“Uno strumento di prevenzione e promozione della salute mentale che, attraverso un linguaggio comprensibile a tutti, si propone come un ponte tra il sapere scientifico della psicologia e le esigenze concrete delle persone, con l’obiettivo di raggiungere chi non avrebbe altrimenti accesso a un supporto psicologico professionale”. È l’obiettivo fondamentale de “La psicologia risponde”, la nuova iniziativa editoriale del Sir. Una rubrica settimanale il cui intento primario è venire in soccorso di chi, per vari motivi, sta vivendo un momento difficile e doloroso, per sé e i propri cari. A curarla sarà don Paolo Morocutti, docente di Psicologia generale e di Teologia alla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e di Teologia etica sociale al corso di laurea magistrale in Psicologia clinica, sociale e forense alla Lumsa di Roma. Sacerdote di origini senesi, don Morocutti è autore di pubblicazioni e articoli di carattere teologico, antropologico e di psicologia generale. “L’intento non è solo quello di fornire informazioni teoriche – esordisce don Paolo – ma provare ad accompagnare le persone verso soluzioni applicabili ai problemi della vita di tutti i giorni. Nel rendere accessibile la conoscenza psicologica, cercheremo di tradurre concetti complessi in risposte semplici e pratiche, capaci di intercettare i bisogni reali di famiglie, educatori, giovani e comunità. In altre parole, la rubrica vuole essere uno spazio di ascolto e supporto concreto alle persone che affrontano le sfide quotidiane della vita contemporanea”.
Uno dei capisaldi della rubrica è integrare psicologia clinica e psicologia di comunità. Perché?
L’integrazione tra psicologia clinica e psicologia di comunità rappresenta un valore aggiunto fondamentale. La psicologia clinica si concentra sul benessere individuale, analizzando le difficoltà personali e offrendo strumenti per affrontarle. La psicologia di comunità, invece, allarga lo sguardo ai contesti sociali, culturali e relazionali in cui le persone vivono, riconoscendo che il disagio individuale è spesso legato alle dinamiche comunitarie e ai sistemi di appartenenza. Questa duplice prospettiva permette di affrontare le problematiche in modo più completo ed efficace. Non ci si limita a guardare il sintomo o il disagio del singolo, ma si considerano anche le risorse della comunità, le reti sociali, le dinamiche familiari e i fattori ambientali che influenzano il benessere. In questo modo, la rubrica può offrire risposte che tengano conto sia della dimensione personale sia di quella relazionale e sociale, favorendo interventi di prevenzione e promozione della salute che coinvolgono l’intera comunità.
La rubrica seguirà un orientamento antropologico cristiano in psicologia. Che cosa significa?
Seguire un orientamento antropologico cristiano significa adottare una visione integrale della persona umana, riconoscendone tutte le dimensioni: corporea, razionale, affettiva, relazionale e spirituale. Questa prospettiva si fonda sulla convinzione che ogni persona è unica e irripetibile, portatrice di una dignità intrinseca che deriva dall’essere stata creata a immagine di Dio. L’antropologia cristiana non si sostituisce alle conoscenze scientifiche della psicologia, ma offre un’ottica di interpretazione che arricchisce la comprensione della natura umana. Concretamente, questo significa da una parte rispettare profondamente la libertà e l’autodeterminazione della persona, dall’altra accompagnarla verso scelte consapevoli in accordo con la propria coscienza e valorizzare la crescita nelle virtù, come percorso verso il benessere autentico. L’approccio cristiano, infatti, promuove valori come l’empatia, la solidarietà, il perdono e la speranza, elementi che favoriscono la guarigione psicologica e la costruzione di relazioni sane.
A quali problematiche concrete la rubrica intende rispondere?
La rubrica si rivolge a un’ampia gamma di difficoltà che caratterizzano il nostro tempo. Tra le principali tematiche affrontate troviamo le problematiche familiari, come i conflitti tra genitori e figli, le difficoltà educative, le crisi di coppia e le tensioni intergenerazionali. Un’attenzione particolare è dedicata ai giovani e agli adolescenti, con focus su isolamento sociale, crisi identitarie, difficoltà scolastiche, disturbi alimentari e depressione giovanile. La rubrica affronta anche tematiche delicate come le dipendenze – da sostanze, tecnologia, videogiochi e social media – offrendo informazioni e strategie per famiglie e persone coinvolte. Altri ambiti significativi sono il bullismo e il cyberbullismo, fenomeni sempre più diffusi che richiedono interventi di prevenzione e supporto sia per le vittime che per gli aggressori. Vengono inoltre trattate problematiche legate all’aggressività, ai disturbi del comportamento, all’ansia e alle difficoltà relazionali che compromettono la qualità della vita delle persone.
In che modo la rubrica intende offrire soluzioni pratiche e concrete?
La caratteristica distintiva della rubrica è l’orientamento alla praticità e all’applicabilità immediata. Le risposte non si limitano a spiegare teoricamente i problemi, ma forniscono strumenti concreti che le persone possono utilizzare nella loro vita quotidiana. Ad esempio, vengono suggerite tecniche di comunicazione efficace per migliorare le relazioni familiari, strategie di gestione dello stress e dell’ansia, modalità di ascolto attivo per i genitori che affrontano difficoltà con i figli adolescenti. La rubrica propone anche prescrizioni comportamentali e compiti pratici, come tenere un diario emotivo, praticare tecniche di rilassamento, o mettere in atto piccoli cambiamenti nelle routine quotidiane che possono produrre effetti significativi sul benessere. Vengono inoltre fornite indicazioni su come, quando e perché è opportuno rivolgersi a un professionista, quali servizi sono disponibili sul territorio, e come coinvolgere la rete sociale e comunitaria nel processo di cambiamento. L’approccio è quello dell’empowerment: aiutare, cioè, le persone a riconoscere e potenziare le proprie risorse personali e sociali per affrontare attivamente le difficoltà.
Qual è il ruolo della famiglia nel lavoro psicologico proposto dalla rubrica?
La famiglia occupa un ruolo centrale nella visione della rubrica. Viene considerata non solo come possibile origine di alcune difficoltà, ma soprattutto come risorsa fondamentale per la promozione del benessere e la risoluzione dei problemi. L’approccio valorizza il coinvolgimento dei genitori e dei membri della famiglia nei percorsi di cambiamento, riconoscendo che il miglioramento delle dinamiche relazionali familiari ha effetti benefici su tutti i componenti. La rubrica offre sostegno ai genitori nel loro ruolo educativo, aiutandoli a comprendere meglio i bisogni dei figli, a sviluppare strategie educative efficaci e a gestire i conflitti in modo costruttivo. Viene promossa la comunicazione aperta e l’ascolto empatico come strumenti per rafforzare i legami familiari e prevenire l’insorgere di problematiche più gravi. Particolare attenzione è dedicata alle famiglie con adolescenti, fornendo indicazioni su come accompagnare i giovani nelle sfide della crescita, mantenendo un dialogo autentico e rispettoso.
Come la rubrica si differenzia da altri approcci psicologici?
La peculiarità della rubrica “La psicologia risponde” risiede nell’integrazione armonica tra rigore scientifico e visione antropologica cristiana. A differenza di approcci puramente clinici o esclusivamente teorici, questa rubrica abbraccia una prospettiva olistica che considera la persona nella sua integralità: corpo, mente, relazioni e dimensione spirituale. L’accento sulla dimensione comunitaria distingue ulteriormente questo approccio: non ci si limita a intervenire sul singolo, ma si valorizzano le reti sociali, il sostegno reciproco e la corresponsabilità nella costruzione del benessere collettivo. L’orientamento cristiano introduce inoltre elementi spesso trascurati dalla psicologia laica, come la crescita nelle virtù, il valore del perdono, la capacità di dare senso alla sofferenza e la speranza come risorsa psicologica. Infine, la rubrica si caratterizza per la sua accessibilità e per il linguaggio semplice che la rende fruibile a tutti, anche a chi non ha familiarità con concetti psicologici complessi. L’obiettivo non è solo informare, ma accompagnare concretamente le persone verso un cambiamento positivo, offrendo strumenti immediatamente applicabili e promuovendo una cultura della prevenzione e della cura reciproca.

