Le maglie colorate dei ragazzi inginocchiati, seduti per terra. Bianche, gialle, rosse, verdi. Una sequenza sterminata che conduce dal portone d’ingresso ai piedi dell’altare. Nel mezzo della chiesa due religiosi che si guardano tra loro e con i volontari ragionano sul fatto che non ci sono altri spazi per i ragazzi che desiderano entrare nella chiesa di Santa Maria Sopra Minerva. E’ il momento dell’adorazione eucaristica nel Giubileo dei giovani. A promuoverlo, l’Azione cattolica, nel segno di Pier Giorgio Frassati, il cui corpo è ospitato alle spalle dell’altare. Il silenzio è profondo come la contemplazione dell’Eucaristia.
Tra i primi banchi, Benedetta con il suo gruppo giunta da Genova ci spiega la sua prospettiva: “La preghiera è entrare in contatto, è un dialogo con Dio. Esprimergli le proprie paure, le proprie perplessità, i propri desideri. Parliamo sicuramente con nostro Padre”. Poco distante, le maglie gialle dei ragazzi arrivati dall’Azione cattolica di Caserta: “La preghiera per me è connessione totale con il Signore, non lo senti in altri momenti come lo senti presente nella preghiera. Ti cambia, è una cosa bellissima”, dice Francesco. “Una confidenza con il tuo migliore amico al quale puoi dire tutto quello che vuoi senza essere giudicato. Sai che c’è qualcuno che ti ascolta”, aggiunge Mariangela. “L’Eucartistia è la cosa più importante della nostra fede”. Ancora più giù, nella chiesa, si trova il gruppo dell’ Ac arrivato da Palermo: “Questo momento ci permette di sedimentare tutte quelle emozioni che abbiamo vissuto attraversando la porta santa e il percorso che abbiamo fatto conoscendo la figura di Pier Giorgio”, dice Francesco.
“Il mio modo di pregare è anche stare con gli altri e testimoniare quell’annuncio che viviamo nel nostro incontro personale con Cristo”.
Non solo italiani. Ci sono ragazzi provenienti da varie parti del mondo: “Sento nella preghiera un momento di silenzio molto bello – dice Georgina, arrivata a Roma dal Messico -, in cui tutti ci uniamo per adorare Colui che ci ha portati qui, ci ha chiamati e in questo momento e ci sta donando la sua Parola, affinché possiamo discernere ciò che ci chiede. Credo che sia un momento di unione della Chiesa, in cui siamo tutti uno, in cui ci sentiamo amati e vogliamo amare gli altri”.
Al termine dell’adorazione eucaristica, la preghiera è continuata con la messa presieduta dall’assistente ecclesiastico generale dell’Azione cattolica, mons. Claudio Giuliodori. “Aiutaci a non vivacchiare, ma a vivere tutto con gioia e in pienezza”, ha detto rivolgendosi a Frassati. Prendendo spunto dal Vangelo, il presule ha accostato l’incomprensione subita da Gesù a quella che ha vissuto lo stesso Frassati: una “straordinaria normalità” spesso ignorata anche dai familiari, che solo dopo la sua morte ne compresero la profondità spirituale. Mons. Giuliodori ha ricordato le parole di Papa Francesco sulla “santità della porta accanto”, evidenziando l’attualità del giovane torinese e la prossima canonizzazione, il 7 settembre, insieme a Carlo Acutis. Un’occasione per “riscoprire la forza della santità giovanile”.
Poi una lunga preghiera a Frassati: “Aiutaci a non contrapporre vita spirituale e impegno sociale, cammino di fede e passione per il bene comune”.
Il vescovo ha lodato la sua capacità di vivere relazioni autentiche e l’intensità della sua vita interiore, nutrita di Eucaristia e Rosario. “Non hai mai vissuto per affermarti – ha concluso – ma per condividere. Donaci la tua fede, la tua amicizia e la tua gioia”.

