Giubileo bande musicali. Don Parisi: “Accompagnano la spiritualità, hanno tramandato cultura”

L'esperto al Sir si dice convinto che abbiano ancora un futuro: "Il livello musicale si è molto elevato"

Foto Calvarese/SIR

“Le bande musicali accompagnano la spiritualità, hanno radici salde in particolare nel Sud Italia nella devozione popolare e nelle tradizioni di alcune località. E, non solo: avevano e hanno ancora una funzione educativa e sociale”. Lo dice al Sir don Antonio Parisi, direttore dell’Ufficio di Musica sacra della diocesi di Bari-Bitonto, consulente per la musica sacra per oltre vent’anni presso l’Ufficio liturgico nazionale e membro della Consulta nazionale dello stesso ufficio Cei.

Don Antonio, qual è la funzione di un giubileo per le bande musicali?
Innanzitutto, questo convenire a Roma. Il giubileo ha tenuto presente tutte le categorie. Quindi anche questo discorso vale per le bande. Essendo una tradizione specialmente per il sud molto valida, allora credo che il giubileo rappresenti per loro un ritrovarsi, anche da un punto di vista, oltre che musicale, culturale e anche spirituale. Queste bande, essendo una realtà molto diffusa, era giusto convocarli in San Pietro per il giubileo delle bande.

Parliamo invece di questa tradizione. Che valenza ha?
È una tradizione che ha una bella storia alle spalle, già dal 14° secolo sono sorte queste bande chiamate ‘bande di giro’, perché appunto giravano, specialmente al sud, per le feste popolari. Poi si sono diffuse nel 18esimo secolo. In quel tempo era una realtà che faceva cultura, una realtà che faceva conoscere brani musicali. Specialmente i più famosi venivano appunto arrangiati per banda. E quindi diciamo allora non c’erano le orchestra, nei piccoli paesi, non c’era televisione, e la banda aveva questa funzione di acculturare, di dare questa educazione musicale. Si vede anche in alcuni film per esempio i bambini di Fellini con musiche di Rota, i bambini che vanno dietro alle bande, anche io lo ricordo da piccolo, nel piccolo paese qui di vicino Bari appunto c’era la banda che girava per le strade del paese e i bambini correvano dietro.

Don Antonio Parisi (Foto Sir)

Qual è la funzione di spiritualità che hanno le bande? 
Specialmente durante il periodo della Settimana santa, tutte le processioni al Sud, quella dei misteri, dell’addolorata, e di altre immagini sono accompagnate dalle bande musicali. C’è una storia bellissima a Molfetta, vicino Bari, dove i cittadini sanno il punto, il luogo, la strada precisa, dove la banda si ferma durante queste processioni ed esegue quel particolare pezzo musicale. Quindi, da un punto di vista proprio spirituale, la banda ha questa funzione, ha una funzione appunto di accompagnare, ripeto, specialmente queste processioni della Settimana santa. Quindi, crea un clima di raccoglimento, crea un clima di partecipazione, crea un clima di commozione. Per esempio la processione del Venerdì Santo dell’addolorata in cui si spengono le luci del paese, questa processione della Madonna che va in cerca del figlio perduto e la banda che esegue questi brani di musica funebre, è una dimensione spiritualmente molto vivace, molto profonda, molto vera. Ancora un altro accenno alla spiritualità: le bande accompagnano anche le feste patronali, durante specialmente il periodo estivo e le feste patronali sono sempre seguite da queste bande che eseguono dei brani di musica sacra, specialmente le canzoncine alla Madonna.

Quanto la partecipazione a una banda musicale può avere una funzione educativa, formativa, anche di deterrenza nei confronti della dispersione sociale?
Se un punto di vista formativo, sociale – quando sono sorte a fine ‘800, nel Sud Italia -, erano ragazzi che non andavano a scuola a frequentare la banda, il maestro di banda, la sera dopo aver fatto gli inservienti in un bar o presso un barbiere, andavano presso questo maestro a imparare un po’ di musica. E la maggior parte però suonava a orecchio, fino al 1950-60. Adesso invece il discorso della banda si è molto evoluto. La banda è formata da un’orchestra di fiati, è un complesso musicale e percussione e attualmente è frequentata da ragazzi che vengono dai conservatori. Quindi, il livello musicale si è molto elevato. Sono ragazzi diplomati nei conservatori nei vari strumenti a fiato. Aderiscono alle bande un po’ per tradizione, un po’ anche per raccogliere qualche soldino.

Le bande, secondo lei, hanno un futuro?
Sì senz’altro, io sono stato per un periodo docente con il maestro Rota, al conservatore di Bari, e so quanto il maestro Rota amasse la musica bandistica che ha inserito in tanti suoi film. E, ancora, il maestro Muti mi dicono che durante la Settimana santa viene a Molfetta, sua città natale, per ascoltare le bande. Che hanno sicuramente un futuro. Ho parlato delle bande utilizzate per le feste patronali, ma ci sono anche delle bande di un livello superiore impegnate anche a livello concertistico. Ormai, da quando sono entrati a farne parte questi giovani musicisti diplomati al conservatorio, il livello si è molto elevato.

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