“La Risurrezione di Cristo ci insegna che non c’è storia tanto segnata dalla delusione o dal peccato da non poter essere visitata dalla speranza.” Con queste parole, Leone XIV ha aperto la catechesi dell’udienza generale dedicata a un aspetto sorprendente della Risurrezione: l’umiltà del Risorto. Nessuna caduta è definitiva, nessuna notte è eterna, nessuna ferita è destinata a rimanere aperta per sempre — ha detto il Papa — perché Dio sceglie la via della discrezione, del pane spezzato e della tavola condivisa. Il Pontefice ha ricordato che il Risorto si manifesta nei luoghi più oscuri della vita, nelle fatiche, nelle relazioni ferite, nei giorni in cui ci sentiamo smarriti: lì ci raggiunge con una presenza silenziosa, capace di trasformare la delusione in speranza. “Ogni dolore, se abitato dall’amore, può diventare luogo di comunione”, ha concluso Leone XIV.

