Violenza sulle donne. Tutta Italia dice “no” con manifestazioni ed eventi

L'uccisione di Giulia Cecchettin ha sconvolto il Paese, mentre cresce, giorno dopo giorno, il numero dei femminicidi. Oggi, da Nord a Sud, tante iniziative per scuotere le coscienze, con l'impegno di associazioni e Centri antiviolenza.

foto SIR/Marco Calvarese

“Se domani sono io, mamma, se non torno domani, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. Così Elena Cecchettin ricorda la sorella Giulia, uccisa dall’ex fidanzato l’11 novembre scorso. La frase, che è diventata simbolo di ribellione contro l’omicidio brutale della ragazza, è tratta dalla poesia di Cristina Torre Careces, attivista peruviana.
Giulia è la 106esima vittima per femminicidio quest’anno (neanche 24 ore dopo, il numero è già salito a 107 con la morte di Rita Talamelli, strangolata dal marito); Giulia aveva 22 anni, frequentava la facoltà di Ingegneria biomedica a Padova e il 16 novembre scorso avrebbe dovuto presentare la sua tesi di laurea. A pochi giorni dalla Giornata contro la Violenza sulle donne, questa tragedia sconvolge l’Italia: dal giorno del ritrovamento del corpo di Giulia infatti le chiamate al 1522, numero da contattare nei casi di violenza sulle donne, sono raddoppiate dalle 200 alle 400 giornaliere (se si considerano anche quelle fatte su chat e App si arriva a picchi di 450/500 giornaliere); a chiamare non solo le vittime stesse ma soprattutto genitori e parenti preoccupati per le loro figlie. Arianna Gentili, responsabile della help line dice: “Di solito questo boom di telefonate lo tocchiamo tra il 24/25 e 26 novembre per la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Quest’anno l’eco mediatico del femminicidio di Giulia ha fatto anticipare il picco. E questo perché in tante si sono identificate nella sua situazione. Giulia era una ragazza normale e come lei tante ragazze hanno lasciato il fidanzato e si ritrovano nella sua situazione”.

Ma non si può continuare a tacere: “Fate rumore” dice Elena, “basta con i minuti di silenzio”. E la sua rabbia e il suo dolore risuonano nei corridoi delle scuole, nei cortili e nelle aule dove migliaia di studenti si sono ritrovati: hanno urlato, fischiato, battuto le mani su banchi, scosso chiavi e usato tutto quello che potevamo per fare il più baccano possibile. Con loro anche le università insorgono, dalla Sapienza di Roma alla Bicocca di Milano, dove verranno premiate due tesi di laurea a tema violenza sulle donne. All’Istituto Secondario di Secondo Grado Vittorini di Milano verranno organizzati una serie di incontri nelle classi promosse da Fare X Bene onlus con esperti del comitato scientifico di Fare X Bene e con l’Ambasciatrice Valentina Pitzalis, sopravvissuta a un tentativo di femminicidio da parte del marito.

Tante altre le iniziative in programma in altre parti d’Itlia: il 25 novembre a Roma e a Messina Non una di meno, movimento femminista e transfemminista che combatte dal 2016 ogni forma di violenza di genere, ha organizzato due manifestazioni per la Giornata contro la Violenza sulle Donne in cui sarà presente all’inizio del corteo uno spazio per i centri antiviolenza: “Da un lato è un fatto simbolico e politico, perché sono in prima fila per combattere la violenza e offrire alternative concrete. Dall’altro, è importante perché scendono in piazza le donne che hanno subito violenza garantiamo uno spezzone in cui possano sentirsi sicure”. Molte altre città hanno organizzato cortei e flash mob nei giorni scorsi, tra cui Ravenna, Bologna, Milano, Padova, Bari. In diverse città inoltre sono nati nuovi Punti Viola, un’iniziativa portata avanti da Donnexstrada, associazione non profit che si occupa di violenza contro le donne e sicurezza in strada. Il Punto Viola è un qualsiasi esercizio commerciale (bar, farmacia) che riesca ad offrirsi come luogo in cui una persona che ha paura di essere vittima di violenza di genere si rivolga per chiedere aiuto. Al momento in Italia sono presenti 150 Punti Viola. Si tingono di viola anche gli ospedali: Fondazione Onda grazie agli ospedali Bollini Rosa e i centri antiviolenza dedicherà la settimana dal 22 novembre al 28 novembre a coloro che sono vittime di violenza e incoraggiarle a rompere il silenzio, fornendo strumenti concreti e indirizzi a cui rivolgersi per chiedere aiuto.

Anche il mondo online partecipa: un’asta sul web sarà realizzata per sostenere D.i.Re (Rete nazionale antiviolenza) dal 25 novembre al 9 dicembre sul sito dell’organizzazione CharityStars, durante la quale saranno venduti alcuni cimeli sportivi di Federica Pellegrini e alcune stampe in Limited Edition realizzate dall’illustratrice Pennika ed autografate dalla campionessa olimpica. La piattaforma di streaming europeo arte.it presenta una serie di contenuti, tra reportage e serie, sulle diverse forme di abusi subìti dalle donne; tra questi spicca la serie tv H24 che racconta gli abusi nella forma di un breve monologo.

Nonostante si cerchi di non crederci, gli abusi contro le donne non sono un evento eccezionale. Le statistiche lo confermano: secondo uno studio dell’ISTAT, in Italia il 31,5% delle 16-70enni (6 milioni 788 mila) ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale: il 20,2% (4 milioni 353 mila) ha subìto violenza fisica, il 21% (4 milioni 520 mila) violenza sessuale, il 5,4% (1 milione 157 mila) le forme più gravi della violenza sessuale come lo stupro (652 mila) e il tentato stupro (746 mila). Inoltre la violenza assume connotati diversi: non è solo violenza fisica ma anche psicologica o economica.

Martina Anile,
stagista

 

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