7 ottobre 2023: Amnesty International, “da Hamas un abominevole disprezzo per la vita umana”

Amnesty International ha pubblicato oggi un nuovo rapporto che getta luce sui crimini di guerra e crimini contro l'umanità commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi durante e dopo gli attacchi lanciati contro Israele il 7 ottobre 2023. Dal Rapporto emergono prove sufficienti per ritenere che omicidi, tortura e l'illegale detenzione di ostaggi siano stati commessi da membri dei gruppi armati. Amnesty chiede alla Corte Penale Internazionale di proseguire le sue indagini senza sosta e con piena imparzialità, includendo il genocidio e il crimine contro l'umanità di apartheid da parte israeliana, così come i crimini commessi dai gruppi armati palestinesi. Presentiamo una sintesi del Rapporto.

(Foto ANSA/SIR)

Amnesty International ha pubblicato oggi un nuovo, corposo rapporto che getta luce sui crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi da Hamas e da altri gruppi armati palestinesi durante e dopo gli attacchi lanciati contro Israele il 7 ottobre 2023. Dal Rapporto emergono prove sufficienti per ritenere che omicidi, tortura e l’illegale detenzione di ostaggi siano stati commessi da membri dei gruppi armati, pur riconoscendo l’oppressione storica subita dai palestinesi e il genocidio commesso da Israele a Gaza successivamente. Amnesty lancia, per questo, un appello urgente alla Corte Penale Internazionale (Cpi) affinché prosegua le sue indagini senza sosta e con piena imparzialità, includendo il genocidio e il crimine contro l’umanità di apartheid da parte israeliana, così come i crimini commessi dai gruppi armati palestinesi. ​“Le vittime delle atrocità in Israele e nel Territorio palestinese occupato meritano una giustizia autentica,” dichiara Agnès Callamard, Segretaria Generale di Amnesty International. “Questo significa non solo vedere i responsabili processati e condannati, ma anche assicurare rimedi effettivi e sviluppare garanzie di non ripetizione. Questi sono passi cruciali verso una pace e una sicurezza che durino nel tempo”.

​Il rapporto. Il rapporto, frutto di un’indagine meticolosa che copre fino all’agosto 2025 e si basa su 70 interviste (17 delle quali a sopravvissuti agli attacchi del 7 ottobre 2023) e l’analisi di 354 video e fotografie verificate, ha documentato diverse violazioni da parte dei combattenti palestinesi. ​Uccisioni di Massa: Amnesty ritiene che la stragrande maggioranza delle circa 1200 vittime del 7 ottobre (di cui oltre 800 civili) sia stata uccisa da combattenti palestinesi, smentendo le affermazioni di Hamas che attribuivano la maggior parte delle morti al fuoco israeliano. Ostaggi e Abusi: per il rapporto le 251 persone (in gran parte civili) condotte con la forza a Gaza sono state illegalmente detenute come ostaggi e sottoposte ad abusi psicologici. Alcune, inclusi soldati e civili, sono state vittime di violenze fisiche e sessuali sia in Israele che durante la prigionia a Gaza. ​Crimini Accertati: L’organizzazione ha trovato basi sufficienti per concludere che le violazioni commesse costituiscano crimini di guerra e crimini contro l’umanità, inclusi omicidio e tortura. ​Il rapporto evidenzia anche che, sebbene le Brigate Al-Qassam (ala militare di Hamas) fossero i principali attori, hanno partecipato anche le Brigate Al-Quds, le Brigate dei martiri di Al-Aqsa, e centinaia di palestinesi in abiti civili che hanno compiuto saccheggi e altre gravi violazioni.

(Foto ANSA/SIR)

Crimini di guerra. “Hamas e altri gruppi armati palestinesi – spiega Callamard – hanno mostrato

un abominevole disprezzo per la vita umana.

Hanno intenzionalmente e sistematicamente colpito civili nelle loro abitazioni e durante un festival musicale con l’obiettivo di prendere ostaggi, ciò che costituisce un crimine di guerra; hanno deliberatamente ucciso centinaia di civili, usando armi da fuoco e granate per portare fuori dalle loro stanze di sicurezza, o da altri luoghi in cui si nascondevano, persone terrorizzate, comprese famiglie con bambini piccoli o le hanno attaccate mentre erano in fuga. Abbiamo prove che alcuni palestinesi si sono resi responsabili di pestaggi e aggressioni sessuali e hanno maltrattato i corpi di coloro che avevano ucciso”. Per la Segretaria Generale di Amnesty

“Decenni di spaventose violazioni ai danni delle persone palestinesi e di occupazione illegale e di apartheid nonché il genocidio tuttora in corso nella Striscia di Gaza non possono giustificare in alcun modo questi crimini né esonerare i gruppi armati palestinesi dai loro obblighi di diritto internazionale.

Le violazioni dei diritti umani da parte dei gruppi armati palestinesi nel contesto degli attacchi del 7 ottobre 2023 devono essere riconosciute e condannate per ciò che sono: crimini di atrocità. Hamas, inoltre, deve restituire senza alcuna condizione il corpo di una persona uccisa il 7 ottobre 2023 e presa in ostaggio non appena lo avrà localizzato”.

Contesto e Ostacoli alla Ricerca. ​​La ricerca, spiega Amnesty, si è scontrata con significative difficoltà, tra cui il rifiuto delle autorità israeliane di collaborare e la riluttanza di molti sopravvissuti a parlare con i ricercatori. Nonostante ciò, l’organizzazione è riuscita a raccogliere una vasta quantità di prove. Amnesty International ha inviato una lettera ad Hamas il 20 giugno 2025 per esporre le sue conclusioni e chiedere commenti, ma non ha ricevuto alcuna risposta. Nonostante la portata e la gravità delle violazioni commesse durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e contro gli ostaggi, non c’è stata assunzione di responsabilità. Hamas e altri gruppi armati palestinesi, riferisce il Rapporto, generalmente non hanno condotto indagini sui crimini commessi durante gli attacchi del 7 ottobre 2023 e contro gli ostaggi. La leadership politica e militare di Hamas non ha riconosciuto pubblicamente o condannato i crimini commessi e ha attribuito atti illeciti ai palestinesi non affiliati provenienti da Gaza. Si sono persino vantati di alcuni atti che costituiscono crimini, come il lancio di razzi non guidati contro Israele. Anche le autorità dello Stato di Palestina non hanno preso provvedimenti per indagare o portare i responsabili davanti alla giustizia, denuncia il Rapporto. Sebbene il presidente Mahmoud Abbas abbia chiesto il rilascio degli ostaggi e condannato l’uccisione di civili, Amnesty International non è a conoscenza di alcun riconoscimento o condanna da parte sua o di qualsiasi altro alto dirigente dello Stato di Palestina riguardo all’entità e alla portata delle violazioni commesse dai gruppi armati palestinesi.

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