per una decina di giorni. Un caldo che non aiuta certo a vivere serenamente chi è chiuso in carcere, soprattutto in città che sono state anche assediate dagli incendi come Palermo. A parlare al Sir dell’estate alla casa circondariale Pagliarelli è il cappellano fra Loris (all’anagrafe Luigi) D’Alessandro dell’Ordine dei Frati Minori di Sicilia.

(Foto: fra Loris D’Alessandro, Frati Minori Sicilia)

Come sta andando quest’estate?

La vita in carcere in estate è particolarmente difficile perché rallentano tutte le attività, ma grazie a Dio quest’anno al carcere Pagliarelli siamo riusciti a mantenere alcune attività. Così siamo riusciti a sopravvivere perché l’estate è un periodo abbastanza pesante sia per lo stop di molte attività sia per il caldo. In particolare, abbiamo vissuto con grande sofferenza il periodo degli incendi, il caldo non ha risparmiato nessuno. Non ho sentito che gli incendi abbiano colpito luoghi dove vivono i familiari di detenuti, almeno non ne ho testimonianze dirette. Il caldo è stato devastante per tutti, sia per chi sta dentro sia per chi sta fuori. Ma quest’anno in carcere hanno permesso a chi aveva i soldi di comprare dei piccoli ventilatori per metterselo accanto.

Ci sono molti detenuti al Pagliarelli?

Nel carcere Pagliarelli ci sono circa 1.200 detenuti perché ci sono tanti ingressi: più aumenta la povertà più aumentano i reati.

Che attività sono in corso alla casa circondariale?

Come cappellano ho mantenute le attività religiose: le catechesi, la messa settimanale in tutte le sezioni, a cui partecipa un’utenza di quasi mille persone. Il Centro Padre Nostro organizza il cineforum in tutte le sezioni per tutta l’estate la sera ai passeggi, montando i teloni dove proiettare i film, poi viene offerto il gelato. Questa è un’iniziativa molto gradita a detenuti e detenute. Nella sezione femminile c’è una volontaria che realizza un corso di yoga coinvolgendo un bel gruppetto di donne, che sono entusiaste, è una novità per il Pagliarelli. Anche le iniziative di solidarietà, come offrire il guardaroba, cioè scarpe, vestiti, o la ricarica telefonica, non si sono fermate, anzi abbiamo assicurato il servizio due volte a settimana nelle varie sezioni a favore dei detenuti indigenti, che, facendo una stima approssimativa, saranno un centinaio: ci sono alcuni stranieri, alcuni senzatetto, tossicodipendenti o detenuti della sezione protetti che sono in stato di abbandono. Gli stranieri non hanno familiari qui e hanno grande difficoltà e reperire i vestiti. Il servizio continua grazie alle volontarie Caritas di una parrocchia. Anche la biblioteca, grazie a volontarie dell’Asvope, sta continuando a funzionare in alcune sezioni in modo che, se lo vogliono, i detenuti possono prendere dei libri da leggere. Inoltre, ci sono circa 240 detenuti che lavorano e sono impegnati dalla cucina alle pulizie, dalla manutenzione all’agricoltura. Il nostro è un carcere grande e si cerca di mantenere sempre alta l’attenzione.

Quindi le attività sono continuate a pieno ritmo?

Alcune attività si sono fermate nel mese agosto perché alcune associazioni vanno in ferie, mentre la scuola e l’attività teatrale si sono concluse a giugno. Fino a fine luglio sono stati operativi i centri di orientamento lavorativo e di formazione. Ma il resto lo abbiamo continuato perché altrimenti rischiamo il collasso e i detenuti vanno in tilt.

Dopo l’estate riprenderanno tutte le attività?

A settembre come comunità religiosa riprenderemo tutte le attività settimanali in tutte le sezioni, momenti di preghiera. Possiamo contare anche sulla collaborazione delle Suore Missionarie della carità, le suore di Madre Teresa, ci sono stati quest’anno come volontari due seminaristi, uno dei due sta continuando anche d’estate. Ci sono i volontari dell’Azione cattolica e due diaconi permanenti.

C’è una bella squadra per le attività religiose e quindi riusciamo a dare piccole risposte.

Per quanto mi riguarda non stacco mai a luglio e agosto proprio perché sono i periodi più delicati per chi vive in carcere, quindi non faccio mancare la messa e la presenza, giro per le sezioni per sapere come stanno, che fanno: la mia presenza aiuta a creare movimento e aspettative.

Quali sono le maggiori difficoltà della casa circondariale?

Tra le difficoltà generali del carcere Pagliarelli, c’è la mancanza di un numero adeguato del personale di Polizia penitenziaria, degli educatori e dei funzionari giuridico-pedagogici, sono pochissimi e questo crea uno stress notevole per il personale, per i servizi che si svolgono. Per fare le attività trattamentali necessitano educatori e agenti, lo si fa con grande sacrificio, gli agenti e l’amministrazione non si risparmiano per portare avanti tutte queste attività durante l’anno, scuola e polo universitari compresi. Questi numeri ristretti non permettono però altre attività, perché si potrebbe fare ancora di più. Un altro problema del carcere è la presenza di tossicodipendenti e persone con problemi psichiatrici, tante volte è la droga a portare anche disturbi psichiatrici. Questi detenuti sono in grandissimo aumento e il lavoro diventa difficile: gli agenti vengono aggrediti verbalmente sempre, a volte anche fisicamente. Le persone con problemi psichiatrici e tossicodipendenti non dovrebbero stare in carcere bensì, rispettivamente, nelle Rems e in comunità. Oltre agli agenti, soffrono anche gli altri detenuti perché preoccupa avere una persona squilibrata in cella. Il crack sta facendo stragi di giovani, per questo si dovrebbero inasprire le pene per quelli che lo vendono.

L’ispettore generale dei cappellani, don Raffaele Grimaldi, dopo la Gmg ha invitato i giovani ad andare come volontari in carcere. Al Pagliarelli come siete messi?

Per quanto riguarda le attività religiose abbiamo una ventina di volontari e sono tutti giovani,

già da un po’ di anni si è creata questa bella rete, la maggior parte sono dell’Azione cattolica, quindi persone anche ben formate e preparate. A settembre arriveranno pure altri volontari per le attività religiose: alcune religiose, sacerdoti e volontari nuovi.

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