Stati Uniti. I vescovi favorevoli alla redazione di un documento sul “significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa”

Con 168 voti a favore, 55 contrari e sei astenuti, i presuli americani hanno scelto di avviare una commissione di studio su un testo che includerà nella terza parte una sezione sulla “coerenza eucaristica” per i politici cattolici, quindi sulla "dignità" per accedere alla comunione in riferimento a tutti quei credenti che svolgono cariche pubbliche ma sostengono legislazioni favorevoli ad aborto, eutanasia, unioni tra persone dello stesso sesso

foto SIR/Marco Calvarese

(Da New York) Era un voto atteso e per certi versi scontato quello con cui la Conferenza episcopale statunitense, riunita in Assemblea generale, ha approvato, ieri, la redazione di un documento e di un piano sul “significato dell’Eucaristia nella vita della Chiesa”.

Con 168 voti a favore, 55 contrari e sei astenuti, i vescovi americani hanno scelto di avviare una commissione di studio su un documento suddiviso in tre parti: “L’Eucaristia, un mistero da credere”, “L’Eucaristia, un mistero da celebrare” e “L’Eucaristia, un mistero da vivere”. È la terza parte quella che ha suscitato il dibattito più acceso tra i vescovi, il 17 giugno, poiché sarà incentrata sulla cosiddetta “coerenza eucaristica”, un termine che includerebbe la riflessione sulla comunione ai politici che si dichiarano cattolici, ma che nel loro operato sostengono la libertà di scelta in materia di aborto, eutanasia e comunità Lgbtq. I 43 vescovi, che per oltre due ore hanno dibattuto sulla necessità di questo documento, hanno mostrato le diverse anime della cattolicità Usa, con vescovi a favore e vescovi non convinti soprattutto della metodologia, considerata affrettata, mentre avrebbe richiesto tempi di confronto più lunghi e possibilmente di persona. Sono state queste considerazioni a spingere oltre 70 vescovi a scrivere una lettera congiunta al presidente della Conferenza episcopale Usa, mons. Josè Maria Gomez, poco prima dell’assemblea, in cui chiedevano che il dibattito su un tema tanto delicato e a rischio di divisioni interne potesse svolgersi in presenza il prossimo autunno a Baltimora. Tra i più preoccupati, il cardinale di Washington Wilton Gregory che ha ripetutamente esortato al dialogo, all’unità dentro la Conferenza episcopale e con il popolo di Dio prima di intraprendere qualsiasi piano d’azione.

Il progetto in realtà c’è già ed è stato illustrato dal vescovo incaricato della Commissione della catechesi, mons. Andrew Cozzens. Preoccupati dal sondaggio del Pew Research Center sulla considerazione della Comunione per i cattolici americani, un comitato di vescovi ha lavorato ad un vero e proprio piano strategico fino al 2024 che si concluderà con un raduno eucaristico nazionale. Il documento sulla “coerenza eucaristica” è stato suggerito alla Commissione per la dottrina della fede della Conferenza episcopale Usa proprio dal presidente dei vescovi, mons. Josè Gomez. Nel giorno dell’elezione a presidente di Joe Biden, l’arcivescovo Gomez aveva inviato, assieme alle congratulazioni di rito, un monito sulle sue politiche favorevoli a valori non proprio in linea con la dottrina. Intanto, sin da novembre, un gruppo di vescovi si era riunito per interrogarsi su come affrontare le questioni sollevate da un presidente che si dichiara cattolico e personalmente pro-life, ma che nella vita pubblica sostiene invece la libera scelta.

Anche se i vescovi, durante il loro dibattito in assemblea generale, hanno assicurato che il documento non prenderà di mira persone specifiche, è stato fatto più volte il nome di Biden e quello di Nancy Pelosi, la presidente della Camera, anche lei cattolica, anche lei pro-choice sul fronte aborto. La necessità di un documento sull’Eucarestia è stato alimentato anche dalle lettere pastorali a riguardo, pubblicate da vescovi definiti conservatori; mentre altri invece hanno messo in guardia dal rischio di allontanare le persone dalla Chiesa, se l’Eucarestia diventasse un’arma.

Dopo l’esito del voto di ieri, toccherà alla Commissione per la dottrina, attualmente guidata dal vescovo Kevin Rhoades di Fort Wayne-South Bend, in Indiana, preparare una bozza di testo, che dopo questi giorni di assemblea sembra delinearsi come più didattico che focalizzato sui politici. I vescovi lo voteranno in novembre in occasione dell’Assemblea generale d’autunno. Un voto atteso e che si annuncia altrettanto dirompente perché alla vigilia di un anno, il 2022, dedicato alle elezioni di Midterm per il rinnovo del Congresso: se il documento prendesse di mira i politici, potrebbe incidere in maniera non indifferente sull’esito delle urne.

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