Matteo, Mattia e il Mago di Oz

L’immagine che sovrastava gli abitanti del regno, quella del Mago di Oz, era minacciosa: la voce potente e prepotente che non dava possibilità di repliche. La piccola Dorothy col cagnolino Totò e i tre impauriti personaggi, il Leone, l’Uomo di Latta, lo Spaventapasseri ormai temevano il peggio.

L’immagine che sovrastava gli abitanti del regno, quella del Mago di Oz, era minacciosa: la voce potente e prepotente che non dava possibilità di repliche. La piccola Dorothy col cagnolino Totò e i tre impauriti personaggi, il Leone, l’Uomo di Latta, lo Spaventapasseri ormai temevano il peggio.
Mentre tutti guardavano timorosi in alto, il cagnolino Totò si incuriosì di quella tenda e con un morso la aprì.
Dietro c’era il famoso e truce Mago di Oz. Un ometto insignificante, che con tiranti e altoparlanti manipolava la realtà e col trucco faceva apparire e parlare il terribile Mago.
Ma era tutto un trucco, la rappresentazione di un mondo virtuale per dominare il mondo reale degli sciagurati sudditi.
Anche la campagna elettorale permanente ha esaltato le proteste ed elargito mirabolanti promesse agli sprovveduti, creando un consenso fasullo e allontanando la realtà dalle menti, mettendo tutta l’attenzione -nel bene e nel male- al tremendo personaggio che si era impadronito della comunicazione virtuale.
Però è bastato scostare la tenda e riprendere il contatto con la realtà perché anche i tre impauriti personaggi riprendessero coraggio, affrontassero da protagonisti la situazione e si mettessero in rapporto col mondo vero. Così l’avventura di Dorothy ebbe il felice epilogo e poté dire: “Nessun posto è bello come casa mia”.
La storia del Mago di Oz è emblematica e ci insegna ancora tante cose, certamente il ruolo centrale di Totò.
Anche adesso abbiamo sei personaggi in cerca di autore.

(*) direttore “La Vita casalese” (Casale Monferrato)

Altri articoli in Territori

Territori