Caritas Internationalis premia sei progetti per promuovere la leadership e l’empowerment delle donne nel mondo

Sei progetti da Cisgiordania, Perù, Marocco, Bangladesh, Antille, Malawi sono stati premiati oggi a Roma da Caritas Internationalis nell’ambito del programma “Donne tessitrici di speranza” per promuovere la leadership e l'empowerment femminile. Sono stati scelti tra oltre 120 progetti. L’iniziativa, lanciata per il Giubileo della speranza, proseguirà per rafforzare la partecipazione della donna della Chiesa e nelle comunità locali.

(foto: Caritas Bangladesh)

Dalle suore comboniane che accompagnano 200 donne beduine palestinesi in Cisgiordania alla radio che dà voce alle donne indigene dell’Amazzonia. Passando per i progetti con le donne detenute nelle Antille, ai laboratori di tessitura e cucito delle donne marocchine e migranti, fino alla promozione della resilienza femminile per affrontare i numerosi disastri naturali in Bangladesh e alla partecipazione e leadership di un migliaio di donne in Malawi. Sono questi i sei progetti premiati oggi a Roma, nella sede generale della Curia dei Gesuiti, dall’iniziativa di Caritas internationalis “Donne tessitrici di speranza”. Il programma, lanciato l’8 marzo in occasione del Giubileo della speranza, ha voluto dare un riconoscimento ai progetti comunitari che valorizzano la partecipazione e la leadership delle donne e delle ragazze. Sono arrivati 121 progetti da tutto il mondo, in maggioranza dall’Africa (64), ma anche da Asia (21), Medio Oriente (12), America Latina e Caraibi (12) e dall’Europa (7). Tre progetti hanno ricevuto un finanziamento di 5.000 euro, altri tre 10.000 euro ciascuno.

Cisgiordania, le religiose comboniane con le donne beduine – (foto: Fondazione Comboniane nel mondo)

Dalla Cisgiordania si è collegata in diretta video suor Cecilia Sierra, della Fondazione Comboniane nel mondo onlus, per raccontare il lavoro decennale delle missionarie con oltre 200 donne beduine palestinesi che vivono nel deserto e “sono costrette ad affrontare violenze e restrizioni di ogni tipo”. Ogni giorno apprendono tecniche di decorazione e cucito per realizzare borse e altri oggetti: “Ogni cucitura rappresenta una tessitura di speranza – ha detto suor Cecilia -. Ogni donna porta con sé una storia di coraggio e resilienza”.

Radio Ucamara nell’Amazzonia peruviana – (foto: Caritas internationalis)

In Perù si è distinta Radio Ucamara per il suo lavoro con una delle comunità indigene più isolate dell’Amazzonia peruviana. Attraverso la comunicazione e la trasmissione delle conoscenze ancestrali, il progetto promuove il dialogo tra donne anziane e giovani, cerca di dare loro voce nella difesa dei territori che rischiano di essere usurpati. “L’arte e la comunicazione comunitaria – ha spiegato Danna Gaviota Tello Morey, rappresentante di Radio Ucamara – sono per noi strumenti di resilienza culturale e speranza”.

Antille (foto: Caritas Antille)

Nelle Antille il progetto “Hope” della Caritas locale aiuta un migliaio di donne detenute, tra le persone più marginalizzate, a reinserirsi in società, “aiutandole ad assicurarsi i mezzi di sussistenza e il sostegno spirituale”, ha aggiunto Marcia Haywood, coordinatrice regionale di Caritas Antille.

Marocco (foto: Caritas Marocco)

In Marocco la prefettura apostolica tramite la Caritas aiuta le donne locali e in migrazione ad imparare tecniche di cucito tradizionale e artigianato locale, dando loro gli strumenti per diventare economicamente indipendenti.  “Cerchiamo di promuovere l’empowerment delle donne migranti e delle donne marocchine malate che non hanno soldi a sufficienza per curarsi – ha detto suor Vanilda Pereira Silva, project manager di Caritas Marocco -.  Le aiutiamo a preparare i documenti per mandare i bambini a scuola e creiamo spazi di condivisione al femminile”.

Bangladesh (foto: Caritas Bangladesh)

Il Bangladesh è il Paese asiatico tra i più colpiti dagli effetti dei cambiamenti climatici: cicloni, straripamento di fiumi e inondazioni, alluvioni, terremoti. Caritas Bangladesh, attraverso il progetto “Pricce+” realizzato nella zona costiera e sulle isole, mette le donne più vulnerabili in condizione di affrontare i frequenti disastri naturali, “lavorando attraverso la formazione, la prevenzione e il sostegno alle attività generatrici di reddito, in modo che possano assicurarsi i mezzi di sussistenza attraverso l’agricoltura o l’allevamento di pollame”, ha precisato il direttore esecutivo Daud Das Jibon. Il progetto avrà un impatto su oltre 2.000 donne. Molte di loro verranno inserite nei locali Comitati per la gestione dei disastri naturali.

Malawi – (foto: Caritas Malawi)

In Malawi la Caritas nazionale sta realizzando una iniziativa che coinvolgerà mille donne, per promuovere la leadership femminile e rafforzarne l’indipendenza economica attraverso l’uso sostenibile delle risorse e l’attivismo contro la violenza di genere. “Promuoveremo cinque cooperative agricole, faremo alfabetizzazione digitale, formazione all’utilizzo dei libri contabili, daremo competenze finanziarie e acquisteremo macchinari per l’agricoltura e pompe di irrigazione”, ha puntualizzato padre Joseph Sikwese, di Caritas Malawi.

(foto: Caiffa/SIR)

Il percorso per la promozione della leadership e dell’empowerment femminile continuerà. Ricchissimi i panel di relatori che hanno presenziato alla premiazione e raccontato esperienze e punti di vista. “Questo momento di celebrazione non è la fine del percorso – ha precisato Moira Monacelli, direttrice dello Sviluppo della Confederazione di Caritas internationalis – ma continueremo a promuovere la leadership e l’empowerment femminile”. Propositi confermati dal segretario generale di Caritas internationalis Alistair Dutton: “Nonostante il calo dei finanziamenti e le tante prove che abbiamo affrontato quest’anno – ha concluso a fine incontro -, tutti i progetti che abbiamo valutato rappresentano fili di speranza tesi in tutto il mondo, attraverso il carisma essenziale della Caritas e della Chiesa, nella solidarietà e sussidiarietà a livello locale”.

(foto: Caiffa/SIR)

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