Libri. Giubileo tra misericordia e speranza nella storia

“Santi, artisti e briganti nei Giubilei”. È il sottotitolo di un volume, in libreria da ieri, 7 febbraio, per le edizioni Scholé-Morcelliana con il titolo "La Citta del Perdono" firmato dal saggista e storico Marco Roncalli che racconta gli anni santi con immagini ma anche con poeti, narratori, attori, scienziati, medici, albergatori, sovrani, statisti, oltre che papi, cardinali, frati, sante, beate etc. Tutti a loro modo coinvolti negli Anni Santi.

(Foto Calvarese/SIR)

“Santi, artisti e briganti nei Giubilei”. È il sottotitolo di un volume, in libreria dal 7  febbraio per le edizioni Scholé-Morcelliana con il titolo “La Citta del Perdono”, firmato dal saggista e storico Marco Roncalli. Un volume ricco di immagini ma anche un “archivio” con poeti, narratori, attori, scienziati, medici, albergatori, sovrani, statisti, oltre che papi, cardinali, frati, sante, beate, e persino per i secoli più lontani avventurieri e cortigiane che hanno partecipato ai giubilei dal 1300 fino ad oggi. Tutti a loro modo coinvolti negli Anni Santi. E con non poche sorprese.

La storia dei giubilei ha sempre appassionato Roncalli – pronipote di papa Giovanni XXIII – che ha dedicato molti studi a questo tema perché la storia dei giubilei è “una storia che viene da lontano, ha radici nelle più antiche culture del Vicino Oriente, nella Bibbia, forse nelle pratiche del popolo ebraico, che però si configura nel grembo della pietà medievale con tratti peculiari”, ci dice in questa intervista al SIR: “punto di raccordo fra spinte dal basso – perché è il popolo credente che anela al perdono alla pienissima remissione dei peccati – e risposte dall’alto delle gerarchie, del Papa che accolgono questa richiesta e via via la normano…Ma è in ogni caso una storia che, nata nel ‘300 e che è arrivata nel terzo millennio, senza che la secolarizzazione o certe perplessità – espresse anche in ambito ecumenico a proposito delle indulgenze – abbiano scalfito il rinnovarsi a scadenza venticinquennale degli anni santi ordinari, e l’indizione di giubilei straordinari” come è stato quello recente voluto da papa Francesco dall’8 dicembre 2015 al 20 novembre 2016 sul tema della Misericordia. Roncalli nel volume è attento agli aspetti spirituali come si sono presentati nel corso dei secoli senza dimenticare la cesura della Riforma o del Concilio di Trento, gli appuntamenti giubilari dal periodo barocco a quello del Secolo dei Lumi, l’800 e il ‘900, sino ad oggi ma anche agli aspetti concreti legati alla vita dei pellegrini e a Roma questo perché,  come ci spiega, “da sempre lungo gli anni santi sacro e profano sono andati per così dire a braccetto. Indubbia poi è la valenza sociale, culturale, economica legata al giubileo che comincia già sulle strade verso Roma – non solo la Francigena – e che l’Urbe esprime negli anni santi, non solo accogliendo i pellegrini nelle basiliche, al varco delle Porte Sante, rendendoli protagonisti della Riconciliazione, ma pure dovendo garantire loro vitto, alloggio, sicurezza, assistenza… Insomma c’è un Giubileo spirituale e c’è l’‘altro Giubileo’”. Il racconto che ne fa lo storico Roncalli da conto dei due aspetti anche se il racconto è lasciato in buona parte a chi è stato testimone, anno santo dopo anno santo. Ed ecco allora gli scrittori da Dante a Pasolini; gli artisti da Giotto a Manzù; i musicisti, dai fiamminghi a Morricone; i santi o le sante, da Brigida di Svezia ai papi del 900… E sullo sfondo sempre Roma oggi “non più baricentro esclusivo, tuttavia ancora meta principale di quel viaggio nel tempo del Perdono e della Speranza, che tanto ha influito sulla vita della Chiesa e della società”.

 

(Foto Vatican Media/SIR)

Secondo lei a chi si deve la sopravvivenza degli anni santi ad oltre sette secoli dal primo regnante Bonifacio VIII? “Credo che resti sempre nel cuore delle persone questo bisogno di perdono e di speranza. Non si spiegherebbe come, paradossalmente nel ‘900 , quando comincia ad avanzare la secolarizzazione i Giubilei riprendono a rinnovarsi, ordinari e straordinari. In pieno clima postconciliare Paolo VI lo riprende recuperandone l’idea di riscatto e giustizia, disposto ad esaltare dopo il Vaticano II il cosiddetto tesoro della Chiesa da considerare – dice – come l’infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre ed offerti perché tutta l’umanità fosse liberata dal peccato…Ma va riconosciuto che a rilanciare l’istituto giubilare – aggiunge Roncalli – come evento religioso e mediatico, prima di Papa Francesco è stato Giovanni Paolo II …Poi certo Papa Francesco ha rinnovato di nuovo il giubileo additando il tema della misericordia non come argomento di agenda del momento, ma come il tema di sempre centrale nel cristianesimo come ora accade con la speranza. Che non è qualcosa di astratto, mentre vedremo cosa accadrà anche dei suoi appelli ai governi per forme di amnistia o condono dei carcerati, o di riduzione del debito dei Paesi Poveri”.

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